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Edifici scolastici: promossi o bocciati?

Sicurezza, strutture sportive, servizi per le famiglie e rete internet: esiste ancora un grande divario tra Nord e Sud. I dati del XXII rapporto Ecosistema Scuola di Legambiente
Credit: Ron Lach/pexels

Una scuola che migliora, ma ancora non abbastanza, rischiando di rimanere intrappolata in un cronico stato di emergenza.

È la fotografia che emerge da Ecosistema Scuola, il rapporto annuale di Legambiente sulla qualità dell’edilizia scolastica, delle strutture e dei servizi messi a disposizione delle istituzioni scolastiche, realizzata grazie ai dati forniti dai Comuni capoluogo di provincia con l’obiettivo di creare uno spunto di riflessione sul futuro delle nostre scuole, tra aspetti da lodare e (tanti) da migliorare.

L’indagine ha coinvolto un totale di 94 Comuni capoluoghi, che hanno partecipato mettendo a disposizione di Legambiente informazioni relative a 5.616 edifici scolastici, tra scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado, popolati da oltre un milione di studenti.

Le amministrazioni comunali investono su politiche per la sicurezza e la sostenibilità degli edifici? Credono nella possibilità che hanno le scuole di realizzare e la diffondere buone pratiche?

Le risposte arrivano dai dati, a volte incoraggianti e altre meno, ma sempre coerenti su un punto: tra Nord e Sud del Paese esiste ancora un divario profondissimo.

Sicurezza e manutenzione degli edifici

Manderesti tuo figlio in una scuola che non è strutturalmente sicura? Stando ai dati del report (2021) la maggior parte degli edifici scolastici non è a norma. A livello nazionale, infatti, solo il 51,5% delle strutture scolastiche dispone di un certificato di agibilità e il 46,7% di un collaudo statico. Percentuali che crollano rispettivamente al 29,5% e al 32,4% nel caso delle città delle Isole.

Tra le indagini diagnostiche prioritarie per garantire l’agibilità delle strutture scolastiche, quelle che riguardano i solai e i tetti risultano essere al primo posto in scala di importanza. Eppure, negli ultimi 5 anni, gli edifici in cui risultano essere state eseguite queste indagini sono solo il 30,4% (il 18,8% nelle Isole). Sul fronte della manutenzione ordinaria sono stati riscontrati a livello nazionale dei passi in avanti: nel 2021 sono stati stanziati per la manutenzione ordinaria circa 10.000 euro a edificio.

Nel complesso, confrontando i dati del 2021 con quelli del 2019, ultimo anno prima della pandemia, lo stanziamento di fondi per la manutenzione straordinaria, a livello nazionale, è passato da quasi 28.000 euro a edificio del 2019 a circa 34.000 euro a edificio del 2021, mentre la spesa effettuata è passata da 15.000 a 20.000 euro.

Spostando l’attenzione sulla sicurezza antisismica, 51.000 studenti che vivono in zona sismica 1, ogni giorno, frequentano 274 edifici tra quelli coinvolti nell’indagine: di questi, solo 20 risultano progettati e adeguati alla normativa antisismica. Gli edifici collocati in zona sismica 2 sono, invece, 1.288 e solo 148 di questi sono adeguati alla normativa. Prendendo in analisi entrambe le zone, infine, solo il 31,4% delle amministrazioni comunali ha realizzato la verifica di vulnerabilità sismica su tutti gli edifici.

Risparmio ed efficienza energetica

È, forse, l’aspetto su cui la scuola italiana è più indietro: c’è tanto da fare per rendere gli edifici meno energivori. A livello nazionale, l’81,1% delle amministrazioni ha dichiarato di aver realizzato interventi per l’efficientamento energetico delle scuole, ma solo il 17,1% degli edifici ha realmente goduto di questi interventi. I più gettonati sono stati quelli di sostituzione delle caldaie, vetri e serramenti (in sostanza, lavori per l’isolamento delle pareti).

Importanti sì, ma che non hanno portato ad alcun miglioramento in termini di passaggio da una classe energetica inferiore a una superiore: solo il 4,2% degli edifici scolastici risulta in classe energetica A, appena il 10,8% nelle prime 3 classi energetiche, mentre ben il 74,8% è fermo nelle ultime 3 classi energetiche (il 39% in classe G).

Sul fronte dell’ energia rinnovabile sono stati fatti passi in avanti negli ultimi 10 anni, ma se dovessimo continuare con questi ritmi ci vorrebbero almeno 80 anni per avere tutte le scuole con rinnovabili. Tra gli interventi più realizzati: impianti fotovoltaici (78,4% di edifici), solari termici (35,9%), solari a geotermia (2,9%) e a biomassa (0,3%).

Strutture per lo sport

La legge afferma che ogni scuola debba garantire la disponibilità di palestre e impianti sportivi di base. Eppure, stando ai dati dell’indagine, solo la metà (51,9%) degli edifici scolastici è dotato di impianti per lo sport, spazi che a loro volta solo per il 56,4% restano aperti anche in orario extrascolastico, quindi a beneficio del territorio.

Pochi impianti sportivi e, nella maggior parte dei casi, bisognosi di interventi di manutenzione e riqualificazione urgenti (24.4%): nonostante i 300 milioni del Pnrr stanziati per favorire la costruzione e ristrutturazione degli edifici adibiti a palestra, non si potrà garantire a tutti gli studenti il diritto di praticare sport a scuola perché i fondi basteranno appena per 400 interventi su tutto il territorio nazionale.

L’indagine fa emergere, inoltre, che, lì dove presenti e ben funzionanti, gli impianti sportivi sono per il 22,2% sia indoor che outdoor e nel 71% dei casi solo indoor: un punto critico che si è acutizzato negli anni della pandemia, in cui si è manifestata con più forza la necessità di ambienti all’aperto, sia per lo sport che per la didattica.

Servizi per le famiglie

Altro aspetto analizzato, altri problemi, ancora alto mare: dalla mobilità scuola-casa alla mensa, è di nuovo un grande disastro.

Sul fronte della mobilità, infatti, solo il 24% degli edifici scolastici in Italia è raggiungibile tramite servizio di scuolabus: 1 su 2 per le scuole del centro, il 16% nelle Isole e il 14% al Nord. A compensare questo deficit non intervengono nemmeno le linee scolastiche, visto che solo il 10,3% degli edifici può essere raggiunto con questa modalità.

I dati su pedibus, bicibus o presenza di piste ciclabili nelle aree antistanti le scuole sono ancora più sconfortanti: solo il 4,7% delle scuole è raggiungibile grazie al servizio di pedibus; lo 0,1% tramite bicibus; il 17,9% in modo autonomo in bicicletta grazie alla presenza di piste ciclabili. Un dato, quest’ultimo, su cui vale la pena soffermarsi per sottolineare, ancora una volta, il triste divario tra il Nord, dove le piste ciclabili si trovano nelle aree antistanti il 25,3% delle scuole, il Centro (13,3%), il Sud (8,1%) e le Isole (2,8%).

Spostando il focus su altri servizi offerti dalle scuole alle famiglie, l’occhio cade sui dati relativi a pre e post scuola: per quanto riguarda i progetti educativi all’interno del contesto scolastico, la differenza non è tra quali amministrazioni comunali investono in questi progetti e quali no, ma sul quanto queste investono: al Nord, infatti, la media a studente è di 18,50€, contro appena 1,20€ al Sud.

Ancora, nessun aiuto alle famiglie di lavoratori: solo il 29% delle scuole italiane prevede la disponibilità di classi a tempo pieno, un dato che decresce vertiginosamente attraversando il Paese e che si intreccia inevitabilmente ai dati sul servizio di mensa, di cui godono solamente gli studenti del 75% degli edifici italiani, per lo più al Centro e al Nord (solo il 38% nelle Isole). Se ci fosse disponibilità di mense in tutti gli edifici scolastici, infatti, diventerebbe più semplice garantire la disponibilità di classi a tempo pieno.

A proposito di mense, poi, i dati rilanciano una scarsa attenzione posta nella scelta delle stoviglie: nel 66,7% delle mense, infatti, vengono utilizzate quelle monouso, con un conseguente aumento dei costi e dei rifiuti. Tra queste il 17,3% utilizza stoviglie in plastica, il 10% in carta e il 37,1% in mater-bi. Un dato allarmante è quello che sottolinea come, al Sud e nelle Isole, tutte le mense utilizzino stoviglie monouso e oltre il 50% optino per quelle in plastica.

Reti internet

È l’unico aspetto da cui vengono dati incoraggianti e positivi: la pandemia da Covid-19 ha evidenziato i forti problemi relativi alla connettività delle nostre scuole. Così, per fronteggiare l’emergenza, il 69% dei Comuni ha realizzato nel 2021 interventi di potenziamento della rete internet e le amministrazioni comunali hanno utilizzato gli speciali fondi Covid per potenziare la rete internet: tra il 2019 e il 2021, gli edifici scolastici con una rete wifi sono passati dal 53,4% al 71,8%, con un incremento al Sud di oltre il 40%, passando dal 30 al 72,5%. Gli edifici con rete completamente cablata, dal 48,7% del 2019 sono saliti al 67,9%; anche in questo caso i risultati maggiori si sono avuti al Sud, dove si è passati dal 37 al 77,5%.

Esempi virtuosi

Tra il 2020 e il 2022 a Rimini sono stati inaugurati 2 edifici che potremmo considerare “esempi virtuosi” di strutture scolastiche, pronte a rispondere a ogni esigenza, da quelle strutturali a quelle energetiche, passando per quelle didattiche e sociali: il plesso Montessori dell’IC Marvelli e la scuola Luigi Ferrari.

Come si legge al termine del report Legambiente, il plesso Montessori è stato progettato secondo i principi della sostenibilità ambientale, è a consumo energetico quasi zero (nearly zero energy building), ha illuminazione a led e a spegnimento automatico, con orientamento delle aule a sud e sistema di ombreggiamento centralizzato. Internamente ha arredi in legno con sistemi modulari in grado di unire le esigenze di distanziamento e sicurezza a quelli dei modelli didattici anche più innovativi come “la scuola senza zaino”. Oltre ai diversi spazi polifunzionali, a disposizione dei bambini c’è un bel giardino e un orto. La palestra, inaugurata nel dicembre 2022, rappresenta uno spazio fruibile non solo per gli alunni ma anche per tutte le associazioni sportive del territorio che vogliono utilizzare questi spazi nel pomeriggio o quando non ci sono attività didattiche.

La scuola Luigi Ferrari nasce per essere pienamente integrata con il contesto urbano in cui si trova. Demolita e ricostruita sullo stesso sito (zero consumo di suolo), è dotata di un innovativo e particolare sistema antisismico e osserva i principi della sostenibilità ambientale. Con un giardino verticale che ha il compito di assorbire CO2 e di servire da isolante, il nuovo edificio è stato costruito con tecniche costruttive e materiali all’avanguardia e soprattutto pensato per superare il modello organizzativo della scuola tradizionale, con ambienti flessibili e funzionali ai diversi sistemi di apprendimento e spazi informali e di relax.

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