Economia

Mercato immobiliare Usa: recessione in arrivo?

A gennaio si sono registrati segnali di ripresa grazie alla vendita di nuove case. Ma bisogna considerare che ormai gli uffici del Paese sono quasi vuoti e che i tassi della Fed potrebbero rimanere alti ancora a lungo
Credit: Breno Assis
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9 marzo 2023 Aggiornato alle 18:00

Negli Usa il mercato immobiliare vale circa 45.000 miliardi di dollari ma nell’ultimo anno è stato colpito dall’aumento dei tassi di interesse, che sono passati dal 3% di fine 2021 al 7% di ottobre 2022 sui mutui fissi trentennali. Il risultato è stato il ridimensionamento delle attività e il calo del numero di acquirenti e nuovi progetti di costruzione. Tuttavia, a gennaio 2023 si sono registrati inaspettati segnali di ripresa, grazie all’aumento del numero dei visitatori e delle vendite di nuove case.

Ma un mercato limitato dall’offerta potrebbe portare inevitabilmente a una crescita dei costi e, in uno scenario simile, la Federal Reserve potrebbe essere più aggressiva qualora ritenesse che il mercato immobiliare non risponda positivamente alla politica monetaria più restrittiva. È questo il timore degli analisti, preoccupati che lo scenario ottimistico si riveli insostenibile nel lungo periodo, portando a una possibile recessione.

La difficile situazione del mercato immobiliare statunitense non risparmia gli uffici che a 3 anni dall’inizio della pandemia sono ancora semivuoti, al contrario rispetto al resto del mondo, in particolare a Europa e Asia. Negli Usa, infatti, l’occupazione degli uffici oscilla tra il 40% e il 60% rispetto ai livelli pre-Covid, mentre in Europa si aggira tra il 70-90% e in Asia tra l’80% e il 110%.

Come spiegare questi dati? Innanzitutto, molti lavoratori statunitensi hanno adottato lo smart working; inoltre, le aziende oltreoceano (specialmente quelle tech) sono state particolarmente colpite dalla carenza di manodopera, costringendole ad assumere dipendenti che lavorino da remoto, anche in regioni lontane.

Questa situazione ha conseguenze negative sulla ripresa economica delle aree metropolitane, dove il calo dei pendolari ha aumentato gravemente il tasso di disoccupazione, specialmente nei settori della ristorazione e della vendita al dettaglio, che trovavano nei dipendenti i propri clienti principali. La speranza è che l’aumento dei locali a uso abitativo possa contribuire con il tempo a rivitalizzare i quartieri metropolitani.

Ma la crescita della domanda, dopo un anno di scarse vendite, e degli acquirenti più ricchi che pagano in contanti, sta pian piano facilitando la risalita del mercato immobiliare. Inoltre, gli sviluppatori hanno ideato incentivi in grado di tagliare i tassi dei mutui: pagando in anticipo alcuni interessi per conto dei clienti, si garantisce loro un ampio risparmio, lasciando di fatto alti i tassi. Potrebbe comunque rivelarsi difficile rivendere la propria casa allo stesso prezzo ad acquirenti che non godono di riscatti ipotecari, e ciò potrebbe portare a un’obbligatoria diminuzione dei prezzi.

Nonostante il diffuso ottimismo, quindi, il futuro del mercato immobiliare Usa rimane incerto. È in arrivo una recessione? La Federal Reserve sarà manterrà ancora a lungo tassi tanto alti? Per saperne di più, non ci resta che aspettare che l’imminente stagione delle vendite primaverili faccia il suo corso.

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