Ambiente

Jet privati: 3,3 milioni di tonnellate di CO2 nel 2022

L’utilizzo di aerei personali (spesso anche per brevi tratte) porta con sé lusso, comodità e tanto inquinamento. Lo scorso anno sono stati più di 5 milioni i voli non commerciali
Credit: Lucas Pezeta
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4 maggio 2023 Aggiornato alle 18:00

La possibilità di utilizzare l’aereo come mezzo di trasporto è un’opzione accessibile solamente a una parte della popolazione. Pertanto, quando parliamo di jet privati, la maggior parte delle persone non sa cosa si provi a viaggiare in questo modo, privatamente. Un lusso, dunque, irraggiungibile a molti e che permette a celebrità e persone di spicco di ridurre i tempi per gli spostamenti adattando il viaggio alle proprie esigenze di orario e di tratta, coprendo così anche rotte generalmente non battute dalle tradizionali compagnie aeree.

E se è vero che gestire autonomamente i propri soldi è un diritto, è anche vero che dobbiamo considerare i danni che queste scelte hanno sull’ambiente. Soprattutto perché i jet privati costituiscono una fonte di grande inquinamento per il Pianeta. L’analisi di Transport & Environment stima che i jet privati inquinino dalle 5 alle 14 volte in più rispetto agli aerei commerciali, incrementando la quantità di gas serra presente nell’aria. Sebbene questi mezzi rappresentino solo il 4% del mercato dell’aviazione, secondo Greenpeace nel 2022 sono state emesse circa 3,3 milioni di tonnellate di CO2 solo in Europa.

Un freno all’utilizzo degli aerei privati era stato messo dalla pandemia, quando si era tutto completamente fermato. Tuttavia, a distanza di 3 anni, il lockdown e il cielo libero da scie di condensazione sono solo un lontano ricordo e la corsa ai jet ha ripreso, con ancora più carica. Secondo lo Us Institute for Policy Studies e il gruppo Patriotic Millionaires, nel 2022 si sono superati i 5 milioni di voli privati, raggiungendo un nuovo apice dal 2007, ovvero da dopo la crisi finanziaria del 2008. Lo scorso anno sono aumentate le richieste di acquisto di aerei personali, sia nuovi che di seconda mano, per un valore di mercato di circa 34,1 miliardi di dollari, che dovrebbe raggiungere i 34,6 miliardi nel 2023.

A livello europeo i voli sono cresciuti del 64% tra il 2021 e il 2022, passando da poco più di 350.000 a 572.806 e di questi 55.624 sono partiti dall’Italia, per una media di 152 voli al giorno. Certamente pochi rispetto ai numeri dell’aviazione commerciale, ma molto più ampi se analizzati con il loro corrispettivo impatto ambientale, che ha generato solo lo scorso anno e nel nostro Paese circa 5.300 tonnellate di CO2.

Quello che a oggi manca nella maggior parte dei Paesi è una tassazione adeguata sui jet privati perché, evidenzia Chuck Collins, ricercatore dell’Istituto Statunitense per gli Studi Politici, «Se non possiamo vietare i jet privati, dovremmo almeno tassarli e chiedere loro di pagare per compensare i loro danni ambientali e le sovvenzioni». Un argomento sempre più al centro del dibattito pubblico, che si propone di salvaguardare, ameno in parte, l’enorme peso ambientale che le scelte dei super ricchi comportano. Secondo Patriotic Millionaires, bisognerebbe introdurre una tassa sugli acquisti dei jet privati pari almeno al 10% per i beni usati e al 5% per quelli nuovi. Un sistema che secondo il gruppo porterebbe alla raccolta di 2,6 miliardi di dollari.

Ad oggi, difatti, sono pochi i Paesi che hanno mosso passi concreti verso un sistema di tassazione più attento, come a esempio il Canada che dallo scorso 1 settembre prevede una tassa sull’acquisto di veicoli e aeromobili di lusso. Anche la Francia ha deciso di limitare il ricorso all’aereo per tratte sotto le 2 ore e mezza incentivando, invece, l’utilizzo dei treni. Altri Stati hanno, invece, provato a contenere lo sviluppo dei jet privati: la Svizzera ha presentato una legge sulla tassazione della CO2, creando un sistema di autofinanziamento per un fondo per il clima (una legge che, tuttavia, è stata respinta). In Italia è Alleanza Verdi Sinistra a spingere verso una limitazione dell’uso degli aerei privati: vorrebbe infatti vietarne l’utilizzo per tratte sotto i 240 minuti, aggiungendo una tassazione maggiore per i suoi passeggeri.

Il problema dei voli privati è evidente se consideriamo che la maggior parte copre tratte molto brevi: secondo Greenpeace, nel 2022 il 55% non superava i 750 km; tra i viaggi più battuti abbiamo Parigi - Londra e, per l’Italia, Roma - Milano al primo posto. Questo fa sì che, come evidenzia l’analisi di Transport & Environement, la quantità di inquinamento prodotta in 4 ore da un miliardario che utilizza un jet privato viene realizzata da un individuo qualsiasi in una vita intera.

Con l’intento di denunciare tutto ciò, è nato l’account Twitter “Jet dei Ricchi” che vuole accendere i riflettori sulla questione: così, twitta chi usa i jet privati, quando, quali tratte vengono effettuate e le quantità di CO2 prodotte.

È arrivato il momento di considerare gli effetti che hanno le scelte dei super ricchi sull’ambiente e sulle nostre vite, e se il buon senso non basta allora è necessario che vengano inserite leggi apposite. Anche perché al di là dei soldi e del lusso, il costo reale dell’inquinamento lo stiamo pagando tutti a suon di bombe d’acqua, fiumi vuoti e riscaldamento globale.

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