Ambiente

Cina: è record di emissioni, ma le rinnovabili aumentano

L’impatto della crescita economica del Paese ha determinato un aumento del 4% delle emissioni di gas alteranti. Grazie alle fonti non fossili, però, il picco dovrebbe arrivare già quest’anno
Credit: Sam Tsang/South China Morning Post via ZUMA Press Wire
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18 maggio 2023 Aggiornato alle 08:00

Nel primo trimestre dell’anno le emissioni cinesi di gas alteranti sono cresciute del 4% rispetto all’anno precedente, segnando un nuovo pericoloso record, con il superamento della soglia di 3 miliardi di tonnellate. Il dato è stato riportato dalla nuova analisi elaborata dal Centre for Research on Energy and Clean Air (Crea) per il sito inglese di analisi Carbon Brief, che attraverso la valutazione di molteplici indicatori ha rilevato un incremento sostenuto delle emissioni, causato dalla ripresa economica e dalla fine delle politiche di quarantena Covid-zero da parte del Governo cinese.

Le emissioni sono aumentate principalmente per l’uso delle risorse fossili, con una crescita del 5,5% del consumo di petrolio, del 3,6% di carbone e dell’1,4% di gas naturale. La produzione di cemento, altro fattore ad alto impatto inquinante, è cresciuta dal 4,1%.

Ad alimentare questi incrementi è intervenuta anche la nuova politica governativa basata su una serie di stimoli economici e finanziari per il settore manifatturiero e quello delle costruzioni. Inoltre nella prima parte dell’anno si è verificato un collasso della produzione di energia idroelettrica a causa della scarsità di piogge.

Allo stesso tempo, nonostante il nuovo record di emissioni, per la prima volta in Cina la capacità di generazione di energia elettrica da parte delle fonti non fossili ha superato quella delle fonti fossili.

Il combinato fra energie rinnovabili ed energia nucleare ha oltrepassato il 50% del totale. La capacità installata legata all’energia solare ha raggiunto il record di 34 gigawatt nella prima parte dell’anno, triplicandosi rispetto ai 13 GW dello stesso periodo nel 2022.

Anche l’eolico installato ha fatto un nuovo record con 10.4 GW aggiunti nel 2023 e un incremento del 32% rispetto all’anno precedente.

Nel frattempo, i programmi dedicati alla costruzione di nuove centrali nucleari hanno conosciuto un ulteriore impulso governativo, con circa 27 GW in costruzione che si dovrebbero sommare ai 57 GW già operativi.

Il Governo di Pechino ha come target energetico il raggiungimento di 70 GW operativi entro il 2025.

Suscitano notevoli preoccupazioni i progetti di costruzione delle nuove centrali a carbone che potrebbero minare i piani climatici adottati dalla Cina in seguito all’Accordo di Parigi. Ma con la continua espansione delle rinnovabili, il Paese dovrebbe riuscire a contenere l’aumento delle emissioni entro l’anno corrente: «Guardando al resto dell’anno, è probabile che le emissioni della Cina raggiungano il massimo storico nel 2023, superando il picco precedente del 2021. La rapida espansione dell’energia a basse emissioni di carbonio, se sostenuta, potrebbe consentire alle emissioni di raggiungere il picco ed entrare in un declino strutturale, una volta che la ripresa post-Covid si sarà conclusa», hanno affermato le ricercatrici Lauri Myllyvirta e Qi Qin di Crea.

I piani climatici cinesi prevedono il picco per il 2030 e il raggiungimento del net-zero entro il 2060. La notevole accelerazione delle rinnovabili potrebbe anticipare questi risultati. Secondo un recente report del think tank Ember, la Cina è la prima nazione per emissioni a livello planetario, responsabile di oltre 4,6 miliardi di tonnellate di CO2 annuali, pari al 38% delle emissioni globali totali derivate dalla generazione di elettricità.

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