Ambiente

Allarme siccità: qual è il ruolo del riscaldamento globale?

Fiumi a livelli estivi e assenza di neve. In pieno inverno è di nuovo allerta per la carenza d’acqua. Lo studio pubblicato su Environmental Research Letters chiarisce il ruolo della crisi climatica
La portata del fiume Po è diminuita drasticamente per la siccità invernale formando isole e spiaggette all'altezza di piazza Vittorio, Torino (10 febbraio 2023)
La portata del fiume Po è diminuita drasticamente per la siccità invernale formando isole e spiaggette all'altezza di piazza Vittorio, Torino (10 febbraio 2023) Credit: ANSA/TINO ROMANO
Tempo di lettura 5 min lettura
20 febbraio 2023 Aggiornato alle 13:00

Manca la neve, manca l’acqua. A metà febbraio in Italia c’è quasi la metà della neve media attesa in meno, raccontano i dati della Fondazione Cima, con una situazione estremamente preoccupante al Nord dove nel bacino del Po i deficit in termini di neve sono ormai del 61%.

Questo significa che quest’anno, quando ormai manca un mese alla fine dell’inverno, la scarsità delle precipitazioni combinata con temperature elevate rischia di essere persino peggio del 2022 a livello di siccità.

Il conto che rischiamo di pagare questa estate, per esempio a livello di agricoltura, così come di energia idroelettrica che è già in estrema difficoltà, sarà elevatissimo.

In questi giorni - come mostrano le mappe del servizio Hydrology Irpi-Cnr - a preoccupare è soprattutto il Nord Ovest: è piovuto pochissimo e le risorse idriche del Piemonte sono scarse, con alcune zone dove ormai non piove in maniera insistente da oltre 400 giorni.

Le previsioni oltretutto non sono rosee: l’anticiclone che porta alte temperature si sta indebolendo ma prima del 23 febbraio difficilmente assisteremo a precipitazioni importanti lungo lo Stivale, a parte per la zona tirrenica.

Nel frattempo i fiumi sfiorano in alcuni punti lo stato di secca, con il Po, l’Adige e altri corsi d’acqua in condizioni simili a quelle estive.

Il Grande Fiume all’altezza del Ponte della Becca in provincia di Pavia è ormai a -3,3 metri rispetto allo zero idrometrico e la Coldiretti parla di “situazione preoccupante in vista dei prossimi mesi quando le coltivazioni avranno bisogno di acqua per crescere” soprattutto per l’area della Pianura Padana che rappresenta “un terzo del Made in Italy a tavola”.

In uno scenario che preconfigura una potenziale situazione drammatica per l’estate 2023, in cui si potrebbero toccare gli allarmanti livelli dello scorso anno dove tra siccità e risalita del cuneo salino i danni estivi per l’agricoltura sono stati stimati intorno ai 6 miliardi di euro, è sempre più importante studiare e interrogarsi su quali sono le cause della siccità che colpisce lo Stivale e l’Europa.

Quanto ha inciso sulla siccità, per esempio lo scorso anno, il surriscaldamento globale?

Una domanda che si sono posti i ricercatori dell’Università di Bologna e del Cnrs francese che hanno appena pubblicato un nuovo studio su Environmental Research Letters.

Come concludono gli esperti “persistenti condizioni anticicloniche e il riscaldamento globale antropico hanno avuto un ruolo importante nell’esacerbare l’eccezionale siccità che ha colpito l’Europa occidentale e l’Italia nel 2022”.

Va sempre ricordato che è complesso porre come causa primaria di un determinato fenomeno la crisi climatica, ma questa soprattutto negli ultimi dieci anni è un fattore che sta intensificando e accelerando la potenza di eventi meteo, siccità, desertificazione e altro.

Lo scorso anno in Italia circa il 50% della popolazione è stata interessata dal razionamento dell’acqua, specialmente al Nord, il Po ha raggiunto minimi storici di portata e registrato valori eccezionali di intrusione di acqua salata fino a 40 km dal delta del Grande fiume. I danni per l’agricoltura sono stati enormi.

Nel loro nuovo studio i ricercatori Salvatore Pascale del Centro per la Sostenibilità e i Cambiamenti Climatici della Bologna Business School e Davide Faranda e Burak Bulut del Cnrs francese raccontano proprio l’impatto che il surriscaldamento ha avuto sulla siccità nel 2022.

Lo studio, utilizzando un metodo chiamato “analoghi di circolazione”, spiega che l’anomalia anticiclonica persistente sull’Europa occidentale durante la siccità è stata “esacerbata dal cambiamento climatico causato dall’uomo, con anomalie di pressione atmosferica più grandi e più estese e temperature più elevate alla superficie. Questo ha portato a un aumento della zona colpita dalla siccità e a un’intensificazione dell’aridificazione del suolo attraverso l’evapotraspirazione”.

Come chiosa Salvatore Pascale “ci siamo concentrati sul rapporto tra siccità e circolazione atmosferica cercando, nei dati atmosferici degli ultimi 180 anni, le condizioni di pressione atmosferica simili a quelle verificatesi durante la siccità nel 2022, e confrontandole con condizioni del passato quando il riscaldamento climatico globale era assente”.

Alla fine lo studio dimostra e chiarisce “il ruolo del cambiamento climatico causato dall’uomo nella siccità eccezionale del 2022 e sottolinea la necessità di continuare la ricerca e le azioni per affrontare gli impatti del cambiamento climatico sulle nostre comunità” così come, ricordano gli autori, l’importanza di “continuare gli sforzi per ridurre le emissioni di gas serra per mitigate gli effetti del cambiamento climatico”.

Leggi anche
Il leader di Vox, Santiago Abascal, durante una seduta in Parlamento.
esteri
di Giacomo Talignani 4 min lettura
Cambiamento climatico
di Emanuele Bompan 4 min lettura