Ambiente

L’epoca della policrisi

Secondo il nuovo report del World Economic Forum, The Global Risks 2023, l’aumento del costo della vita rappresenta la minaccia più grave a breve termine. Il cambiamento climatico quella più pericolosa sul lungo termine
Credit: EPA/ GIAN EHRENZELLER
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16 gennaio 2023 Aggiornato alle 18:00

Un’epoca di policrisi crescenti. Questo è lo scenario globale che si prospetta fra inflazione, pandemia, crisi energetica, confronti geopolitici, crisi climatica in accelerazione e un mix di problematiche che si stanno intrecciando in maniera pericolosa, secondo il nuovo report del World Economic Forum, intitolato The Global Risks Report 2023, giunto alla 18esima edizione.

Trend negativi in aumento

In collaborazione con il Marsh McLennan e Zurich Insurance Group, gli analisti del forum di Davos hanno intervistato oltre 1200 esperti, fra Ceo, scienziati, economisti, burocrati e figure provenienti dalla società civile, sui principali rischi a breve termine e lungo termine, a partire dall’inflazione, identificata come la minaccia principale di questi anni: «Il panorama del rischio a breve termine è dominato da energia, cibo, debito e disastri. Coloro che sono fra i più vulnerabili stanno soffrendo e, di fronte a molteplici crisi, coloro che vengono identificati come vulnerabili si stanno rapidamente espandendo, sia nei Paesi ricchi che in quelli poveri», ha ammonito Saadia Zahidi, direttrice amministrativa del Wef.

Nel documento lungo 98 pagine vengono valutati molteplici fattori globali secondo 2 scenari principali: uno di breve termine che copre 2 anni, fino al 2025, e uno di lungo termine che riguarda i prossimi 10 anni, fino al 2033. Questo ha permesso agli analisti di delineare la possibile evoluzione dei rischi per il prossimo futuro.

Il breve termine (2023-2025)

La prima parte del report si concentra sulle 10 principali crisi di breve termine, dove oltre all’aumento del costo della vita in numerose nazioni, spiccano i disastri naturali, gli scontri geopolitici e l’erosione della coesione sociale a causa della polarizzazione politica e dell’aumento delle disuguaglianze economiche. Infatti circa un terzo delle economie del Pianeta andranno in recessione nel 2023 secondo il Fondo Monetario Internazionale, mentre continueranno a persistere gli effetti della crisi energetica e dello scontro militare in Ucraina.

Queste multiple crisi potrebbero determinare «il primo passo indietro nello sviluppo umano da decenni» secondo il report, mentre per Carolina Klint, responsabile del risk management sull’Europa continentale presso la società Marsh, «stiamo guardando qualcosa che sembra nuovo, ma allo stesso tempo stranamente familiare. Quindi vediamo un ritorno di alcuni rischi precedenti su cui ritenevamo di aver fatto dei buoni progressi a livello di risoluzione, ma che ora sono tornati sulla mappa dei rischi».

Enorme preoccupazione sta suscitando il confronto geopolitico in corso, soprattutto fra le tre maggiori potenze del pianeta (Usa, Russia e Cina), con effetti a catena sulla spesa militare globale, sul commercio internazionale e sulle infrastrutture logistiche: «La guerra economica sta diventando la norma. Le tensioni aumenteranno man mano che le potenze globali useranno le politiche economiche in modo difensivo per ridurre la dipendenza dai rivali e in modo offensivo per limitare l’ascesa delle nazioni concorrenti», denuncia il report.

Gli altri rischi vertono sull’incremento dei reati informatici e la cyberwarfare che potrebbero colpire infrastrutture vitali delle nazioni avanzate o minare i processi elettorali delle democrazie occidentali. Scivolate in secondo piano invece la minaccia terroristica, soprattutto da parte dei gruppi jihadisti, e il pericolo di una nuova crisi finanziaria globale, anche se vi sono timori per i debiti pubblici cresciuti enormemente durante la crisi pandemica.

Il lungo termine (2023-2033)

I principali pericoli percepiti per i prossimi 10 anni sono quasi tutti legati alla crisi climatica-ambientale, fra fallimenti nella mitigazione, nell’adattamento su larga scala, con perdita della biodiversità e il superamento del limite di 1,5 gradi di aumento delle temperature. Questa combinazione di rischi potrebbe mettere a rischio la civiltà attuale e scatenare enormi flussi migratori. La stessa parola “collasso” è diventata parte integrante del report, seppure limitata a specifici settori.

Ulteriori preoccupazioni suscita la corsa tecnologica in campo militare, fra intelligenza artificiale, quantum computing, armi autonome e ingegneria genetica. Mentre l’uso delle armi di distruzione di massa, soprattutto le armi nucleari, viene ritenuto un pericolo remoto, non imminente, nonostante la guerra in corso in Ucraina e un possibile conflitto su Taiwan.

Diverse preoccupazioni persistono riguardo la possibilità di nuove pandemie, specialmente con l’avanzare della crisi ambientale. Poco trattata è la parte sulla salute mentale, un problema crescente e inserito nelle tabelle, ma dai contorni ancora nebulosi.

Adattamento e soluzioni

La lunga analisi del World Economic Forum si conclude con una serie di ammonimenti e soluzioni per il futuro focalizzati sulla cooperazione internazionale, che va protetta e incrementata, e la necessità di attuare politiche di mitigazione e adattamento.

In particolare vengono elencati 4 principi per affrontare la policrisi: «Mentre si verificano shock continui, il mondo si trova a un bivio. Entrando in un’era di bassa crescita, bassi investimenti e bassa cooperazione, le azioni che intraprendiamo oggi detteranno il nostro panorama di rischio futuro. Dobbiamo assicurarci che le azioni per affrontare le crisi attuali non distraggano dalla visione a lungo termine. […] Delineiamo quattro principi per essere preparati in questa nuova era di shock simultanei: rafforzare l’identificazione e la previsione del rischio; ricalibrare il valore attuale dei rischi “futuri”; investire nella preparazione al rischio presente in molteplici campi e incrementare la preparazione e la cooperazione nella risposta».

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