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E tu la conosci la ley trans?

Grazie all’approvazione di questa legge, ora in Spagna, per le persone di più di 16 anni, basterà un foglio in cui si chiede di modificare il genere sui documenti. Si chiama autodeterminazione
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25 febbraio 2023 Aggiornato alle 09:00

La Spagna è quel Paese dell’Europa che sta tra la Francia e il Portogallo. È così vicina all’Africa che sembra sul punto di dare un bacino al Marocco. In Spagna ci sono cose che piacciono a tutti, come la paella e i palazzi pazzi di Gaudí. Ci sono cose che piacciono sempre di meno, come la corrida e i troppi turisti. E ci sono cose che sono piaciute a 191 parlamentari, come la ley trans, e che si sono trasformate in legge.

La ley trans è una legge che è stata appena approvata in Spagna. Grazie a questa legge, diventerà molto più facile per le persone trans far cambiare il proprio genere sui documenti.

L’identità - cioè sentirsi quello che si è, sentirsi bene nella propria pelle - è un fatto molto complesso. C’è l’identità del corpo che dice una cosa. Hai un pene? Sei maschio. Hai una vulva? Sei femmina.

C’è l’identità di genere che dice un’altra cosa. Dice che i maschi si comportano in un certo modo e le femmine in un altro. E nella maggior parte delle culture, il genere è diviso appunto in due - i maschi e le femmine - e non c’è spazio per tutto quello che è diverso, che è un po’ l’uno e un po’ l’altro, o nessuno dei due, per chi non crede che i maschi facciano le cose da maschi e le femmine le cose da femmine.

Le persone trans sono tutte quelle persone che non si riconoscono nel sesso che è stato loro attribuito alla nascita. C’è, dicono i grandi, una “incongruenza”, un po’ come se i conti non tornassero. In tantissimi Paesi si può fare una transizione per far tornare i conti e far sì che la persona viva in armonia con il suo corpo, il suo genere e il suo cuore.

Questa transizione non è uguale per tuttə, ognunə sente dei bisogni diversi per incastrare tutti i pezzi del puzzle dell’identità. In genere, però, le transizioni sono composte da tre grandi passi, dei passi lunghi, a volte noiosi e spesso molto vertiginosi. C’è un percorso psicologico, in cui la persona parla di quello che sente a uno psicologo. C’è poi un percorso medico che serve per cambiare fisicamente, per assomigliare di più a quello che sappiamo di essere. E poi c’è un lungo percorso burocratico che serve a correggere il nome e il genere sui documenti.

La transizione burocratica è spesso un percorso a ostacoli, lungo e pieno di trappole, che obbliga la persona a dover usare un nome e un genere col quale non si riconosce più e che non c’entra niente col suo modo di essere e di presentarsi al mondo.

La ley trans è molto importante perché, in Spagna, ci voleva per forza un lungo percorso medico, fatto di medicine e operazioni, per poter cambiare i propri documenti. Adesso, per le persone di più di 16 anni, basterà un foglio in cui si chiede di modificare il genere sui documenti. Si chiama autodeterminazione. L’autodeterminazione vuol dire: “Questa persona sono io, io sono questa persona. Non ho bisogno di prove, tu fidati ché andrà tutto bene”.

La Spagna non è la prima e non è la sola a permettere alle persone di autodeterminarsi. In Europa ci sono anche il Portogallo, l’Irlanda, il Belgio, la Svizzera, il Lussemburgo, la Norvegia, l’Islanda e Malta.

L’Italia no. Come tanti altri Paesi, l’Italia fa una gran fatica a non vedere il mondo diviso solo fra maschi e femmine, dove i maschi sono tutti in un modo e le femmine tutte in un altro. Che noia e che ingiustizia. Se è vero, però, che l’erba del vicino è sempre più verde, l’erba color arcobaleno della Spagna ci sarà forse d’ispirazione e tu e le persone della tua età, quando sarete grandi, potrete dire chiaro e tondo: “Questa persona sono io, io sono questa persona. Non servono prove. Fidati, sarà bellissimo.”

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