Ambiente

La transizione ecologica Ue è a rischio?

Lo afferma lo studio Waiting for Reach: The negative impacts of delaying reform of Eu chemical laws. La causa sono i ritardi della Commissione sulla riforma dei regolamenti sull’uso sostanze chimiche
Credit: Luke Jones
Tempo di lettura 4 min lettura
17 marzo 2023 Aggiornato alle 12:30

I ritardi della Commissione europea sulla riforma dei regolamenti sull’uso sostanze chimiche (Reach) rischiano di rallentare la transizione ecologica e di compromettere la salute di molte persone.

Lo afferma lo studio Waiting for Reach: The negative impacts of delaying reform of Eu chemical laws, realizzato dall’European Enviromental Bureau e da Chem Trust.

La norma, se entrasse in vigore, potrebbe avere un impatto positivo sull’economia circolare, la competitività e l’innovazione dell’industria, che l’Ue sta cercando di favorire tramite il Green Deal Industrial Plan, annunciato nelle scorse settimane al World Economic Forum di Davos.

Il percorso di revisione era ben avviato. Però, dopo l’invasione russa in Ucraina, i lobbysti tedeschi hanno fatto pressioni per spostare la discussione tra ottobre e dicembre 2023. Secondo loro, avrebbe danneggiato il settore chimico europeo.

La produzione e la commercializzazione di questo tipo di prodotti non hanno subito scossoni, in realtà. La causa dell’industria è però stata sposata dai Popolari (Ppe), gruppo di centrodestra dell’Eurocamera, che hanno invocato una moratoria sulla legge. Hanno chiesto di “alleggerire immediatamente l’onere che grava sulle imprese […], ritardando gli atti che aumenterebbero inutilmente i costi per le aziende già sotto pressione”.

Per gli autori dello studio si tratta però di una “battaglia ideologica”, dannosa per gli obiettivi ambientali di Bruxelles. La nuova calendarizzazione delle riforme renderà infatti impossibile concludere i negoziati sul Reach entro le elezioni del 2024.

La riforma quindi slitterà quasi inevitabilmente alla prossima legislatura europea, con effetti disastrosi sulla biodiversità, la qualità dell’aria e delle acque e la salute di lavoratori e consumatori.

Ci saranno anche, secondo lo studio, effetti indiretti. I ritardi nella messa al bando delle sostanze chimiche ostacoleranno la messa a punto di alternative più sicure e di metodi di bonifica e disintossicazione efficace di ambienti e prodotti.

Diverse ricerche hanno evidenziato le carenze della legislazione attuale per il controllo delle sostanze chimica. In tutta l’Unione circa 17.000 aree sono contaminate da Pfas, secondo il Forever Pollution Project, nonostante il Reach.

Il Green Deal aveva richiesto un’azione urgente ai legislatori europei e alle industrie. La Commissione europea è consapevole dei rischi e sta “lavorando a tutta velocità sulla revisione”, aveva detto il commissario per l’Ambiente, Virginijus Sinkevičius, in una conferenza stampa.

Per Eeb e Chem Trust sarà fondamentale che Bruxelles non spinga la discussione oltre giugno 2023, un’eventualità che sembra sempre meno probabile.

«La Commissione ha già dimostrato di poter realizzare grandi ambizioni nelle politiche climatiche e ambientali quando mantiene le promesse del Green Deal. È giunto il momento di consegnare uno dei fascicoli cruciali e adottare misure importanti per garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e della salute e per accompagnare le aziende chimiche nel loro cammino verso la transizione verde e digitale – ha detto Michael Warhurst, direttore esecutivo di Chem Trust - Le persone e l’ambiente continuano a essere esposti a sostanze chimiche pericolose, tra cui interferenti endocrini, e più lunga è la revisione Reach, più a lungo questa esposizione continua a causa dell’inefficacia delle procedure attuali. Abbiamo bisogno del nuovo Reach per fissare un obiettivo per eliminare gradualmente le sostanze chimiche più dannose entro il 2030, e abbiamo bisogno che la nuova legislazione entri in vigore il prima possibile».

«Il duro lavoro dei funzionari dell’Ue nel realizzare una roadmap legislativa del Green Deal è ostacolato dalle decisioni politiche dell’ultimo minuto dei commissari di alto livello. Questo autosabotaggio ingiustificato risponde solo alle pressioni politiche e industriali. La gente chiede politiche coraggiose per accelerare il passo del cambiamento verso un futuro pulito, resistente e privo di sostanze tossiche – ha detto Patrick Ten Brink, il segretario generale Eeb - Privilegiando i profitti a breve termine rispetto alle persone e all’ambiente, l’Ue rischia di perdere la fiducia dei cittadini e di compromettere la competitività a lungo termine e la resilienza. Inoltre, qualsiasi ritardo nella revisione del Reach minerà l’eredità del Green Deal di Ursula von der Leyen».

Leggi anche
Salute
di Giacomo Talignani 4 min lettura