Economia

Decreto lavoro 2023, dal nuovo Rdc al taglio del cuneo fiscale

Tra le novità introdotte spiccano l’assegno di inclusione, che dal 2024 sostituirà il Reddito di Cittadinanza, l’aumento del taglio del cuneo fiscale per i redditi medio-bassi e incentivi fiscali per le assunzioni under 30
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5 maggio 2023 Aggiornato alle 14:00

È stato approvato dal Consiglio dei Ministri il nuovo attesissimo Decreto lavoro del Governo Meloni, che prevede numerosi interventi a favore di imprese e lavoratori.

Tra i provvedimenti, spicca l’eliminazione del Reddito di cittadinanza, che verrà sostituito dall’assegno di inclusione a partire dal 2024.

Questa agevolazione economica è destinata alle famiglie con membri disabili, over 60 o minori, con un Isee inferiore a 9.360 euro o un reddito annuo inferiore a 6.000 euro.

Tuttavia, i beneficiari in grado di lavorare sono tenuti ad accettare un’offerta di lavoro della durata minima di un mese. Se il lavoro termina entro i primi sei mesi, il pagamento dell’assegno viene sospeso temporaneamente.

Ma le novità non finiscono qui. Il decreto lavoro prevede varie misure mirate a incentivare l’occupazione e a snellire il carico fiscale.

Una di queste è l’aumento del taglio del cuneo fiscale fino alla fine dell’anno, per i redditi fino a 35.000 euro. Per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi, ciò potrebbe significare fino a 100 euro al mese in busta paga per 6 mesi.

Il cuneo fiscale è stato ridotto di altri 4 punti percentuali rispetto alla precedente Legge di Bilancio, arrivando a un taglio complessivo di 6 punti percentuali per redditi fino a 35.000 euro e di ben 7 punti percentuali fino a 25.000 euro.

Finalizzato a migliorare la qualità della vita dei lavoratori è anche il fringe benefit, vantaggio fiscale che, per i dipendenti privati con figli a carico, è stato aumentato a 3.000 euro.

Per favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e contrastare la disoccupazione giovanile, il Decreto lavoro prevede inoltre sgravi contributivi fino al 60% della retribuzione mensile lorda per le aziende che assumono giovani under 30 che non studiano né lavorano in Italia (si stima che siano circa 3 milioni nella fascia d’età 15-34 anni), e per chi assume disoccupati fino a 35 anni al Sud e nelle Isole, a partire dal 1° giugno 2023 fino alla fine dell’anno.

È in programma anche la creazione di un fondo di 10 milioni di euro per il 2023, destinato alle famiglie degli studenti deceduti mentre partecipavano ad attività formative come l’alternanza scuola-lavoro.

Inoltre, le aziende con più di 1.000 dipendenti avranno la possibilità di utilizzare i contratti di espansione fino alla fine del 2023, che permetteranno ai lavoratori di accedere a uno scivolo pensionistico, anticipando la pensione di cinque anni.

Sale a 15.000 euro (da 10.000) il limite massimo per l’utilizzo dei voucher per le prestazioni occasionali, solo per le imprese con un massimo di 25 lavoratori subordinati a tempo indeterminato, operanti nei settori dei congressi, dei parchi divertimento, degli stabilimenti termali e degli eventi.

Inoltre, negli stessi settori, il limite di età di 29 anni per i contratti di apprendistato professionalizzante è stato eliminato, permettendo di assumere così anche lavoratori sopra i 40 anni, purché disoccupati.

Novità anche per i contratti a termine, che grazie al decreto lavoro saranno più flessibili, e non richiederanno più le “causali” per il rinnovo oltre i 12 mesi e fino a 2 anni di durata. La definizione delle esigenze tecniche, organizzative o produttive dovrà essere concordata tra datore di lavoro e lavoratore, o stabilita dai contratti collettivi o aziendali.

Sono tante le speranze riposte nelle potenzialità di questo decreto, che conferma l’impegno del governo per sostenere famiglie e imprese italiane in un momento di grande difficoltà economica.

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