Ambiente

La storia del gatto Simon, che celebra la CO2

I membri della CO2 Coalition sono stati cacciati da una conferenza della Nation Science Teaching Association. Il fumetto che regalavano incentivava il negazionismo climatico e l’uso di combustibili fossili
Simon: The Solar-Powered Cat
Simon: The Solar-Powered Cat Credit: Credit: CO2 Coalition
Tempo di lettura 5 min lettura
17 aprile 2023 Aggiornato alle 15:00

Può un fumetto che ha per protagonista un gatto far sì che alcune persone siano cacciate da un convegno per insegnanti di scienze? Beh, se il gattino protagonista promuove negazionismo climatico e promuove l’utilizzo dei combustibili fossili, sì.

La storia arriva dagli Stati Uniti, e con più precisione da Atalanta, dove nei giorni scorsi si è svolta una conferenza tenuta e organizzata dalla Nation Science Teaching Association. Qui i partecipanti hanno ricevuto dalla CO2 Coalition, un gruppo di negazionisti climatici che rifiuta di credere ai danni provocati all’ambiente dalle emissioni di carbonio, un fumetto intitolato Simon the Solar-Powered Cat.

Inizialmente il protagonista del racconto, un gatto bianco e arancione, sembra chiedere soltanto più cibo, come d’altra parte fanno la maggior parte dei felini domestici. Ma, a pagina 5, ecco la sorpresa: il micio non si nutre di crocchette, ma di anidride carbonica. E così la CO2 diventa una “molecola miracolosa” che alimenta la vita sulla Terra e aiuta le piante a trasformare la luce solare in cibo.

Sono state 700 le copie distribuite, e Gregory Wrightstone, direttore esecutivo della CO2 Coalition, ha affermato di essere rimasto stupito della risposta positiva degli insegnanti presenti al convegno, e che i fumetti, nel giro di due giorni, sono andati a ruba.

Ma l’episodio solleva preoccupazioni tra gli scienziati e gli esperti di educazione, i quali temevano che gli insegnanti potessero diffondere disinformazione tra i loro studenti. Infatti, la maggioranza degli studiosi che si occupano di cambiamenti climatici concordano sul fatto che gli esseri umani stanno contribuendo significativamente al progredire del riscaldamento globale emettendo enormi quantità di anidride carbonica e altri gas serra. Emissioni che, secondo gli scienziati, dobbiamo ridurre per scongiurare conseguenze catastrofiche.

A spiegare le preoccupazioni è stato Andrew Dessler, esperto di clima presso la Texas A&M University: «Concentrandosi al 100% su questa idea che le piante hanno bisogno di CO2, stanno intenzionalmente fuorviando le persone evitando i veri problemi dell’anidride carbonica».

E in questo senso va la mission della CO2 Coalition, che, a detta sua, vuole informare i responsabili politici e il pubblico “dell’importante contributo apportato dall’anidride carbonica alle nostre vite e all’economia”. Un’associazione, questa, che guarda a caso riceve donazioni e denaro da organizzazioni di estrema destra e donatori che hanno legami con l’industria dei combustibili fossili.

Durante la seconda giornata del convegno, però, alcuni funzionari della Nationa Science Teaching Association ha chiesto ai membri della CO2 Coalition di interrompere la distribuzione dei loro materiali o di andarsene, e, al loro rifiuto, sono stati cacciati.

Lo studio dei cambiamenti climatici nei programmi scolastici

Negli Stati Uniti lo studio dei cambiamenti climatici non è certo una novità, ma capita di trovarsi di fronte a approcci divergenti. Capita infatti di trovarsi di fronte a Stati come il New Jersey che richiede ai propri studenti di conoscere i cambiamenti climatici, oppure il Texas Board of Education che, al contrario, chiede che nei libri di testo siano enfatizzati gli effetti “positivi” dei combustibili fossili.

Nel 2020, un rapporto del National Center for Science Education e il Texas Freedom Network Education Fund hanno classificato tutti e 50 gli Stati in base ai loro standard sull’insegnamento del cambiamento climatico, valutando quanto hanno aiutato gli studenti a capire che i cambiamenti in questione sono reali, causati dall’uomo e già in atto.

27 dei 50 Stati hanno ottenuto un punteggio B+ o superiore, e 20 C (+ o -), ma ci sono stati anche una D (West Virginia, dove il dibattito è scarso) e una F (Alabama, dove viene minimizzato il fattore umano nei cambiamenti climatici).

Per di più, nel mese di marzo il Texas State Board of Education ha modificato le sue linee guida che, come visto, richiede ai libri di testo scientifici di concentrarsi sugli effetti “positivi” dei combustibili fossili, ignorando completamente il fatto che si tratta di una delle principali cause del riscaldamento globale.

Il New Jersey, rispetto al Texas, va invece controcorrente: nel 2020 è diventato il primo Stato ad adottare standard di apprendimento che obbligano gli insegnanti e le insegnanti a istruire studenti e studentesse, sin da piccoli, sui cambiamenti climatici, permeando ogni materia a tutti i livelli scolastici.

Come? Lo racconta per esempio Shanno Falker, insegnante di inglese alla Chatham High School di Chatham, che spiega che alcuni studenti del primo anno, per esempio, hanno scritto fiction sul clima o racconti distopici sulle città allagate, mentre altri hanno offerto narrazioni in ottica più positiva sulla transizione nazionale verso le energie rinnovabili.

In generale, l’istruzione sul clima sembra essere apprezzata. Secondo un sondaggio condotto nel 2021 dal Programma sulla comunicazione sui cambiamenti climatici della Yale University, circa il 77% degli americani è a favore dell’insegnamento, mentre il 22% si dichiara contrario.

Un insegnamento che, come spiega Tony Leiserowitz, direttore del Programma di Yale, trova avversità in alcuni contesti specifici: «In realtà è una delle politiche più supportate che abbiamo misurato e sia la CO2 Coalition che i politici conservatori sono in piedi di fronte alla marea dell’opinione pubblica e cercano di trattenerla con un pezzo di cartone».

Dunque il cima – per restare in tema – sembra favorevole nonostante da parte di qualche contesto si tenti di costruire un’opposizione, anche facendo ricorso alla diffusione di disinformazione.

Leggi anche
La parlamentare inglese Nadia Whittome nel gennaio 2022 durante una manifestazione contro il disegno di legge di polizia, criminalità, condanne e tribunali
Climate change
di Costanza Giannelli 4 min lettura