Economia

Pubblica Amministrazione, perché sei così poco attraente?

Nonostante l’impegno dei Governi e gli investimenti del Pnrr, la Pa è sotto organico. Non per la mancanza di posti vacanti ma di persone interessate a coprirli
Credit: Craig Whitehead
Tempo di lettura 5 min lettura
15 febbraio 2023 Aggiornato alle 08:00

Nonostante l’impegno dei governi precedenti e nonostante gli investimenti del Pnrr, il settore della Pubblica Amministrazione soffre ancora di scarsa attrattività a livello assunzionale. Perché? L’obiettivo, richiesto dal Pnrr, di quintuplicare la capacità di spesa negli investimenti nelle Pa è difficilmente raggiungibile in assenza di figure professionali specializzate, quali ingegneri e tecnici.

Si delinea infatti un blocco strutturale nel mercato del lavoro pubblico, proprio perché ingegneri, architetti, statistici e informatici non vogliono lavorare nella Pa, come emerge anche dal Rapporto Formez.

Il governo torna sul tema del rafforzamento amministrativo con il terzo decreto sul Piano nazionale di ripresa e resilienza, che dovrà essere presentato in Consiglio dei ministri a breve.

Nel caso dei comuni, il decreto dovrebbe incrementare il numero di posti di lavoro disponibili, eliminando la spesa dovuta ai rinnovi contrattuali dal calcolo sulla sostenibilità finanziaria.

Ma il quadro della situazione si comprende analizzando l’andamento dei concorsi pubblici, che specifica come l’ostacolo alla crescita delle amministrazioni non sia dovuto alla scarsità dei posti, ma alla mancanza di persone disponibili a coprire quei ruoli.

Infatti, negli anni delle procedure selettive dopo la pandemia e in virtù delle politiche di reclutamento legate al Pnrr, nei concorsi pubblici 2021-2022 i posti disponibili erano quasi 10.000 tra ingegneri, architetti, geologi, informatici, statistici, economisti ed esperti culturali, tutti ruoli indispensabili per l’amministrazione del settore pubblico.

Nonostante questo, però, secondo quanto affermato dal rapporto, “le prove scritte che registrano la minima partecipazione (meno del 30% dei convocati) sono relative ai bandi per l’assunzione di profili tecnici”.

Emerge che, infatti, al termine dei concorsi, resta comunque scoperto il 71,6% dei posti previsti per ingegneri e architetti, il 58,3% dei posti destinati agli analisti del mercato del lavoro e il 37,5% di quelli destinati a statistici e informatici. Si delinea una relazione anche con i termini dei contratti. Infatti, il tempo determinato, caratteristica dei concorsi previsti dal Pnrr imposta dalle regole europee, si aggiunge alla lista degli ostacoli: è a 5 a 1 il rapporto tra idonei e posti disponibili nei concorsi per posti stabili, mentre è di 1,14 a 1 il rapporto per posizioni a termine.

Questa tendenza è visibile, a esempio, nel concorso Sud, concorso finalizzato ad assumere esperti di supporto per gli enti locali del Mezzogiorno, dove il 55,6% dei rinunciatari risultava vincitore di un altro bando, che nell’80% dei casi prometteva lavoro a tempo indeterminato.

In relazione al territorio, il problema maggiore si presenta a Nord: il 68,2% dei candidati risiede al Sud, a fronte del 7,8% del Settentrione e del 24% del Centro.

Nel caso del maxi bando del Ministero della Giustizia per l’assunzione di 8.171 addetti all’ufficio del processo solo una sede al Nord (Bologna) su 7 ha coperto tutti i posti.

Queste difficoltà si ripercuotono sulla realizzazione degli investimenti pubblici, per mancanza di struttura ammnistrativa e per gli ingenti costi dovuti al ricorso a strutture esterne.

Per tentare di risolvere il problema, la commissione Ue aveva imposto piani di rafforzamento amministrativo a Regioni e Ministeri, che però sono risultati essere solo oneri aggiuntivi per le regioni.

Il programma Governance e capacità amministrativa, istituito nel 2014-2020, è stato riproposto sotto il nome di Capacità per la coesione, per il periodo 2021-2027, con un fondo dimezzato, pari a 1,26 miliardi tra risorse Ue e nazionali. Tra i due programmi figurano gli stessi gli obiettivi: rendere più efficiente il settore della Pubblica amministrazione e migliorare l’utilizzo dei fondi strutturali europei e nazionali.

Le risorse del programma, destinate in particolare alle regioni del Sud, finanzieranno circa 2.200 assunzioni, nonché strutture territoriali di supporto agli enti locali, formazione e piani di rigenerazione amministrativa, supporto alla governance e all’attuazione della politica di coesione.

La Commissione Ue ha voluto rivedere i meccanismi di assunzione: per i nuovi assunti si prevedono fasce retributive più alte e soprattutto stabilizzazione dei posti di lavoro.

Entro fine giugno dovranno poi essere delineati i piani di azione per le 7 regioni coinvolte (Campania, Molise, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna) al fine di specificare le varie esigenze in termini di personale, profili e qualifiche, personale interno e assistenza esterna, e in quali organismi saranno destinati.

Anche il settore delle rinnovabili inserisce nuove assunzioni tra gli obiettivi nella proposta di riequilibrio dell’uso dei fondi del Pnrr e dei fondi del RepowerEU, da raggiungere entro il 2030: è quanto annunciato dal ministro per l’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, all’evento organizzato da Elettricità futura e Enel Foundation per la presentazione del “Piano 2030 del settore elettrico: 360 miliardi di benefici economici e 540.000 nuovi posti di lavoro”.

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