Ambiente

Ue: nuova stretta contro greenwashing e obsolescenza precoce

Si rafforza la lotta di Bruxelles contro il malfunzionamento prematuro dei prodotti. Borzan (S&D): «Basta guadagnare con beni di consumo che si rompono a garanzia appena scaduta». E sull’ambiente stop alle etichette generiche
Credit: Agne Kisonaite
Fabrizio Papitto
Fabrizio Papitto giornalista
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15 maggio 2023 Aggiornato alle 07:00

La battaglia dell’Europa contro l’obsolescenza programmata o precoce dei prodotti va avanti da almeno un decennio, ovvero da quando, nel 2013, il Comitato economico e sociale europeo (Cese) si espresse a favore del “divieto totale dei prodotti con difetti intrinseci progettati per porre fine alla vita del prodotto”.

Ma ora Bruxelles sembra vicina a una nuova stretta.

L’11 maggio gli eurodeputati hanno infatti approvato la loro posizione sulla nuova proposta di direttiva presentata a marzo dell’anno scorso in merito alla “responsabilizzazione dei consumatori per la transizione verde mediante il miglioramento della tutela dalle pratiche sleali e dell’informazione”.

L’obiettivo, viene spiegato in una nota ufficiale, è quello di aiutare i consumatori a fare scelte rispettose dell’ambiente e incoraggiare le aziende a offrire loro prodotti più durevoli e sostenibili.

A questo scopo il Parlamento intende vietare l’introduzione di caratteristiche di progettazione che limitino la durata di un prodotto o che ne causino il malfunzionamento prematuro.

Per i legislatori europei, inoltre, i produttori “non dovrebbero essere autorizzati a limitare le funzionalità di un prodotto quando questo viene utilizzato con materiali di consumo, parti di ricambio o accessori prodotti da altre aziende”.

L’Europarlamento propone anche di informare gli acquirenti di eventuali limiti alla riparazione prima dell’acquisto, e punta a introdurre un nuovo marchio di garanzia che indichi non solo la durata della copertura richiesta per legge, ma anche la durata di eventuali estensioni della garanzia offerte dai produttori. Un correttivo che servirebbe a “mettere in evidenza i prodotti di qualità e motivare le aziende a concentrarsi di più sulla durabilità”.

«Il settore non potrà più guadagnare producendo beni di consumo che si rompono a garanzia appena scaduta», ha commentato la relatrice Biljana Borzan del Gruppo S&D (Alleanza progressista di Socialisti e Democratici) a margine della votazione.

«I consumatori dovranno essere informati in modo chiaro delle opzioni e dei costi di riparazione – ha aggiunto – Le etichette dei prodotti informeranno i cittadini sui prodotti con una garanzia di durata maggiore e i fabbricanti con i prodotti più durevoli ne beneficeranno».

Contestualmente, in un’ottica di contrasto al cosiddetto greenwashing, il mandato negoziale approvato dall’Europarlamento prevede di vietare l’uso di indicazioni ambientali generiche come “rispettoso dell’ambiente”, “naturale”, “biodegradabile”, “neutrale dal punto di vista climatico” o “ecologico” se non sono accompagnate da prove dettagliate.

Il provvedimento mira inoltre a “vietare le dichiarazioni ambientali basate esclusivamente su sistemi di compensazione delle emissioni di carbonio” o altre pratiche ingannevoli. «La giungla delle false dichiarazioni ambientali finirà – ha concluso Borzan – poiché saranno consentite solo le dichiarazioni ecologiche certificate e comprovate».

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