Ambiente

Scatta l’obbligo della raccolta dell’umido in Italia

Con 2 anni d’anticipo rispetto al resto dell’Ue, il Paese si conferma un passo avanti nella differenziata
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
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21 gennaio 2022 Aggiornato alle 09:00

Bucce di banana, capsule biodegradabili, avanzi di cibo, sacchetti biodegradabili: tutto ciò che c’è di compostabile va riciclato e separato dal resto dei rifiuti. Con il 2022 per tutti i Comuni italiani è diventato obbligatorio differenziare gli scarti organici, ma non solo. Insieme ai residui di cibo dovranno essere raccolti anche gli imballaggi in plastica biodegradabile e compostabile, certificati EN 13432: si tratta della normativa italiana che si armonizza con quelle europee e definisce i requisiti degli imballaggi recuperabili tramite compostaggio e biodegradazione.

Il decreto legislativo 116/20 entrato in vigore l’1 gennaio 2022 recepisce, infatti, la direttiva europea 2018/851 in materia di rifiuti. L’obbligo italiano anticipa di 2 anni l’impegno analogo che verrà introdotto nel resto dell’Unione europea solo nel 2024.

I Comuni devono attivare la raccolta differenziata della frazione umida, che va raccolta in contenitori a svuotamento riutilizzabili o sacchetti compostabili anch’essi certificati. Dal 2003 a oggi la raccolta differenziata nel nostro Paese è passata dal 17% al 63%, soprattutto grazie all’organico, che dà un contributo fondamentale al riciclo. Lo mostrano i dati di Zero Waste Italy, l’associazione nata nel 2009 per aggiungersi alle reti europee e mondiali contro lo spreco. Anche perché, separando questi rifiuti dall’indifferenziato, il non riciclabile, si riduce la frequenza della raccolta e con essa i suoi costi. In Europa siamo secondi solo alla Germania nell’attività di compostaggio, che supera i 7 milioni di tonnellate, con l’80% della popolazione che fa la raccolta dei rifiuti organici. Con il nuovo obbligo, la percentuale dovrebbe salire a quota 100%. Ed è una buona notizia anche per l’ambiente, in particolare per il suolo: restituire sostanza organica ai terreni significa aumentarne la fertilità e la capacità di ritenzione idrica.

L’Italia si conferma molto avanti nel riciclo: l’ultimo report annuale intitolato, appunto, “L’Italia del Riciclo”, realizzato dalla Fondazione per lo sviluppo sostenibile e da Fise Unicircular, l’Unione imprese economia circolare, ha confermato il buon livello nazionale di riuso degli imballaggi nel 2020, a quota 9,6 milioni di tonnellate. Un incremento dato dal calo della loro immissione sul mercato. La raccolta differenziata è un tema ancora molto complesso, soprattutto nelle metropoli che devono gestire milioni di abitanti, ma è uno strumento cruciale per ridurre sprechi e inquinamento. Forse qualche sanzione - nel caso dei rifiuti organici ancora non se ne parla - potrebbe incentivare le grandi città a prendere sul serio la raccolta differenziata.