Futuro

Quando Tiktok e Instagram diventano una farmacia (improvvisata)

Sono sempre di più i “patient-influencers” che, privi di formazione medica, consigliano ai loro followers quali prodotti farmaceutici assumere. Ti spieghiamo perché questo deve preoccuparci
Credit: Matteo Badini
Tempo di lettura 4 min lettura
20 marzo 2023 Aggiornato alle 15:00

Vi è mai capitato di scorrere il feed di Tiktok o Instagram e incappare in video in cui influencer dall’aspetto brillante consigliano farmaci da prendere per curare specifiche patologie o malattie? Sono i “patient-influencers”, utenti da migliaia di followers senza nessuna formazione medica che tra un balletto e l’altro mostrano quali prodotti assumere per potersi curare in autonomia.

Questa tendenza emergente sta esponendo centinaia di migliaia di ragazzi e ragazze giovanissime a numerosi pericoli, portandoli ad assumere farmaci senza nessuna prescrizione medica oltrepassando limiti etici e legali. Oltre agli effetti collaterali che potrebbero manifestarsi, danneggiando la loro salute.

Uno studio condotto da Erin Willis — professoressa associata di pubblicità, media e relazioni pubbliche alla University of Colorado Boulder  — e  pubblicato sul Journal of Medical Internet Research, ha rivelato che la maggior parte dei patient-influencer ha stretti rapporti con aziende farmaceutiche, che non vengono quasi mai rivelati. “Non siamo medici” è l’unica raccomandazione che fanno, ma l’effetto che la frase ha nei confronti degli utenti è praticamente nullo.

Anche se il campione sottoposto allo studio della professoressa Willis è limitato e i dati in merito al fenomeno sono ancora molto scarsi, tutti i 26 patient-influencers intervistati si sono considerati “esperti” grazie alla loro esperienza con i prodotti farmaceutici, affermando addirittura di aver discusso in privato con gli utenti per un approccio più dettagliato sulle cure da assumere.

Spesso infatti, questi particolari influencer condividono storie molto intime sulle proprie condizioni di salute, stringendo rapporti di stretta confidenza con il pubblico. È per questo motivo che gli utenti si fidano dei loro consigli e dei farmaci che prescrivono.

Un sondaggio condotto nel 2020 dall’agenzia Wego su alcuni ragazzi e ragazze attivi sui social ha svelato che il 51% di loro si fida totalmente dei consigli dei patient-influencers rispetto al 14% della fiducia che loro stessi ripongono nei confronti degli influencers generici.

Un altro motivo per il quale i loro consigli risultano così tanto efficaci è l’utilizzo di social media come Tiktok o Instagram, che permettono di diffondere messaggi istantanei a una platea di persone giovani e inesperte e richiedono di adeguarsi alle tendenze del momento.

«È una forma interattiva di pubblicità che è difficile da regolamentare , afferma la Professoressa Willis».

La Tv e gli altri mezzi di comunicazione di massa risultano infatti più difficili da usare, dato che è presente una maggiore regolamentazione sulle pubblicità di farmaci.

Amrita Bhowmick, Ceo di Health Union — agenzia di marketing che detiene la società di ricerca Wego—  ha detto al quotidiano britannico The Guardian che «I patient influencer possono arrivare a guadagnare dalle poche centinaia di dollari a qualche migliaio per ogni singolo post pubblicato sui social media, anche in base alle dimensioni del loro seguito online».

Gli Stati Uniti e la Nuova Zelanda sono due tra i Paesi con le leggi più permissive al mondo sul marketing e le pubblicità dei farmaci da prescrizione.

La Food and Drug Administration — il più importante ente governativo statunitense che si occupa di regolamentare prodotti alimentari e farmaceutici  —  ha dato il permesso alle case farmaceutiche di pubblicizzare farmaci sui mezzi di comunicazione americani già dal 1997, a condizione che gli annunci siano veritieri e menzionino gli effetti collaterali, escludendo qualsiasi responsabilità in caso di utilizzo attraverso frasi come “prima di utilizzare il prodotto chiedi un consulto medico”.

Il Governo francese è invece uno dei primi a voler adottare un cambio di passo in materia di contenuti sponsorizzati e pubblicità nascoste: è in discussione in questi giorni una legge che punta a riconoscere il mestiere di influencer, al momento esente da vincoli legislativi e soprattutto fiscali.

Ma il punto più importante è il possibile divieto di promozione di prodotti legati al mercato della bellezza e lo stop alla sponsorizzazione di interventi di chirurgia estetica, farmaci e prodotti per le diete miracolose. Un divieto che metterebbe fine alla moda dei patient-influencers, almeno in Francia.

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