Diritti

Usa: cresce il sostegno al diritto all’aborto

A quasi 1 anno dal ribaltamento di Roe V. Wade, secondo il Pew Research Center per il 22% degli americani l’interruzione di gravidanza dovrebbe essere disponibile in qualsiasi momento; per il 12%, entro i 6 mesi
Credit: Gina M Randazzo/ZUMA Press Wire
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
3 maggio 2023 Aggiornato alle 19:00

Era il 3 maggio 2022 quando Politico rivelò in esclusiva che la Corte Suprema degli Stati Uniti avrebbe potuto schierarsi a favore dell’annullamento di Roe v. Wade, la sentenza del 1973 che garantiva il diritto all’aborto a livello federale. Il quotidiano era entrato in possesso di una bozza redatta dal giudice Samuel Alito sul caso Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization, in cui era in ballo la costituzionalità della legge anti abortista del Mississippi proposta nel 2018 per vietare l’aborto dopo la 15° settimana. Non era certo che si trattasse del verdetto definitivo, ma di lì a poche settimane quella bozza sarebbe diventata realtà.

Ancora oggi, a 11 mesi dal rovesciamento di Roe V. Wade, proseguono le battaglie legali per limitare ulteriormente la procedura: in Carolina del Sud e in Nebraska, dove l’aborto è consentito fino a 22 settimane di gravidanza, i politici locali hanno bocciato 2 disegni di legge che avrebbero potuto cambiare radicalmente le cose. I 2 Stati, a guida conservatrice, si sarebbero aggiunti ai 14 che già limitano fortemente questo diritto (alcuni prevedono eccezioni per stupro o in caso di pericolo per la vita della donna).

Ma che cosa ne pensano gli americani? Secondo il nuovo rapporto del Pew Research Center condotto su 5.079 persone tra il 27 marzo e il 2 aprile, il numero di persone che vivono in Stati in cui l’aborto è vietato o limitato e che ritengono che l’accesso all’interruzione di gravidanza dovrebbe essere più facile nel luogo in cui vivono è aumentato dal 2019. Laddove è stato emanato il divieto quasi totale di aborto dopo la Dobbs, parliamo del 43% degli intervistati rispetto al 31% del 2019. Negli Stati in cui è limitato, o che hanno avviato controversie legali, il 38% ritiene che l’accesso dovrebbe essere più facile, rispetto al 27% nel 2019. I numeri sono aumentati anche negli Stati senza nuove restrizioni, ora al 27% rispetto al 24% nel 2019.

Dal sondaggio emerge anche che, dal 1995, è cresciuto anche il sostegno complessivo all’aborto, ma questo deriva principalmente da un apporto maggiore da parte dei democratici e degli indipendenti di tendenza democratica. Dall’ultimo sondaggio nazionale condotto dal centro di ricerca Marist Poll (in partnership con i media statunitensi Pbs NewsHour e Npr) su 1.291 persone over 18 a metà aprile, è emerso che molti (59%) si oppongono alla decisione della Corte Suprema e il 61% afferma di sostenere il diritto all’aborto. A giugno del 2022 erano il 55%: un aumento di 6 punti percentuali.

Tuttavia, come mostrava il sondaggio del Pew Research Center, l’opinione pubblica americana riguardo l’aborto è sfumata: nonostante la maggioranza supporti la procedura, quasi 2 americani su 3 (66%) vogliono restrizioni significative che lo consentano, al massimo, entro i primi 3 mesi. Dando un’occhiata più da vicino alle opinioni degli statunitensi, il 22% ritiene che l’aborto dovrebbe essere disponibile in qualsiasi momento durante la gravidanza, mentre il 12% afferma che dovrebbe essere consentito entro i primi 6 mesi di gestazione; il 25% che dovrebbe essere limitato ai primi 3 mesi e un altro 25% che dovrebbe essere consentito solo in caso di stupro, incesto o per salvare la vita della donna incinta.

Una percentuale che è diminuita, invece, è quella di chi sostiene di conoscere personalmente qualcuno che ha abortito: il 61% (ben 5 punti in meno della scorsa estate). Questo potrebbe dipendere dallo spettro delle sanzioni penali e civili per chi pratica interruzioni di gravidanze. Alcuni Stati, inoltre, si sono mossi per perseguire chi aiuta le donne a eludere le restrizioni sull’aborto nel luogo in cui vivono e superare il confine per ottenere le cure di cui hanno bisogno. In questo contesto, più di due terzi degli intervistati si sono detti favorevoli a leggi che forniscano un rifugio sicuro alle persone che cercano di abortire fuori dallo Stato.

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