Ambiente

Michaela Castelli lascia la guida di Acea

La scelta arriva dopo la denuncia, di alcune hostess, di comportamenti denigratori e sessisti da parte dell’Ad Fabrizio Palermo
Credit: SA/ VALERIO PORTELLI
Alessia Ferri
Alessia Ferri giornalista
Tempo di lettura 4 min lettura
15 febbraio 2023 Aggiornato alle 17:00

Terremoto in casa Acea. È di queste ore la decisione della presidente Michaela Castelli di rassegnare le dimissioni.

Motivi personali si legge nella lettera che accompagna il suo passo indietro, ma sembrano essere almeno un paio le motivazioni più concrete alla base di quello che molti non hanno interpretato come un fulmine a ciel sereno.

L’Azienda Comunale Energia e Ambiente che si occupa del servizio idrico e di quello energetico della capitale, ma non solo è infatti al centro dell’acceso dibattito politico e istituzionale in merito alla realizzazione del nuovo termovalorizzatore di Roma, nella quale potrebbe essere coinvolta avendo partecipato al bando di gara.

Ma soprattutto deve difendersi dalle accuse di molestie e comportamenti sessisti e discriminatori mosse a carico dell’Amministratore delegato Fabrizio Palermo da parte di alcune hostess di una società esterna e impiegate in azienda, e di colleghe di Cassa depositi e prestiti, dove Palermo lavorava prima di arrivare in Acea.

Il ventaglio dei comportamenti dei quali sembra essersi reso protagonista è variegato. Si va da richieste extra mansioni condite di maschilismo come quella di servire pasti, caffè e macedonie perfette allo scoccare delle dita del boss, all’indossare decolleté e tacchi a spillo, salvo poi camminare in punta di piedi per non disturbarlo e alzarsi a ogni suo passaggio, fino a commenti sui look e sull’avvenenza delle lavoratrici, culminata con la richiesta esplicita che fossero belle, giovani e magre.

Un quadro poco edificante dal quale l’Amministratore delegato si è prontamente discostato, rimandando al mittente le accuse e ricevendo anche il supporto della stessa multiutility, che tuttavia da incondizionato è diventato parziale.

Se infatti la scorsa settimana gli ha rinnovato la fiducia, negli stessi giorni ha incaricato l’Ethic Officer di fare chiarezza sull’accaduto e di svolgere tutte le verifiche istruttorie necessarie.

La sensazione però è che si tratti della classica toppa a un buco: lo stesso comitato per l’Etica e la sostenibilità in un primo momento non aveva raccolto le testimonianze delle donne, sospettando si trattasse di accuse confezionate ad arte per screditare Acea proprio in vista della gara per il termovalorizzatore.

Le cose sono in parte cambiate, come spesso accade, dopo che la storia è finita su tutti i giornali a partire da Repubblica che ne ha raccolto le prime testimonianze, anche se in realtà l’azienda continua a non sembrare al momento particolarmente preoccupata.

Anche dal Campidoglio tutto tace e nemmeno il sindaco Roberto Gualtieri si è espresso, nonostante la sollecitazione a farlo della commissione Pari Opportunità presieduta da Michela Cicculli, e il fatto che Acea abbia come azionista di maggioranza (con il 51%) proprio Roma Capitale.

Anche se non ci sono conferme, pare però evidente che le dimissioni di Castelli siano legate a questi fatti.

Nata a Roma nel 1970, era a capo della partecipata dal 21 giugno del 2018 ed era stata scelta espressamente dall’ex sindaca Virginia Raggi.

Adesso lascia, parlando di una scelta «assai ponderata e assunta non senza dispiacere: si tratta di una decisione, di natura strettamente personale, la cui maturazione ha preso avvio negli ultimi giorni dell’anno appena conclusosi e che si è via via consolidata nel contesto dei nuovi assetti di governance indicati dal socio di controllo».

Quest’ultimo passaggio fa riferimento proprio alla nomina di Fabrizio Palermo come Ad, avvenuta sul finire del 2022 per volere di Gualtieri, e con il quale sembra non correre buon sangue da tempo.

Castelli e tutto il cda sarebbero comunque scaduti la prossima primavera ed è quindi molto probabile che gli ultimi avvenimenti abbiano accelerato le operazioni.

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