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Orto urbano, che passione!

Torino vince il premio per quello più bello, ma a Roma arrivano dalla Colombia per visitare quello di Garbatella. Ti raccontiamo un fenomeno in continua espansione
Credit: CHUTTERSNAP
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20 aprile 2023 Aggiornato alle 07:00

Un’area verde di dimensione variabile di proprietà comunale, cittadini e volontari che se ne prendono cura: una realtà che è anche un modello di relazioni sociali e di sviluppo di processi partecipativi.

Stiamo parlando degli orti urbani, che da Nord a Sud stanno prendendo sempre più piede e già regalano qualche bell’esempio. È il caso per esempio di Torino, che all’evento degli Orti Generali ha vinto il Premio Nazionale del Paesaggio 2023, o di Roma, che per due volte ha ricevuto il riconoscimento di best pratice a livello internazionale da Transfert NetworkUrbact Ru:Rban.

La capitale, secondo i dati Istat più recenti, relativi al 2021, si classificherebbe soltanto al 20posto nella classifica dei capoluoghi con più orti urbani, per un totale di 35.100 metri quadri. Eppure a febbraio si sono scomodati da Barranquilla – quarta città colombiana per popolazione – per venire a visitare gli orti urbani di Garbatella, quartiere che ospita il primo orto cittadino nato 13 anni fa dall’occupazione comunitaria di alcuni spazi in preda al degrado e alla speculazione edilizia.

E forse, questo 20esimo posto in classifica, è da attribuirsi semplicemente a una mancanza di un censimento aggiornato: «Si stimano circa 150-160 realtà ortistiche, ma nessuno ne conosce la vera estensione, perché l’Amministrazione non ha mai effettuato il censimento relativo alla delibera 38 del 2015, per far emergere e regolarizzare le situazioni abusive, circa il 90% di quelle esistenti» spiega Andrea Messori, portavoce del Forum degli Orti Urbani Comunitari di Roma.

Continua spiegando che, il periodo della pandemia, ha alimentato l’interesse, soprattutto quello dei giovani: «Oggi il 30% delle richieste arriva dai giovani. In generale, ci sono liste d’attesa di centinaia di persone per ottenere una parcella al Parco Tre Fontane, a Valle dell’Aniene o Tor Sapienza». Ma è necessario creare alleanze tra politiche pubbliche e cittadini.

L’attuale amministrazione romana – e in particolare l’Assessorato all’Ambiente –, però, è già al lavoro per ampliare e migliorare la realtà già esistente. a esempio attraverso la regolarizzazione delle situazioni già esistenti citate da Messori e ottimizzando e ampliando gli orti presenti (per esempio è in corso un progetto dal valore di 3,8 milioni di euro destinati al parco Tre Fontane).

Ancora, censendo i terreni inutilizzati – e quindi potenzialmente utilizzabili – o vagliando il nuovo regolamento scritto dagli stessi ortisti, regolamento che sarà approvato in primavera e che permetterà una gestione condivisa con l’Amministrazione.

A delineare l’importanza di questi cambiamenti è Sabrina Alfonsi, Assessora all’Ambiente: «La regolarizzazione attraverso le convenzioni è fondamentale perché permette di offrire servizi, finanziamenti ad hoc, ampliare il raggio delle buone pratiche. Un esempio? Dotare gli orti di sistemi di raccolta di acqua piovana».

Il fenomeno degli orti urbani, però, non si limita a città come Torino o Milano: i dati Istat mettono in luce un aumento generalizzato di superficie degli orti urbani in tutto il Paese. Nel 2021 sono stati censiti oltre 217 ettari – che corrispondono alla grandezza di 310 campi da calcio – rispetto ai 208 del 2020.

In questo contesto, Bologna, Parma e Verona si aggiudicano rispettivamente le medaglie d’oro, d’argento e di bronzo, ma traguardi significativi sono stati raggiunti anche da Enna, che passa da 0 a 1600 metri quadri, e Bolzano, che guadagna circa 7000 metri quadri, superando nel complesso 1,75 ettari.

Buone notizie anche dalla Lombardia, dove 92 tra Scuole e Comuni riceveranno fondi per un totale di 150.000 euro per la realizzazione di orti didattici, urbani e collettivi, e dal Veneto, dove da inizio anno sono stati attivati diversi bandi per l’assegnazione di lotti cittadini.

Ancora, a Torino l’Università e il carcere lavorano in sinergia per la realizzazione di un progetto rivolto all’inserimento lavorativo e percorsi di autoimprenditorialità; a Scandicci, vicino Firenze, in 106 hanno fatto domanda per i 9 nuovi lotti messi a disposizione nel contesto del progetto Orti della diversità.

Al Sud e tra le Isole spiccano Napoli e Palermo. Nel capoluogo campano sono stati investiti quasi 2 milioni di euro per la riqualificazione di tre parchi cittadini con la creazione di orti didattici, oltre alla realizzazione di un documentario e la mappatura degli orti cittadini realizzata dall’associazione Agritettura 2.0. In Sicilia, invece, uno dei tanti progetti è Ri-generazioni per accorciare le distanze, che, insieme al supporto della cooperativa sociale Orto Capovolto e fino a gennaio del prossimo anno, coinvolgerà 60 ragazzi dei quartieri Zen e Albergheria.

Ma quello degli orti urbani è un fenomeno in evoluzione che va al di là delle statistiche: nel contesto, infatti, nascono anche nuove figure professionali, come il gardeniser, a metà tra un giardiniere e un organizzatore di realtà collettive. Obiettivo principale? Costruire e ricostruire il tessuto sociale che ruota intorno alle attività degli orti.

E tu cosa aspettati? Cerca l’orto urbano più vicino a te!

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