Bambini

Non ci sono più pediatri

La carenza di personale sanitario in Italia interessa soprattutto i dottori dei più piccoli, che in molte zone non riescono ad assistere tutti i bambini. Con un grave rischio per la loro salute
Credit: Tara Winstead
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28 gennaio 2023 Aggiornato alle 19:00

Risale ai primi di Gennaio la notizia di un sit-in di protesta a Cagliari, davanti la sede dell’Assessorato Regionale alla Sanità, organizzato dalle consigliere comunali del centrosinistra Giulia Andreozzi e Camilla Soru per denunciare la grave carenza di pediatri sul territorio.

Migliaia di bambini risultano, infatti, sprovvisti del proprio medico di riferimento. Una vera e propria emergenza sanitaria che però non concerne unicamente la regione Sardegna, ma si riverbera lungo tutto lo stivale.

Cittadinanzaattiva ha effettuato un’analisi per studiare il fenomeno della desertificazione sanitaria, utilizzando i dati ufficiali forniti dal Ministero della Salute relativi al 2020. L’iniziativa, che rientra nell’ambito del progetto europeo AHED, Action for Health and Equity: Addressing Medical Desert, ha evidenziato una grave carenza di personale e operatori sanitari su tutto il territorio nazionale.

Mancano medici di famiglia, medici ospedalieri, infermieri e pediatri e questo comporta concrete difficoltà di accesso alle cure, lunghi tempi di attesa e distanze eccessive tra luogo di residenza e punto di erogazione delle prestazioni sanitarie. Tutto ciò non può che tradursi in una compressione inevitabile del diritto costituzionale alla salute per tutti i cittadini coinvolti.

Entrando nello specifico l’assenza di pediatri resta uno degli aspetti più problematici. Nonostante, infatti, la normativa preveda che ci sia almeno un pediatra ogni 800 bambini, la media nazionale è di circa 1.061 minori per ogni medico disponibile, con picchi preoccupanti in alcune città: si arriva a circa 1.813 bambini per pediatra ad Asti, 1.482 a Brescia, 1.370 a Novara, 1.331 a Cuneo, 1.320 a Torino, 1.236 ad Alessandria.

Numeri allarmanti che fanno temere per la corretta tutela della salute di migliaia di minori e verso i quali la popolazione non sta rimanendo indifferente.

I cittadini di tutta Italia, dalla Lombardia alla Sicilia, si sono infatti uniti al coro di protesta di Cagliari, segnalando l’assenza di medici specializzati in pediatria sia presso le strutture di medicina di base sia in quelle ospedaliere, e lo stato di emergenza per migliaia di famiglie costrette a far riferimento a un solo medico sul territorio di residenza, spesso impossibilitato tecnicamente a prendere in carico nuovi pazienti una volta raggiunto il tetto massimo degli assistiti concessi.

Alle proteste dei singoli si aggiungono sempre più frequentemente quelle delle istituzioni: il Consigliere Regionale calabrese Raffaele Mammolitti ha presentato su segnalazione del Pd di Lamezia Terme un’interrogazione in merito alla carenza di pediatri in città, sottolineando come la gravità della situazione non possa essere ignorata.

Allo stesso modo, a Città Sant’Angelo (Pescara), il Sindaco Matteo Perazzetti ha contattato i primi di gennaio il direttore della Asl Vincenzo Ciamponi, informandolo della presenza di un solo pediatra per tutta la popolazione cittadina e chiedendo soluzioni immediate.

La stessa organizzazione Save the Children non manca di evidenziare come sul territorio italiano manchino all’appello almeno 1.400 pediatri, specificando come solo un’esigua parte dei fondi pubblici per la salute venga destinato alla tutela dei minori.

Inutile sottolineare come, secondo il report di Cittadinanzattiva, le maggiori difficoltà di accesso alle cure e la minor disponibilità di personale sanitario si riscontrino nelle zone più periferiche della nazione. Una condizione discriminatoria che non potrà essere superata unicamente con l’aumento dei fondi disponibili a livello nazionale ma tenendo conto delle peculiarità dei territori e implementando i servizi di prossimità.

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