Ambiente

Ultima Generazione: processo aggiornato a ottobre

Senato, Ministero della Cultura e Comune di Roma accolti come parte civile. Solidarietà di esponenti Pd e diversi gruppi ai ragazzi accusati di danneggiamento aggravato per aver imbrattato la facciata del Senato
Davide Nensi e Alessandro Sulis: due dei tre attivisti di Ultima Generazione entrano al tribunale di piazzale Clodio. Roma 12 maggio 2023
Davide Nensi e Alessandro Sulis: due dei tre attivisti di Ultima Generazione entrano al tribunale di piazzale Clodio. Roma 12 maggio 2023 Credit: ANSA/MASSIMO PERCOSSI
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12 maggio 2023 Aggiornato alle 21:00

Una sorta di “nulla di fatto” nella prima udienza che vede a processo i tre giovani di Ultima Generazione che lo scorso 2 gennaio imbrattarono la facciata della sede del Senato a Roma.

Oggi il giudice monocratico ha accolto come parti civili nel procedimento il Senato della Repubblica, il Ministero della Cultura e il Comune di Roma e ha aggiornato il tutto al prossimo 18 ottobre.

Rinvio a parte, tra i tanti cori di condanna da parte delle forze politiche di centrodestra e non solo, si registrano però anche diverse mani tese nei confronti degli attivisti che provano - seppur con azioni eclatanti - a lanciare un grido di allarme per la crisi climatica denunciando l’inazione del governo in tal senso.

Esponenti del Pd, pur condannando il gesto, hanno infatti espresso solidarietà ai tre giovani imputati autori (Laura, Davide e Alessandro) del lancio di vernice, sostenendo di comprendere le motivazioni della loro causa.

A un presidio di solidarietà che si è tenuto in Piazzale Clodio a Roma hanno inoltre partecipato, per portare il loro sostegno a Ultima Generazione, esponenti di Greenpeace, Amnesty International, Extinction Rebellion, Fridays for Future e anche Cgil.

Per i ragazzi imputati rimane l’accusa di danneggiamento aggravato e rischiano fino a 5 anni di reclusione e 15.000 euro di multa: va ricordato inoltre che l’azione del 2 gennaio non ha causato danni alla facciata, ripulita subito dopo. Così come subito dopo il gesto il Presidente del Senato Ignazio La Russa aveva dichiarato di voler costituire come parte civile il Senato stesso, questione accolta oggi in aula. I giovani una volta usciti dal tribunale hanno ribadito di rivendicare il gesto.

«Non ci fermeremo. Non è forse violenza la mancanza d’acqua, di cibo e povertà legate alla crisi del clima?», hanno detto rivolgendosi a chi accusava loro di utilizzare metodi violenti.

Da Ultima Generazione ribadiscono dunque di voler «denunciare l’incapacità del Governo italiano di affrontare l’emergenza climatica. Vogliamo che si assumano le proprie responsabilità. Noi ci assumiamo le nostre andando a processo e pagando le conseguenze delle nostre azioni, ma non ci fermeremo».

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