Ambiente

Europa: per la prima volta, le rinnovabili superano il gas

Nonostante la crisi energetica, nel 2022 vento e sole hanno generato quasi un quinto (22%) dell’elettricità del Vecchio Continente. Limitando anche il ricorso al carbone. Lo illustra il nuovo report del think tank Ember
Credit: New Ways To The Future (III), Simone Tramonte, 2021
Tempo di lettura 4 min lettura
31 gennaio 2023 Aggiornato alle 19:00

Insieme, eolico e solare, per la prima volta hanno prodotto in Europa più elettricità rispetto al gas.

Non solo, hanno anche contribuito ad arginare una possibile ripresa del carbone, dopo un contesto di forte crisi energetica dettato da pandemia e conflitto tra Russia e Ucraina.

Quello uscito dal rapporto annuale del think tank Ember è un dato incoraggiante per l’Europa che dovrebbe accelerare sulla decarbonizazzione e aumentare i volumi di energia pulita: indica infatti come vento e sole siano in grado di generare oggi quasi un quinto (22%) dell’elettricità del Vecchio Continente, anche più del gas (20%).

Inoltre il rapporto sottolinea che presto la produzione di energia elettrica derivante dal gas - nonostante l’Italia continui a scommettere su questo combustibile fossile grazie alle forniture dall’Algeria - potrebbe crollare del 20% nel 2023, quasi il doppio rispetto al precedente record del 2020.

L’altra buona notizia è che la produzione europea di energia elettrica derivata dal carbone è aumentata di poco (+1.5%) lo scorso anno nonostante le ripercussioni legate per esempio alle sanzioni nei confronti di Mosca: l’aumento è stato inferiore a quanto temuto proprio perché l’energia rinnovabile ha contribuito a colmare il divario, spiegano da Ember, sottolineando che il ritorno del combustibile fossile più inquinante poteva essere “decisamente peggiore”.

Secondo Dave Jones, Head of data insights di Ember, «l’Europa ha evitato lo scenario peggiore della crisi energetica. Gli shock del 2022 hanno causato solo una piccola increspatura nell’energia da carbone e un’enorme ondata di sostegno alle rinnovabili. Qualsiasi timore di una ripresa del carbone è dunque ormai morto».

Nel frattempo, altre due crisi negli ultimi mesi hanno tenuto in scacco l’energia in Europa: quella dell’idroelettrico (anche a causa della siccità) e del nucleare (in Francia e Germania). Questo ha portato a «un deficit pari al 7% della domanda totale di elettricità dell’Europa nel 2022», deficit che è però stato colmato grazie alla rapida crescita del solare (39 TWh nel 2022, +24%) e dell’eolico.

In particolare, tra i Paesi in grado di contribuire maggiormente all’ampliamento delle rinnovabili, si contano Olanda e Grecia.

Inoltre, a contribuire a ridurre il deficit c’è anche stata, secondo Ember, una generale diminuzione della domanda di elettricità in Europa (-7,9% nell’ultimo trimestre del 2022 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente) dovuta anche a clima mite, miglioramenti dell’efficienza energetica e azioni responsabili dei cittadini per ridurre i consumi.

Anche se il cammino per centrare gli obiettivi europei è ancora lungo c’è stata dunque una «notevole accelerazione delle rinnovabili», ha dichiarato Frans Timmermans, Vicepresidente della Commissione europea.

«Per quanto riguarda l’eolico offshore e l’energia solare sui tetti, i numeri sono impressionanti - chiosa Timmermans - È chiaro che i cittadini europei vogliono beneficiare di energia pulita e a basso costo. Questo dimostra che il nostro obiettivo del 45% di energie rinnovabili entro il 2030 è ambizioso ma del tutto fattibile. Gli europei sanno che dobbiamo abbandonare i combustibili fossili. Le energie rinnovabili sono fondamentali per affrontare la crisi climatica e ridurre l’inquinamento atmosferico. Sono anche fondamentali per porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili russi. La crisi energetica in corso porterà ancora un inverno difficile, ma più rinnovabili avremo, più saremo sovrani nel nostro approvvigionamento energetico».

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