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Case green: cosa dice la direttiva Ue

Dopo un periodo di silenzio, Bruxelles ha reso effettivo il provvedimento sull’efficientamento energetico degli immobili. Che entro il 2030 dovranno raggiungere almeno la classe energetica E
Credit: Luis Diaz Diaz 
Tempo di lettura 6 min lettura
16 gennaio 2023 Aggiornato alle 08:00

La casa è forse il bene primario per eccellenza, tra quelli di maggior valore economico e affettivo.

Proprio sulla casa sono in arrivo dei cambiamenti che potrebbero far discutere non poco in Europa. La decisione è ancora in via di definizione e oggetto di trattative ma sembra ormai assodata: a breve l’Unione europea emetterà una nuova direttiva che porterà una corsa alle ristrutturazioni e a dover rimettere mano al portafoglio.

Dopo un periodo di silenzio Bruxelles ha deciso di rendere effettiva la direttiva sull’efficientamento energetico degli immobili, il provvedimento che obbliga tutti gli immobili residenziali a raggiungere una data classe energetica entro il 2030.

L’obbligo per molti sarà quello di ristrutturare casa, ma non per tutti. La discussa direttiva, che aveva già sollevato critiche nel 2021 a causa dei paletti introdotti legati all’efficientamento energetico delle case a partire dal 2027, adesso sembra poter prendere forma definitiva.

Il primo via libera dovrebbe arrivare il 24 gennaio con l’approvazione della Commissione energia del Parlamento europeo per poi essere definitivamente varata dal Parlamento entro il 13 marzo.

Efficientamento energetico cos’è

L’efficientamento energetico rappresenta tutte le operazioni utili a ottimizzare lo sfruttamento delle fonti energetiche.

Gli interventi di efficientamento, che servono per far coesistere il fabbisogno energetico e le emissioni inquinanti, beneficiano per questo di incentivi fiscali.

Occorre distinguere però tra efficientamento energetico e risparmio energetico, non sono la stessa cosa. Il risparmio energetico infatti consiste negli interventi volti a ridurre il consumo dell’energia necessaria all’esercizio di diverse attività, il suo obiettivo è consumare meno quindi e non determina per forza una migliore efficienza energetica. Gli interventi di risparmio energetico servono dunque a ridurre i livelli di consumo, eliminando sprechi e migliorando l’utilizzo delle fonti di approvvigionamento.

Lo scopo è l’efficienza energetica e quindi assicurarsi un risultato migliore rispetto ad altri sistemi, aumentando il rendimento e consentendo un risparmio energetico e la riduzione dei costi di esercizio, così da sfruttare l’energia in modo razionale, ridurre ed eliminare gli sprechi. L’obiettivo dell’efficientamento non è quindi quello di consumare meno energia, ma è quello di impiegarla meglio, questo equivale a risparmiare energia, diminuendo le emissioni inquinanti i costi e rispettando l’ambiente.

Tra le opere di efficientamento energetico ci sono: installazione di pannelli solari e di pompe di calore, montaggio di caldaie a condensazione, opere di coibentazione, sostituzione degli infissi, dei termosifoni con i termocamini e installazione di impianti di climatizzazione o di impianti che garantiscano produzione, consumo o sostituzione di fonti rinnovabili con altre con maggior livello di efficienza. In questo modo si può migliorare l’efficientamento energetico, ovvero il rapporto tra l’energia immessa e il rendimento espresso in termini di produzione o consumi.

Cosa prevede la direttiva europea

La temuta direttiva europea prevede che tutti gli immobili residenziali debbano essere in classe energetica E entro il 2030. In Italia almeno il 60% delle abitazioni si trova invece tra la classe energetica F e G. Le maggior parte delle case degli anni ‘80 e ‘90 fanno già parte di questa classe energetica ma non tutte e nonostante questo entro il 2033 dovrebbe arrivare l’obbligo di passaggio alla classe D, tra il 2040 e il 2050 invece si vorrebbe arrivare alle emissioni O. Secondo le stime il lavoro non sarà facile, già solo per passare alla classe E serviranno interventi mirati per diminuire i consumi del 25%. Come la sostituzione degli infissi, della caldaia a condensazione e l’installazione di un cappotto termico interno o esterno.

Per il momento non sono previste sanzioni per chi non possiede il bollino verde europeo per l’immobile ma comunque i proprietari di case dovranno garantire che il patrimonio edilizio sia del tutto ristrutturato per andare incontro ai nuovi parametri di efficienza energetica.

Gli Stati membri dovranno decidere in autonomia quali proporre a chi non si adegua ai nuovi requisiti.

Altro importante obiettivo per l’Unione europea è azzerare le emissioni dirette nel residenziale tra il 2040 e il 2050.

La Commissione europea è spinta soprattutto da alcuni dati che dicono che gli edifici sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni di gas a effetto serra nell’Ue e il 75% di questi è inefficiente dal punto di vista energetico.

Ridurre l’inquinamento attraverso ristrutturazioni mirate per la Commissione è un passaggio fondamentale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. La revisione della direttiva, che fa parte del pacchetto “Fit to 55”, serve ad aumentare il tasso di ristrutturazione energetica persistentemente basso, intorno all’1 %, tanto che secondo la Commissione “al ritmo attuale la decarbonizzazione dell’edilizia richiederà secoli”.

Quali sono le deroghe previste

Con l’entrata in vigore della nuova direttiva europea sarà ridotto il valore delle case che non rispettano i requisiti.

Chi acquista casa, soprattutto contando anche le spese del mutuo, deve sapere che molto probabilmente dovrà ristrutturarla per mantenere lo stesso valore.

Nella direttiva sono state inserite delle deroghe che riguardano le chiese e gli edifici di culto, gli immobili di interesse storico o quelli “ufficialmente protetti”.

Sono previste delle protezioni per le seconde case abitate per meno di 4 mesi all’anno, così come per le abitazioni indipendenti che hanno una superficie inferiore a 50 metri quadrati.

Nella nuova bozza di compromesso della direttiva, sono state inserite anche alcune esenzioni. Come quella sugli immobili di interesse storico.

Inizialmente erano stati ricompresi anche questi nell’obbligo di efficientamento energetico. Circostanza che, soprattutto in un Paese come l’Italia, avrebbe creato problemi rilevanti vista l’impossibilità di intervenire in alcuni di questi immobili o con l’installazione di pannelli fotovoltaici.

La stretta in arrivo sulle emissioni legate ai consumi nelle nostre case propone quindi questa direttiva come soluzione così da traghettare l’Europa verso politiche più green per case e appartamenti.

Una transizione che ha però un costo e conseguenze non trascurabili per l’Italia. In mancanza di adeguate agevolazioni però il conto dell’operazione potrebbe essere salato e ricadere pesantemente sui cittadini. Inoltre come annuncia Confedilizia i proprietari di casa rischiano di vedere crollare in pochi anni il valore dei propri immobili grazie alle norme così stringenti rispetto ai nuovi standard di risparmio energetico.

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