Economia

Argentina: inflazione al 108,8%. Mai così alta dal 1991

Per evitare il collasso, il Banco central de la República argentina ha alzato i tassi di interesse, arrivando al 97%; avviate anche le trattative con il Fondo monetario internazionale. Intanto si avvicinano le elezioni presidenziali
Credit: Bloomberg 
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22 maggio 2023 Aggiornato alle 10:00

La crisi in Argentina sembra non conoscere fine, anzi. Negli ultimi giorni, infatti, è arrivata la decisione del Banco central de la República argentina (Banca centrale dell’Argentina) di aumentare i tassi di interesse di 600 punti base, raggiungendo così il 97%: un livello così alto non si raggiungeva da oltre 25 anni. Questo valore rende l’Argentina il secondo Paese al Mondo ad avere i tassi di interesse così elevati, superata soltanto dallo Zimbabwe, che raggiunge il 150%.

Questa è soltanto una delle misure che il Ministro dell’Economia, Sergio Massa, ha messo in atto per contrastare la dilagante inflazione nel Paese sudamericano, che ha infatti raggiunto un valore da record: 108,8%, mai così alta dal 1991. L’Argentina si trova, quindi, a dover affrontare un’inflazione a 3 cifre come il Venezuela, lo Zimbabwe, il Sud Sudan e il Libano. La situazione è estremamente grave e, per evitare il totale crollo economico, il Ministro ha deciso di varare una serie di misure, tentando almeno di arginare il problema.

Uno dei motivi per cui l’economia argentina è in crisi riguarda la sua forte dipendenza dal dollaro statunitense. Con l’aumento dei tassi da parte della Fed (Federal Reserve System), il dollaro si è rafforzato ulteriormente mentre il peso argentino si è indebolito ancora di più, perdendo quasi la metà del suo valore. Proprio per questo, il Ministro ha deciso di intervenire anche sul mercato dei tassi di cambio.

In realtà, l’Argentina ha comunque dei punti di forza: l’economia del Paese si regge soprattutto su agricoltura e allevamento, rappresentando uno dei principali esportatori mondiali di grano. A causa della siccità, però, ci sono stati effetti estremamente negativi per le esportazioni. Per evitare un ulteriore aumento dei prezzi, quindi, il Ministro dell’economia ha stabilito di incentivare le importazioni: una decisione senza precedenti.

Iniziate anche le trattative con il Fondo monetario internazionale (Fmi) per cercare di ottenere in anticipo l’erogazione delle tasse di prestito per l’Argentina, tramite l’Extended Fund Facility, un programma di assistenza finanziaria per i Paesi che hanno problemi di squilibri nei pagamenti a medio termine a causa di debolezze strutturali o che, comunque, hanno una crescita molto lenta.

Tutti questi problemi sono aggravati dallo sfondo politico: le elezioni presidenziali di ottobre si avvicinano. Da qui l’esigenza non di risolvere la situazione economica (sarebbe impossibile) ma almeno evitare di entrare in recessione. Tra i peronisti, infatti, l’unico nome in gioco è proprio il Ministro dell’economia, Sergio Massa, dal momento che il Presidente in carica, Alberto Fernández, ha già annunciato che non si ricandiderà.

Se la situazione economica, però, non dovesse migliorare, i consensi caleranno ancora di più, mentre nel frattempo aumentano per il populista Javier Milei e il suo partito Libertad Avanza, il quale promette tagli su tutto, a partire dalle tasse.

Insomma, una corsa contro il tempo per evitare l’ennesimo default per il Paese sudamericano, forse il peggiore degli ultimi 20 anni, dopo quello del 2001.

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