Decreto lavoro 2023, dal nuovo Rdc al taglio del cuneo fiscale

È stato approvato dal Consiglio dei Ministri il nuovo attesissimo Decreto lavoro del Governo Meloni, che prevede numerosi interventi a favore di imprese e lavoratori.
Tra i provvedimenti, spicca l’eliminazione del Reddito di cittadinanza, che verrà sostituito dall’assegno di inclusione a partire dal 2024.
Questa agevolazione economica è destinata alle famiglie con membri disabili, over 60 o minori, con un Isee inferiore a 9.360 euro o un reddito annuo inferiore a 6.000 euro.
Tuttavia, i beneficiari in grado di lavorare sono tenuti ad accettare un’offerta di lavoro della durata minima di un mese. Se il lavoro termina entro i primi sei mesi, il pagamento dell’assegno viene sospeso temporaneamente.
Ma le novità non finiscono qui. Il decreto lavoro prevede varie misure mirate a incentivare l’occupazione e a snellire il carico fiscale.
Una di queste è l’aumento del taglio del cuneo fiscale fino alla fine dell’anno, per i redditi fino a 35.000 euro. Per i lavoratori dipendenti con redditi medio-bassi, ciò potrebbe significare fino a 100 euro al mese in busta paga per 6 mesi.
Il cuneo fiscale è stato ridotto di altri 4 punti percentuali rispetto alla precedente Legge di Bilancio, arrivando a un taglio complessivo di 6 punti percentuali per redditi fino a 35.000 euro e di ben 7 punti percentuali fino a 25.000 euro.
Finalizzato a migliorare la qualità della vita dei lavoratori è anche il fringe benefit, vantaggio fiscale che, per i dipendenti privati con figli a carico, è stato aumentato a 3.000 euro.
Per favorire l’inserimento dei giovani nel mondo del lavoro e contrastare la disoccupazione giovanile, il Decreto lavoro prevede inoltre sgravi contributivi fino al 60% della retribuzione mensile lorda per le aziende che assumono giovani under 30 che non studiano né lavorano in Italia (si stima che siano circa 3 milioni nella fascia d’età 15-34 anni), e per chi assume disoccupati fino a 35 anni al Sud e nelle Isole, a partire dal 1° giugno 2023 fino alla fine dell’anno.
È in programma anche la creazione di un fondo di 10 milioni di euro per il 2023, destinato alle famiglie degli studenti deceduti mentre partecipavano ad attività formative come l’alternanza scuola-lavoro.
Inoltre, le aziende con più di 1.000 dipendenti avranno la possibilità di utilizzare i contratti di espansione fino alla fine del 2023, che permetteranno ai lavoratori di accedere a uno scivolo pensionistico, anticipando la pensione di cinque anni.
Sale a 15.000 euro (da 10.000) il limite massimo per l’utilizzo dei voucher per le prestazioni occasionali, solo per le imprese con un massimo di 25 lavoratori subordinati a tempo indeterminato, operanti nei settori dei congressi, dei parchi divertimento, degli stabilimenti termali e degli eventi.
Inoltre, negli stessi settori, il limite di età di 29 anni per i contratti di apprendistato professionalizzante è stato eliminato, permettendo di assumere così anche lavoratori sopra i 40 anni, purché disoccupati.
Novità anche per i contratti a termine, che grazie al decreto lavoro saranno più flessibili, e non richiederanno più le “causali” per il rinnovo oltre i 12 mesi e fino a 2 anni di durata. La definizione delle esigenze tecniche, organizzative o produttive dovrà essere concordata tra datore di lavoro e lavoratore, o stabilita dai contratti collettivi o aziendali.
Sono tante le speranze riposte nelle potenzialità di questo decreto, che conferma l’impegno del governo per sostenere famiglie e imprese italiane in un momento di grande difficoltà economica.