Culture

ArtCity Bologna 2023: quando l’arte invade la città

Sono gli ultimi giorni per scoprire il festival di arte contemporanea che termina domenica 5 febbraio. Lorenzo Balbi, il direttore del MAMbo che lo organizza da sei anni, ha raccontato a La Svolta cosa lo rende unico
Credit: Bologna Today
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3 febbraio 2023 Aggiornato alle 22:00

Ultimi giorni per scoprire ArtCity, il festival culturale promosso dal Comune di Bologna e Bolognafiere e organizzato da Lorenzo Balbi, che in occasione della sua undicesima edizione è tornato alla sua canonica collocazione invernale dopo quella primaverile dello scorso anno.

«Si tratta di un programma di iniziative culturali legate allo storico appuntamento di Artefiera, la mostra commerciale di arte moderna e contemporanea più antica d’Italia giunta alla sua 46esima edizione e inaugurata nel 1974. Da subito», ha affermato Lorenzo Balbi, che è anche direttore del museo d’arte moderna di Bologna (MAMbo) «si era pensato che sarebbe stato opportuno accompagnare la fiera da un programma pubblico, aperto a chiunque. Uno dei più celebri esperimenti fu l’indimenticabile Settimana Internazionale della Performance, la cui prima edizione si svolse dal 1° a 6 giugno 1977. Si trattava di un’iniziativa artistica dedicata appunto alla performance che fino a quel momento non era stata considerata un vero e proprio mezzo artistico. L’edizione del ’77, la prima, è ricordata soprattutto per la performance di Marina Abramovic e Ulay. Il pubblico, infatti, per entrare nel museo, era costretto a passare attraverso lo spazio stretto e delimitato dai corpi nudi dei due artisti che si guardavano tra loro e che era impossibile non sfiorare o toccare. L’idea era quella che lo sfregamento continuo della gente che di volta in volta attraversava quel passaggio provocasse delle ferite e delle abrasioni, che trasformavano i corpi in testimoni fisici della fruizione e del passaggio delle persone. Abramovic e Ulay dopo solo due ore vennero cacciati dai carabinieri, ma questa è un’altra storia che meriterebbe un racconto esclusivo».

Per tornare ad ArtCity, sin da subito si ebbe l’intuizione di accompagnare l’evento fieristico con una serie di iniziative pubbliche che agevolassero la fruizione dell’arte nella città. Tale consuetudine è andata avanti e si è manifestata in varie forme fino a quando si è concretizzata, nel 2011, in ArtCity. «Si tratta di un evento gratuito e aperto a tutti che – ha tenuto a sottolineare Balbi – da quando mi occupo dell’organizzazione ha assunto sempre maggiore autonomia dall’evento fieristico. Nel 2020, infatti, è stata organizzata un’edizione nonostante la Fiera non si sia svolta. Ho cercato anche di far si che ArtCity assumesse una struttura precisa: alla serie di 12 di main projects se ne affianca uno speciale affidato a un’importante figura artistica. Quest’anno lo special project sarà realizzato da una collaborazione di artiste tutta al femminile: Vaiva Grainytė, Lina Lapelyte, e Rugilė Barzdžiukaitė».

L’opera, intitolata Have a Good Day! racconta la vita interiore delle cassiere di un centro commerciale mostrando cosa si nasconde dietro i sorrisi forzati e i canonici saluti meccanici. Il progetto trasforma l’alienazione quotidiana di cassiere senza volto, in personaggi vivaci e brillanti, le cui biografie e pensieri segreti diventano brevi drammi di carattere personale. Nell’opera, la critica alla società capitalistica contemporanea non è espressa attraverso giudizi moralistici; piuttosto con ironia, poesia e paradosso. Il mosaico delle diverse vite delle cassiere si fonde in un coro comune, un poema universale che afferma il piacere del consumo.

«A questa performance si aggiungono una serie di eventi principali, che rappresentano l’ossatura del progetto e spaziano da mostre personali a performances, da installazioni a opere singole in contesti alieni dal racconto artistico».

L’obiettivo che si è posto l’organizzatore «è quello di indagare i linguaggi del contemporaneo attraverso l’idea che l’arte possa leggere nuovi spazi, anche non deputati a al racconto artistico, per permettere la fruizione non solo dell’arte ma anche degli luoghi stessi. Una riscoperta dei luoghi della città, insomma, storici e non». Emblematico è il caso della performance in scena al 5° piano del Nuovo Parcheggio Stazione, distante 2 minuti a piedi dall’ingresso della stazione ferroviaria di Bologna, dove Xing presenterà il progetto Bstrd della coreografa di origine greca Katerina Andreou, sabato 4 febbraio durante ArteFiera, dalle h 19 alle 24.

Il 4 febbraio la città si animerà anche di sera con ArtCity White Night, che permetterà di fruire della proposta artistica diffusa in città anche nelle ore serali, grazie alla collaborazione di operatori culturali e commerciali pronti a estendere fino alle 24 l’orario di apertura. Per una mappatura completa delle performances e delle installazioni è presente, sul sito ufficiale di Art City, sia una guida booklet in italiano e in inglese che una mappa in cui saranno indicati tutti i 150 eventi distribuiti tra le vie della città.

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