Ambiente

Automobili: il G7 dice sì ai biocarburanti

Nell’atto finale del vertice giapponese viene evidenziato il ruolo dei combustibili a base vegetale nel processo di decarbonizzazione del settore automotive. L’Italia festeggia, ma l’Ue la pensa diversamente
Credit: Ryoji Iwata
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18 aprile 2023 Aggiornato alle 11:15

Dopo la porta in faccia di Europa e Germania, l’Italia ha ottenuto un assist dal G7 riguardo la nodosa questione dei biocarburanti. Come noto, il Belpaese aveva chiesto di poter inserire i carburanti basati su scarti agricoli e vegetali in quelli autorizzati in vista dei divieti di vendita nell’ Ue per le auto a combustione diesel e benzina dal 2035. Ma da Bruxelles era arrivato un sì a Berlino per salvare gli e-fuels e un no allo Stivale sui biocarburanti, di cui l’Italia vanta una produzione importante.

Ora, al vertice giapponese del G7 che si è tenuto a Sapporo, nei documenti finali del gruppo composto da Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti, viene evidenziata l’importanza del ruolo dei biocarburanti nella decarbonizzazione del settore auto. Nelle conclusioni del vertice del G7 per il Clima, l’Energia e l’Ambiente i biocarburanti vengono infatti associati ai carburanti sintetici nello statement finale che evidenzia “le opportunità che questi offrono per contribuire a una forte decarbonizzazione del settore automotive”.

Una sorta di assist all’Italia che chiede all’Europa di inserirli in quei prodotti neutrali utili alla decarbonizzazione, anche se l’Ue non è sulla stessa linea di pensiero. La spinta ricevuta dal G7 ha fatto dire al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin che «già da domani occorra far ripartire il dialogo con i Paesi europei per arrivare con dati scientifici certi alle soluzioni migliori: i biocarburanti potranno sostituire benzina e diesel e mantenere viva l’industria dell’automobile italiana».

«La battaglia che il Governo ha condotto finora in Europa, assieme ai ministri Salvini e Urso - ha aggiunto Pichetto - ne è testimonianza e l’apertura dei Paesi del G7 lasciano ben sperare che i risultati che l’Italia vuole ottenere rappresentano degli obiettivi internazionali a tutela della filiera dell’automotive».

“Ognuno di noi - si legge nel documento conclusivo del vertice - è impegnato a perseguire politiche e investimenti per garantire che i nostri sforzi per decarbonizzare la nostra flotta di veicoli siano in linea con le traiettorie necessarie per mantenere un aumento della temperatura di 1,5°C a portata di mano e sono coerenti con l’integrità ambientale e climatica. In questo contesto, evidenziamo le varie azioni che ognuno di noi sta intraprendendo per decarbonizzare la nostra flotta, comprese le politiche nazionali progettate per raggiungere il 100% o la massiccia penetrazione delle vendite di veicoli leggeri (LDV) come ZEV entro il 2035 e al di là; raggiungere il 100% di veicoli elettrificati nelle vendite di autovetture nuove entro il 2035; promuovere le infrastrutture associate e combustibili sostenibili a emissioni zero, compresi i combustibili biologici e sintetici sostenibili. Prendiamo atto delle opportunità offerte da queste politiche per contribuire a un settore stradale altamente decarbonizzato, compreso il progresso verso una quota di oltre il 50% di LDV a emissioni zero venduti a livello globale entro il 2030”.

Con la spinta del G7 si aprono dunque piccole speranze italiane per un nuovo faccia a faccia con l’Europa sul tema auto, rafforzato anche dalla recente apertura della commissaria europea Kadri Simson che ha confermato di aver affrontato il tema con il ministro italiano, affermando che il confronto tra i vari Paesi prosegue anche per una implementazione dell’accordo.

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