Economia

World Bank: cambiano le prospettive di crescita globale

L’inflazione, la politica monetaria restrittiva e l’invasione Russa fanno fare marcia indietro alla Banca mondiale, che rivede le sue previsioni per il 2023. Il Pil potrebbe passare da +3% a +1,7%
Credit: Andres Kudacki for The New York Times
Tempo di lettura 3 min lettura
12 gennaio 2023 Aggiornato alle 12:30

Il Global Economy Prospect pubblicato dalla Banca Mondiale apre il nuovo anno con toni piuttosto grigi. Se 6 mesi fa le prospettive per l’anno appena iniziato indicavano una crescita del Pil mondiale del 3%, a oggi il report fa un passo indietro, prevedendo solamente un +1,7%.

La difficoltà della situazione è nota, diversi economisti ed enti di ricerca si sono espressi con preoccupazione sulle aspettative per il 2023. L’inflazione, il peggioramento delle condizioni finanziarie e le conseguenze dell’invasione Russa in Ucraina sono aspetti da tenere in considerazione, che causeranno una bassissima crescita economica. Se le stime di World Bank si avverassero, si andrebbe a segnare un nuovo crollo per l’economia mondiale, che raggiungerebbe la crescita più debole degli ultimi trent’anni, successiva solamente alla crisi finanziaria di Lehman Brothers che ha segnato il 2008 e alla più recente pandemia che ha dilaniato il 2020.

La situazione per il 2023 viene definita dalla Banca mondiale come una «pronunciata debolezza» che si ripercuoterà sulle economie più forti, ma che non tarderà a raggiungere anche i Paesi più poveri ed emergenti. Negli Stati Uniti le previsioni attuali si fermano a un +0,5% rispetto al +1,9% stimato a giugno 2022. Ancora più ampio il divario nell’Eurozona, dove la percentuale è scesa di quasi 2 punti, crollando verso una crescita pari a 0.

Preoccupante è la situazione nell’Africa Subsahariana, dove vive il 60% delle persone in estrema povertà. In merito a quest’area, Ayhan Kose, Direttore dell’ufficio di ricerca della Banca mondiale, afferma: «Ci aspettiamo una crescita dell’1% del Pil pro capite, che è di gran lunga inferiore a quella necessaria per sradicare la povertà estrema, sarà quasi impossibile ridurre la povertà o anche la disuguaglianza ai livelli che vorremmo».

Mentre la World Bank pubblica i propri ribassi, la banca newyorkese Goldman Sachs rialza invece le proprie aspettative per la crescita mondiale, passando da un -0,1% a un +0,6%. Un dato molto positivo è che Goldman Sachs non menziona affatto la recessione, dal momento che ritiene che gli ostacoli del 2023, legati soprattutto al caro energia e alla difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, miglioreranno nella seconda parte dell’anno. Secondo la Goldman Sachs, è proprio la previsione di ribassamento dei prezzi verso l’estate a permettere una revisione delle ipotesi di crescita.

L’analisi di Banca mondiale, tuttavia, si colloca nell’ambito di un quadro ben più ampio di previsioni. Secondo Bloomberg, che riunisce i calcoli di una pluralità di economisti ed enti, la crescita media del Pil sarà del 2,1%.

Certo è che la situazione per l’economia europea e più in generale per quella mondiale è tutt’altro che rosea. Prima del Covid e della sequenzialità di faticosi eventi che hanno caratterizzato gli ultimi periodi, le stime per il 2024 erano di oltre 6 punti percentuali più elevate rispetto a quelle attuali.

Non ci rimane che attendere: consapevoli della realtà dei fatti e della complessità che ci riserva il 2023, ma senza perdere la speranza. Perché la storia ci insegna che anche le crisi possono celare delle opportunità.

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