Diritti

Russia: Google multato per non aver rimosso contenuti Lgbt

La sanzione, di quasi 39.000 dollari, punisce il motore di ricerca di Alphabet per aver promosso relazioni tra persone dello stesso sesso e informazioni che criticano le forze armate russe
Credit: Pbs.org
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
15 maggio 2023 Aggiornato alle 09:00

La legge russa contro la “propaganda Lgbt” ha colpito ancora: stavolta, nel mirino del Cremlino, è finito Google. Un tribunale del distretto Taganksy di Mosca ha stabilito che l’azienda è colpevole di aver rifiutato di rimuovere i contenuti relativi alle relazioni tra persone dello stesso sesso come richiesto dalla legge russa.

La multa è di 3 milioni di rubli, equivalenti a 38.600 dollari, e comprende anche una sanzione per non aver cancellato quelle che sono state definite “false informazioni” sulla campagna militare russa in Ucraina. Non è la prima volta che Mosca impone multe alle società tecnologiche occidentali: questa mossa si inserisce nel tentativo di aumentare il controllo sui contenuti che fruiscono online gli utenti russi, spiega Reuters.

Secondo il giudice Timur Vakhramyev il motore di ricerca sarebbe colpevole ai sensi dell’articolo 13.41 del Codice amministrativo della Federazione Russa, che riguarda la “mancata cancellazione da parte del proprietario di un sito Web di informazioni o di una pagina Web nel caso in cui l’obbligo di eliminare tali informazioni, sia incluso nella legislazione della Federazione Russa”.

La Corte ha fatto riferimento a diversi video pubblicati sulla piattaforma YouTube, di proprietà di Google, che ha definito “di propaganda”: riguardano le relazioni sessuali “non tradizionali”, così definite dal presidente russo Vladimir Putin, l’educazione dei figli in famiglie dello stesso sesso e la vita delle persone Lgbt a San Pietroburgo, pubblicati dal blogger Karen Shahinyan, che le autorità russe ritengono essere un “agente straniero”, riferisce l’agenzia di stampa statale russa Tass. Quando il watchdog russo dei media ha scoperto i suoi video, ha chiesto a Google di rimuoverli immediatamente. Ma Google non l’ha fatto.

A novembre dello scorso anno, la Russia ha rafforzato le sue leggi contro la comunità arcobaleno, ampliando l’interpretazione di ciò che si qualifica come “propaganda Lgbt” ed è stata pesantemente criticata da gruppi indipendenti per i diritti umani. In base alla nuova legge (bocciata dalla Corte di Strasburgo perché discrimina e lede il diritto alla libertà d’espressione), qualsiasi informazione considerata un tentativo di promuovere l’omosessualità in pubblico, online o in film, libri o pubblicità, potrebbe incorrere in una pesante multa fino a 5 milioni di rubli, a seconda della categoria della violazione e se è stata commessa da un personaggio pubblico. Vladimir Putin ha criticato quella che chiama la «depravazione morale delle èlite liberali occidentali», promuovendo cause conservatrici sia in Russia che all’estero, spesso prendendo di mira le comunità Lgbt.

Negli ultimi mesi, sottolinea il Wall Street Journal, il Cremlino ha anche tentato di convincere i russi a lasciare le piattaforme di social media occidentali per controllare la narrativa relativa all’invasione dell’Ucraina. Ha bloccato siti web di dozzine di mezzi di informazione russi indipendenti, installato firewall attorno a diversi social network come Facebook e Twitter, e promosso piattaforme come Rutube. Le autorità hanno approvato una legge che prevede il carcere per chiunque pubblichi quelle che le autorità considerano “false informazioni” riguardo il conflitto e le azioni delle sue forze armate. Il termine “guerra”, in riferimento a quella che la Russia chiama “operazione militare speciale” in Ucraina, è stato vietato. Google avrebbe rifiutato di rimuovere contenuti anche su questo fronte.

I rappresentanti della piattaforma non hanno risposto immediatamente a una richiesta di commento sulla multa o riguardo l’intenzione della società di presentare ricorso. A maggio dello scorso anno la filiale russa di Google ha presentato istanza di fallimento dopo che le autorità hanno congelato il principale conto bancario della piattaforma nel Paese a seguito di una multa del valore di 7,2 miliardi di rubli, secondo l’agenzia di stampa russa Interfax: circa 93 milioni di dollari. La ragione? La “sistematica incapacità di rimuovere informazioni vietate in Russia”.

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