Economia

Alluvione Emilia-Romagna: danni per 1 miliardo di euro

Le perdite nel settore agricolo ammontano a 300 milioni, a causa dell’allagamento dei terreni coltivati; molte imprese, inoltre, sono state costrette a sospendere la produzione per motivi di sicurezza
Credit: ANSA/MAX CAVALLARI     
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18 maggio 2023 Aggiornato alle 16:00

«È come un terremoto, un evento catastrofico mai registrato». Queste le parole del Governatore dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini a seguito dell’ondata di maltempo che ha colpito violentemente l’area Centro-Nord orientale dell’Italia, provocando danni per oltre 1 miliardo di euro tra pubblico e privato.

La stima del danno idrogeologico, dovuto all’esondazione di 14 fiumi e al superamento del livello di allarme di altri 19 corsi d’acqua, è ancora in corso e in continuo aggiornamento. Sono migliaia le persone sfollate nei grandi e i piccoli centri delle zone di Forlì, Cesena e Faenza, mentre si contano 9 vittime e vari dispersi; il Viminale fa sapere che per le ricerche e gli aiuti alle popolazioni colpite sono state mobilitate 750 unità dei Vigili del fuoco che dispongono di 250 mezzi tra anfibi, natanti, elicotteri e droni.

Ingenti anche i danni ai 3 settori economici. Secondo il monitoraggio di Coldiretti, le perdite legate al settore agricolo ammontano a 300 milioni di euro, causati dall’allagamento di migliaia di ettari di terreno coltivato che impiegheranno anni prima di tornare produttivi. Si è espresso a riguardo anche il presidente di Orogel Bruno Piraccini, che ha evidenziato come l’alluvione abbia compromesso il raccolto e il reddito di un intero anno di lavoro: le coltivazioni che vengono realizzate in 60 o 120 giorni sono state distrutte, recando un danno alle piccole e medie imprese che non potranno sostituirle in tempo per arginare i costi imprevisti per l’usura delle infrastrutture produttive.

Il maltempo ha colpito una delle zone industriali più importanti del Centro-Nord; numerose sono le imprese che per motivi di sicurezza hanno dovuto sospendere la loro produzione: infatti l’allagamento degli stabili e l’impercorribilità dei tratti urbani e autostradali non permettono ai lavoratori di potersi recare sul loro posto di lavoro.

Meno colpito il settore terziario: sulla Riviera si stimano i danni legati al restringimento del bagnasciuga, mentre è stato annullato il Gran Premio di Imola che prevedeva l’arrivo di oltre 200.000 appassionati nei pressi del circuito.

La regione Emilia-Romagna ha già avviato il dialogo con il Governo per definire un piano di ristori economici per imprese e famiglie e un piano di ricostruzione e messa in sicurezza del territorio, una volta aver salvaguardato l’incolumità pubblica. È previsto per martedì il prossimo Consiglio dei ministri, nel quale, come afferma il ministro dell’Interno Piantedosi, sarà possibile effettuare un decreto legge per la Regione colpita e che richiede l’impiego di risorse straordinarie per coprire i danni del maltempo.

Nel frattempo, il viceministro dell’Economia, Maurizio Leo, annuncia che saranno sospesi gli adempimenti tributari per imprese e famiglie dei comuni colpiti dal maltempo; altre agevolazioni saranno applicate dalla Cassa di Ravenna spa, la quale ha deliberato la possibilità di concedere finanziamenti a condizioni vantaggiose per consentire di ripristinare i beni danneggiati.

La conta dei danni è in corso e gli interventi sono in pianificazione. È il caso di domandarsi se i soldi pubblici che verranno impiegati non sarebbero potuti essere investiti per evitare il disastro idrogeologico.

Per ridurre la verificabilità di questi eventi catastrofici è necessario uno studio riguardo la conformazione geomorfologica del territorio (la presenza di rilievi e di bacini idrici), ma anche dell’azione dell’essere umano, dal momento che la progressiva urbanizzazione, il disboscamento, l’abusivismo edilizio e la mancata manutenzione degli argini aumentano la violenza e i danni dei fenomeni meteorologici.

La programmazione di interventi di monitoraggio e di pianificazione per la messa in sicurezza del luogo è lo strumento di prevenzione più efficace per evitare l’esposizione della popolazione a fenomeni estremi e ai conseguenti danni civili ed economici che dovranno essere coperti con soldi pubblici.

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