Economia

Cosa prevede il Fondo per contrastare il consumo di suolo?

Istituito dalla Legge di Bilancio, stanzia 160 milioni fino al 2027 per finanziare la rinaturalizzazione dei suoli degradati. Tra gli interventi: realizzazione di infrastrutture verdi e lotta alla desertificazione
Credit: Max Chen/unsplash
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26 gennaio 2023 Aggiornato alle 12:00

Nella Legge di bilancio 2023 lArticolo 1, ai commi 695 e 696, istituisce il Fondo per il contrasto al consumo di suolo.

Il cosiddetto “consumo del suolo” nasce come processo di antropizzazione, che trasforma superfici naturali in artificiali, per il solo fine economico. La cementificazione e l’impermeabilizzazione producono la variazione del paesaggio e la frammentazione del territorio con conseguenze drammatiche. Per esempio, la perdita delle aree agricole e di quelle naturali (con la conseguente riduzione delle produzioni), l’aumento di frane e alluvioni, i cambiamenti climatici, la distruzione degli habitat di numerose specie e la scomparsa dei centri rurali.

Lultimo rapporto Snpa - Sistema Nazionale Protezione Ambiente, relativo al consumo del suolo in Italia, spiega che nel 2022 - rispetto al 2021 - si è registrato un incremento di 6.344,44 ettari di suolo consumato. Il picco è stato in Lombardia, con 882,98 ettari. La maggiore densità di cambiamenti si è registrata entro 1 km dal mare, nelle città, nelle zone urbane e periurbane.

Stando al rapporto Ispra 2022, il consumo di suolo ha toccato valori che non si vedevano da 10 anni, arrivando a 2,2 metri quadrati al secondo. In altri termini: consumiamo una media di 19 ettari al giorno. Proprio per questo, l’obiettivo principale del Fondo è quello di individuare aree su cui avviare gli interventi e valutare le tipologie di opere necessarie affinché si possa generare un effetto di rinaturalizzazione del suolo e di ripristino delle relative funzionalità.

Il piano per la transizione ecologica si è posto l’obiettivo di un consumo netto pari a zero entro il 2030. Il fondo stanzia 160 milioni, da qui al 2027, per raggiungere questo obiettivo importante, che anticipa addirittura di 20 anni quello europeo. Nello specifico, listituzione del Fondo è finalizzata a consentire la programmazione e il finanziamento di interventi per la rinaturalizzazione di suoli degradati, o in via di degrado, in ambito urbano e periurbano.

Nella relazione della Manovra 2023 viene spiegato che gli interventi dovranno riguardare azioni di contrasto al consumo tramite la rinaturalizzazione del territorio e il ripristino della naturalità dei suoli, lincremento della capacità di ritenzione idrica o della permeabilità del suolo, la realizzazione di infrastrutture verdi, il recupero delle acque meteoriche per irrigare le aree verdi e il contrasto al degrado del suolo e alla desertificazione. È prevista la creazione di un Tavolo tecnico che sarà composto da rappresentanti della Dg Ussri - Direzione Generale Uso Sostenibile del Suolo e delle Risorse Idriche in qualità di coordinatori.

Lo stanziamento complessivo di 160 milioni verrà spalmato nei prossimi 5 anni: 10 milioni nel 2023, 20 milioni nel 2024, 30 milioni nel 2025 e 50 milioni nel 2026 e 2027. Il primo passo da fare è culturale: capire che il suolo è una risorsa limitata e che le sue funzioni sono vitali nei cicli ambientali, nella biodiversità e nel clima, ma anche per prevenire i dissesti idrogeologici. Salvare il suolo significa salvare il nostro habitat e la nostra qualità di vita.

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