Diritti

Regionali Lazio e Lombardia: vince l’astensionismo

L’affluenza è stata tra le peggiori di sempre, sotto al 45% per entrambe le Regioni. Il centrodestra festeggia la vittoria di Attilio Fontana e Francesco Rocca. La Premier: «questi risultati rafforzano il Governo»
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14 febbraio 2023 Aggiornato alle 10:00

È un trionfo del centrodestra. E dell’astensione. I risultati in Lazio e Lombardia lasciano spazio a poche interpretazioni: gli italiani sono sempre più stanchi di andare a votare. E quelli che lo fanno, votano a destra.

L’astensione è stata altissima. In Lombardia a votare è stato solo il 41,52% degli aventi diritto. Un crollo rispetto al 73,11% di 5 anni fa e il peggior risultato dal 1970. Anche nel Lazio oltre la metà degli elettori ha preferito rimanere a casa: l’affluenza si è fermata al 43,71%. Nel 2018 era al 66,55%. Un monito per tutte le forze politiche. Che nel frattempo traggono le conclusioni dai risultati elettorali.

In Lombardia gli elettori hanno riconfermato la propria fiducia al presidente uscente Attilio Fontana. Il leghista ha ottenuto il 55,73% dei voti e ha staccato di 20 punti percentuali lo sfidante di centrosinistra, l’europarlamentare Pierfrancesco Majorino fermo al 33%. Ancora più lontana la candidata del Terzo polo Letizia Moratti. L’ex sindaca di Milano è al 9,64%.

Entrambi gli sfidanti hanno riconosciuto la sconfitta. Non senza l’amaro in bocca. Majorino ha incolpato l’assenza di una leadership nazionale nel Pd mentre Moratti ha definito la sua «una coalizione giovane, non strutturata come quella degli altri sfidanti».

Anche nel centrodestra vincente le acque non sono tranquillissime. Ad agitarle è stata Daniela Santanchè, ministra del Turismo ed esponente di spicco di Fratelli d’Italia: «Dovremo avere almeno 8 o nuove assessori», ha fatto sapere la politica dopo la notizia del sorpasso di FdI sulla Lega. «Ci ragioneremo nei prossimi giorni», ha preso per ora tempo Fontana.

Equilibri che cambiano anche in Lazio. Dopo 10 anni di Governo, il centrosinistra ha ceduto il passo al centrodestra o («destracentro» per dirla con Santanchè). Francesco Rocca, ex presidente della Croce rossa italiana, è il nuovo presidente con 52,64% di voti a favore. Staccato anche qui di circa 20 punti, il candidato del centrosinistra Alessio D’Amato. L’ormai ex assessore alla Sanità ha raccolto solo il 34% dei consensi. Non sorride neanche il Movimento 5 stelle. La sua candidata Donatella Bianchi è all’11,21%.

Comprensibile quindi l’esultanza della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Secondo la leader di FdI, «i risultati di oggi rafforzano il Governo». Soddisfatte, almeno a parole, anche Forza Italia e Lega. Il leader del Carroccio Matteo Salvini gioisce per «la vittoria di squadra» mentre la presidente dei senatori di Forza Italia, Licia Ronzulli, scandisce: «Forza Italia tiene».

E così a farla da padrone nell’opposizione è l’analisi della sconfitta. Degli altri. «I veri sconfitti sono i Cinque Stelle e credo che Conte dovrà riflettere sulle scelte compiute», “festeggia” D’Amato. Sulla stessa linea il segretario uscente del Pd Enrico Letta che definisce l’operazione di Conte: «Un’opa contro di noi che ha nuociuto a chi l’ha tentata».

Il leader del M5S dal canto suo fa sapere che il Pd ha «ben poco da festeggiare». Ma i malumori sono anche interni al Pd. Entrambi i candidati più pesanti alle primarie, Stefano Bonaccini e Elly Schlein, puntano il dito contro le passate gestioni del partito.

Il riassunto più lucido lo fa Carlo Calenda. Il leader di Azione prende atto della performance «deludente» del Terzo polo, ma pone anche l’accento su come anche a opposizioni unite, sia in Lazio sia in Lombardia, il risultato non sarebbe cambiato. Un risultato con cui in pochi sembrano per ora voler fare i conti.

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