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Chi è Donatella Bianchi?

Classe ‘63, volto di Linea Blu, ex presidente Wwf e membro della task force di Vittorio Colao. Piccola bio della candidata della candidata del Movimento 5 stelle alle regionali del Lazio
Credit: ANSA/CLAUDIO PERI
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30 dicembre 2022 Aggiornato alle 15:00

Dal mare alle stelle. Donatella Bianchi è la candidata del Movimento 5 stelle alle regionali del Lazio. Secondo il leader Giuseppe Conte, la conduttrice di Linea Blu «incarna» i valori del Movimento. Ecco cosa racconta la sua storia.

Nata nel 1963 a La Spezia, Bianchi diventa nota al grande pubblico appena quindicenne quando, nel 1978, debutta nel programma Domenica In, allora condotto da Corrado. È l’inizio di una lunga carriera in Rai che la porta in diversi varietà (nel 1979 incide anche il singolo Mira Mira l’Olandesina) e a diventare nel 1985 giornalista professionista. Con queste credenziali Bianchi collabora, tra gli altri, con la trasmissione Sereno Variabile e conduce il Tg regionale del Lazio e poi la rubrica Tgr Italia Agricoltura. Il 1994 è l’anno della svolta: la giornalista inizia il programma Linea Blu, ancora oggi in palinsesto (il programma però è fermo, come ogni anno, fino ad aprile). L’obiettivo è chiaro: «raccontare tutto quello che avviene sotto e sopra le coste italiane». Non a caso durante la prima puntata Bianchi si collega dalla Corsica per un’indagine sui costi fiscali delle barche italiane all’estero.

Nel corso degli anni il programma diventa un punto di riferimento per gli ambientalisti tanto da valere alla giornalista l’onorificenza di Commendatore dell’ordine al merito della Repubblica italiana ricevuta nel 2010 dall’allora presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Il suo attivismo non le vale solo premi, ma anche cariche operative: nel 2014 è eletta presidente del Wwf. In questo ruolo prende posizione contro la legge voluta dai governi a guida Renzi e Gentiloni sulla tutela dei parchi nazionali. Secondo la giornalista, si tratta di provvedimenti che rischiano «di rendere i parchi vittime di bandi locali».

Un altro tema spinoso sono i Jova Beach party accusati da diverse associazioni ambientaliste di distruggere le spiagge teatro dei concerti. Bianchi difende gli eventi a spada tratta: «I concerti di Jovanotti ci permettono di raggiungere persone che prima non erano interessate alle questioni dell’ambiente e che, a fine concerto, puliscono le spiagge».

Poi c’è la politica dove le sue posizioni in difesa dell’autonomia degli enti ambientalisti piacciono fin da subito ai 5 Stelle: nel 2019 l’allora ministro dell’Ambiente Sergio Costa la vuole presidente del Parco delle Cinque Terre, uno dei più importanti d’Italia. La collaborazione con Conte continua nel 2020, quando è chiamata anche nella task force di Vittorio Colao, alla quale Conte aveva affidato il compito di promuovere un piano per la ripartenza nella cosiddetta fase 2 della pandemia.

Poi nel 2021 a palazzo Chigi arriva Mario Draghi. Bianchi si impegna per creare il famigerato superministero della Transizione ecologica. In un’intervista al Corriere racconta di aver insistito così tanto sulla questione da far quasi «sbottare» l’ex presidente della Bce. Fa anche sapere che non le dispiacerebbe fare il ministro, ma «ci sono profili più importanti del mio». Così il ministero va a Roberto Cingolani. La scena potrebbe ripetersi anche in occasione delle Regionali nel Lazio programmate il prossimo febbraio.

I nomi delle giornaliste Bianca Berlinguer e Luisella Costamagna continuano a circolare insieme a quelli del presidente dell’Inps Pasquale Tridico. Ma alla fine nessuno dice il fatidico «sì». Profili migliori non pervenuti il Movimento vira su Bianchi che dal canto suo fa sapere: «Transizione ecologica, salvaguardia ambientale e lotta alle disparità sociali hanno contraddistinto la mia vita professionale e la mia crescita come cittadina. Si tratta di valori non negoziabili che giorno dopo giorno ho ritrovato nell’azione politica del Movimento 5 Stelle».

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