Economia

Decreto Pnrr, le novità per velocizzare le opere

Il nuovo decreto prevede più stabilizzazioni dei contratti e nuovi organi di supporto, oltre a maggiore potere nelle mani della Presidenza del Consiglio
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20 febbraio 2023 Aggiornato alle 08:00

Dopo il via libera dell’incontro preparatorio del Consiglio dei Ministri, Palazzo Chigi valuta i circa 60 articoli che compongono il nuovo decreto per l’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza nonché del Piano degli investimenti complementari (Pnc).

Si tratta del terzo decreto legge - nonché primo per l’esecutivo guidato da Meloni - riguardante il pacchetto di investimenti che da ormai 2 anni costituisce la principale speranza per risollevare il Pil italiano, e il CdM sembra intenzionato ad accelerare il completamento delle sue opere e rispettare il cronoprogramma in vista dei futuri stanziamenti previsti fino al 2026, pari a circa 124 miliardi di euro sommati ai 67 già ricevuti.

Oltrepassata la soglia dei 100 giorni, il nuovo Governo si appresta ad accentrare su di sé la regia del piano.

Dalle bozze in circolazione infatti emerge la volontà di spostare la governance presso la Presidenza del Consiglio attraverso la creazione di un apposito nucleo organizzativo, una «Struttura di missione» con incarico fino al 31 dicembre del 2026 articolata in quattro direzioni generali che daranno supporto all’autorità politica e svolgeranno «interlocuzioni con la Commissione europea».

La gestione di questa nuova struttura ad hoc si concentra nelle mani di Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei con delega sul coordinamento del piano, che potrà contare su circa 2.800 dipendenti con contratto stabilizzato prima della scadenza prevista per fine 2023.

A completare il processo di accentramento dei poteri di coordinamento vi è un Ispettorato generale presso il Ministero dell’Economia, a cui spetterà la gestione finanziaria degli investimenti, e la possibilità per i ministeri di sostituire i dirigenti preposti alle Unità di missione e incaricati fino al 2026 dal precedente governo Draghi. I singoli dicasteri potranno quindi trasferire le funzioni di tali Unità «ad altra struttura di livello dirigenziale generale, individuata tra quelle già esistenti». Sono comunque previste ampie stabilizzazione dei contratti a tempo indeterminato per i dipendenti che compongono questi nuclei, insieme ai 57 nuovi assunti per la Struttura di missione del Pnrr.

Per garantire minore ingolfamento burocratico nel nuovo decreto è previsto che Province, Comuni e Enti territoriali che non adotteranno in tempo i provvedimenti necessari all’avvio dei progetti del Pnrr e l’espletamento degli appalti avranno solo 15 giorni (la metà di quelli concessi fino a oggi) per mettersi in regola dopo il richiamo del ministro competente, che in caso di ulteriore inadempienza potrà nominare un apposito Commissario che adotterà gli atti necessari.

L’intenzione non è solo quella di velocizzare i tempi ma anche di sbloccare procedimenti su temi che suscitano particolari divergenze fra le pubbliche amministrazioni, come quello dell’ambiente.

Il decreto infatti prevede semplificazioni in materia di Via, la valutazione di impatto ambientale adottata dalla Pa per analizzare i possibili effetti sull’ecosistema di un’opera il cui progetto è sottoposto ad approvazione o autorizzazione da parte dell’amministrazione.

Si tratta di un’importante forma di garanzia che si assicura che nuove costruzioni non influiscano negativamente sul territorio, ma che inevitabilmente rallenta il procedimento.

Motivo per cui sono previsti ampi poteri sostitutivi in capo al Ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica, limitando i poteri di blocco da parte delle Soprintendenze archeologia, belle arti e paesaggio per la realizzazione di impianti per le fonti rinnovabili, in particolare per il settore eolico.

A tal proposito la tutela dei beni culturali interessati dagli interventi del piano sarà affidata a una Soprintendenza speciale. L’idea è quindi quella di sbloccare il maggior numero di cantieri possibili, in modo tale da dirimere le controversie nate da progetti che creano attriti tra amministrazioni differenti e competenti in ambiti di interesse opposti.

Il decreto prevede inoltre l’istituzione di un nuovo organo in supporto al Dipartimento per le politiche giovani della presidenza del Consiglio, l’Agenzia Italiana per la gioventù, che si occuperà di gestire e garantire l’accesso ai fondi dei programmi europei che supportano i giovani nella partecipazione in progetti all’estero o nel proprio Paese (come l’Erasmus o il Corpo Europeo di Solidarietà). E sempre nel mondo degli studenti, si intende velocizzare il raggiungimento di target fondamentali e sensibili su cui molti enti territoriali sono in ritardo, come quello dell’edilizia scolastica, attraverso la possibilità per i Comuni di procedere con affidamenti diretti dei lavori - quindi senza gare d’appalto - sotto alcune soglie di spesa, ma anche potenziare l’entrata nel mondo del lavoro per i ricercatori universitari che si sono formati con borse di studio legate al Pnrr con uno specifico esonero contributivo per le aziende li assumeranno.

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