Ambiente

Il nodo trivelle sta per venire al pettine

Il centrodestra ha inserito nel decreto Aiuti quater, approdato oggi alla Camera, una norma che sblocca i permessi di trivellazioni. Ma i mal di pancia sono tanti anche all’interno della maggioranza e i tempi stringono
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9 gennaio 2023 Aggiornato alle 09:00

«Lottare contro le trivelle significa lottare per l’ambiente e chi non lo fa, come questo governo, favorisce le lobby». Parola di Giorgia Meloni. Almeno nel 2016 quando, in vista del referendum (fallito) per negare il rinnovamento delle concessioni di trivellazione, la leader di Fratelli d’Italia attaccava l’allora governo Renzi, accusato di essere dalla parte dei poteri forti contro gli interessi nazionali. Oggi Meloni è al governo e la musica è di tutt’altro tipo.

Una norma inserita dal governo nel decreto Aiuti quater sblocca i permessi di trivellazione.

L’obiettivo è quelli di aumentare la produzione energetica in un momento molto difficile per l’Italia a causa della guerra in Ucraina.

A rivendicare l’importanza di nuove trivellazioni è stata la premier stessa che già a novembre diceva di voler garantire la «messa in sicurezza del tessuto produttivo». Ma le opposizioni sono sul piede di guerra. Pd, 5Stelle e Verdi-Sinistra (il Terzo Polo si è sfilato) hanno deciso di presentare in commissione Bilancio gli emendamenti soppressivi della norma sblocca trivelle.

Secondo Marco Grimaldi, capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra in commissione Bilancio della Camera, «si tratta di un provvedimento che riporta indietro l’Italia e danneggia la lotta al cambiamento climatico».

Unite nel no alla proposta del governo, le opposizioni hanno comunque posizioni diverse sul tema. I 5Stelle sono contrari in toto all’idea di far ripartire le estrazioni che aprono allo sfruttamento di giacimenti nell’Alto Adriatico, con l’esclusione dell’area di Venezia.

Il Pd punta a bloccare le nuove estrazioni tra le 9 e le 12 miglia dalla coste italiane, prendendo però in considerazione l’ipotesi di efficientare le concessioni di coltivazione di gas sospese o improduttive. La linea più incerta del Pd è sintomo anche delle prossime primarie che vedono come principali sfidanti Stefano Bonaccini e Elly Schlein. I due sono divisi anche su questo tema: il presidente dell’Emilia Romagna ha sempre rivendicato la posizione pro trivelle del fu governo Renzi (del quale Bonaccini è stato sostenitore) mentre Schlein ha criticato diverse volte quella scelta.

Anche nella stessa maggioranza ci sono stati malumori nel recente passato. Il presidente del Veneto Luca Zaia (Lega) ha fatto sapere di essere contrario a nuove trivellazioni sul territorio della sua regione. Zaia ha anche ricordato come il Carroccio fosse stato a favore del referendum anti trivelle del 2016. Ma, di fronte alla crisi energetica, il governo sembra procedere spedito.

Ora tutti guardano a quello che accadrà oggi in aula dove il testo definitivo è approdato da poco. L’orologio istituzionale dice che c’è tempo fino al 17 gennaio per approvare il decreto che prevede in totale misure da 9 miliardi sull’energia. Ma il nodo trivelle non sembra così facile da sciogliere.

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