Ambiente

Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, ci sono novità

Dopo 4 anni di stallo, il Pnacc è stato pubblicato in una nuova versione per fronteggiare le crescenti sfide poste dalla crisi ambientale in corso
Credit: Amer Ghazzal Cover Images
Tempo di lettura 3 min lettura
29 dicembre 2022 Aggiornato alle 20:30

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica ha pubblicato il nuovo aggiornamento del Pnacc (Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici), che era rimasto fermo alla precedente versione del 2018 senza ulteriori passi in avanti. Un piano redatto a forma di bozza fin dal 2017, ma che per anni è rimasto incastrato nelle procedure burocratiche del Ministero e degli enti territoriali.

La lentezza istituzionale ha comportato problemi e mancanze, determinando numerose polemiche fra gli ambientalisti e i climatologi riguardo la vecchia versione del 2018: «Il documento è già vecchio perché scientificamente fa riferimento a dati dell’Ipcc del 2015 che sono vecchi e ancora più ottimisti di quelli attuali. Adesso la situazione è peggiore. I tempi di intervento di questo piano di adattamento non sono di giorni e non sono di mesi e prevedono qualcosa di più dell’approvazione del piano» aveva affermato recentemente il professore Roberto Danovaro, docente di Biologia marina ed ecologia marina all’Università politecnica delle Marche.

Il documento presentato dal Ministero è composto da 103 pagine e 4 allegati che dovranno attivare nel dettaglio le politiche di adattamento nazionali. L’Italia è infatti un Paese a rischio, essendo situato in un’area geografica sottoposta al rapido aumento delle temperature globali (hotspot) con pesanti effetti a catena sull’ecosistema del Mediterraneo ed eventi climatici disastrosi, come quelli osservati negli ultimi anni.

Il Pnacc versione 2022, che sarà soggetto nei prossimi mesi alla consultazione pubblica prevista dalla procedura di Valutazione ambientale strategica (Vas) in modo da ricevere l’approvazione definitiva dal governo, si baserà su tre tipi di misure, da quelle soft a quelle “verdi” (che ricorrono alla natura) fino a quelle infrastrutturali-tecnologiche.

Nel comunicato stampa il ministro Gilberto Pichetto ha ribadito l’importanza di una rapida implementazione del Piano: «Si tratta di uno strumento di programmazione essenziale per un Paese come il nostro, segnato da una grave fragilità idrogeologica. Le recenti tragedie di Ischia e delle Marche hanno ricordato quanto sia assolutamente necessaria in Italia una corretta gestione del territorio e la realizzazione di quelle opere di adattamento per rendere le nostre città, le campagne e le zone montuose, le aree interne e quelle costiere più resilienti ai cambiamenti climatici. Il piano era in lavorazione da tempo: da quando si è insediato il nuovo Governo, con il supporto di Ispra, abbiamo accelerato le procedure e, come assicurato nelle scorse settimane, entro la fine dell’anno siamo riusciti a velocizzare l’iter che ci dovrà portare a definire un Piano atteso e necessario per la tutela del nostro territorio».

Con l’approvazione definitiva del Pnacc verrà insediato l’Osservatorio Nazionale, il quale avrà il preciso scopo di coordinare le azioni sul territorio, elencando le priorità, i soggetti interessati e le fonti di finanziamento.

Leggi anche
Ambiente
di Roberto Coizet 5 min lettura