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Chi è l’anarchico Alfredo Cospito?

Nel 2012 gambizza l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare. Accusato anche dell’attentato alla scuola carabinieri di Fossano, è detenuto in regime 41 bis. E per questo, in sciopero della fame
Credit: ANSA/LUCA ZENNARO
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31 gennaio 2023 Aggiornato alle 12:15

Il suo digiuno sta mettendo a soqquadro l’Italia. Alfredo Cospito, sovversivo anarchico, non mangia da oltre 100 giorni per protestare contro il regime di 41-bis a cui è sottoposto. Le sue condizioni di salute stanno peggiorando giorno dopo giorno e, per questo, è stato disposto il suo trasferimento dal carcere di Sassari a quello di Opera dove sarà curato.

Nel frattempo si moltiplicano gli appelli in suo favore mentre il Governo, anche per via degli attentati compiuti dagli anarchici a sostegno di Cospito, ha fatto sapere di non voler trattare «con chi ricatta». Ma chi è Alfredo Cospito e come ha fatto la sua vicenda ad arrivare a questo punto?

Considerato uno degli anarchici più carismatici della sua generazione, Cospito è nato a Pescara nel 1967. La sua città di adozione è però Torino, dove vive nel quartiere di San Salvario. Fin dal 1996 il suo nome circola come soggetto da tenere d’occhio: è infatti tra i promotori della Federazione anarchica informale (Fai), un gruppo a cui gli inquirenti attribuiscono finalità terroristiche. Il nome di questa organizzazione compare per la prima volta nel 2003, quando un suo volantino rivendica l’esplosione avvenuta vicino alla casa di Romano Prodi, allora presidente della Commissione europea.

Col tempo, Cospito diventa uno degli anarchici più influenti. Scrive un manifesto, KN03,: il nome è un chiaro richiamo alla formula chimica del nitrato di potassio, elemento utilizzato assieme allo zucchero per la realizzazione di ordigni rudimentali usati in passato dagli anarchici informali. L’azione diretta arriva nel 2012: Cospito e il suo amico Nicola Gai gambizzano l’amministratore delegato di Ansaldo Nucleare, Roberto Adinolfi. I due vengono arrestati quasi immediatamente.

Ma se Gai verrà scarcerato “solo” 8 anni dopo, per Cospito la situazione si complica: mentre si trova in carcere è accusato anche dell’attentato del 2006 contro la scuola carabinieri di Fossano. Avrebbe infatti posizionato 2 ordigni fuori dallo stabile senza però fare né morti né feriti. Per quell’atto il membro della Fai è condannato a 20 anni di reclusione con l’accusa di strage. La sua compagna Anna Beniamino è invece condannata a 16 anni e mezzo.

La situazione peggiora ancora di più quando la Cassazione riconosce per Cospito il reato di strage contro la sicurezza dello Stato, un reato che prevede la pena dell’ergastolo ostativo, che non permette di godere cioè di alcun beneficio. A maggio 2022 l’allora ministra della Giustizia Marta Cartabia decreta per Cospito il 41-bis. È il primo anarchico a vedersi applicata questa misura detentiva. Finora a subirla erano stati solo i mafiosi e i capi dell’ultima generazione delle Brigate rosse. Lui protesta e inizia uno sciopero della fame lungo oltre 3 mesi. Perde oltre 35 chili.

Nel frattempo, il suo caso attira l’attenzione dell’opinione pubblica. In molti si schierano al suo fianco chiedendo che gli vengano ritirati il 41 bis e l’ergastolo ostativo. C’è chi, come il direttore del Riformista, Pietro Sansonetti, arriva a parlare di «omicidio di stato» nel caso in cui Cospito morisse al 41-bis.

Anche gli anarchici greci, spagnoli e tedeschi si mobilitano in suo favore con diversi atti contro le sedi diplomatiche italiane. Proprio questi eventi portano però il Governo a irrigidirsi. Cospito viene semplicemente trasferito dal carcere di Sassari a quello di Opera in Lombardia. Secondo il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, sarebbe «ancora pericoloso».

Ora gli occhi di tutti sono puntati sulla Cassazione, dove il 7 marzo si aprirà l’udienza sul ricorso fatto dagli avvocati dell’anarchico per chiedere la revoca del 41-bis. Lui a fine dicembre ha fatto sapere di essere pronto a lottare «fino all’ultimo respiro».

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