Economia

Usa: stipendi Ceo cresciuti del 1460%

La percentuale di incrementi, dal 1978 a oggi, negli Stati Uniti d’America è ben diversa rispetto all’aumento salariale dei lavoratori medi. Stabile al 18%
Credit: Cottonbro studio/ Pexels  
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28 dicembre 2022 Aggiornato alle 17:00

A dimostrare il caso sugli stipendi dirigenziali è direttamente il tasso di crescita di retribuzione annuo percepito dal top management.

La percentuale di incrementi, dal 1978 a oggi, negli Stati Uniti d’America ha visto aumentare i guadagni del 1460% in confronto all’aumento di salari della classe lavoratori medi che si permane stabile al 18%.

Uno dei casi più eclatanti è quello di Andy Jassy, Ceo di Amazon, che nel 2021 ha guadagnato un somma totale pari a 213 milioni di dollari. Per rendere l’idea del confronto sopra citato, un dipendente medio di Amazon nel 2021 ha percepito un reddito medio di 33.000 dollari.

Vale a dire un rapporto retributivo pari a 6474:1 che sembrerebbe un caso del tutto insolito, eppure Amazon non è l’unica realtà con un gap salariale così elevato tra la classe dirigenziale e quella dipendente.

Secondo un’intervista rilasciata all’organizzazione di ricerca statunitense Just Capital, nel 2021, il 94% dei datori di lavoro ha affermato che la propria azienda era impegnata in progetti di inclusione sociale, equità e benessere sul posto di lavoro. Nonostante le dichiarazioni rilasciate, secondo l’Economic Policy Institute, l’amministratore delegato medio delle prime 350 società pubbliche negli Usa percepiva un reddito annuo di quasi 400 volte maggiore in confronto al dipendente medio.

Vi è da dire che quello statunitense è un mercato del lavoro a sé. Per esempio, i Paesi nordici hanno mantenuto delle politiche di controllo regolari ed eque sui pacchetti retributivi del top management. L’unico Stato che ha cavalcato l’onda degli stipendi elevatissimi è stato il Regno Unito, anche se con valori comunque inferiori.

Conseguentemente a questi livelli di salari molto elevati, si sono creati importanti disagi nelle classi di investitori di società quotate in borsa. Gli azionisti di Tesla, a esempio, hanno portato l’azienda automobilistica in tribunale per il pacchetto retributivo di Elon Musk, che ha un valore pari a 56 miliardi di dollari, per buona parte in opzioni su azioni.

Secondo alcune ricerche effettuate alla London Business School, il 77% degli investitori istituzionali di azioni britanniche ritiene che il salario dei Ceo sia troppo alto e, di questi, l’80% accusa i consigli di amministrazione per non averli ancora abbassati.

Anche le imprese che hanno un ruolo volto a plasmare una società più giusta ed equa hanno suscitato parecchie resistenze a riguardo delle retribuzioni dirigenziali. Tra queste, Abigail Disney (pronipote di quel Disney) ha criticato la differenza evidente tra lo stipendio del Ceo della casa di intrattenimento, Bob Iger, e la bassa paga di molti lavoratori impegnati nei parchi a tema.

Uno dei rischi maggiori, derivante dal divario retributivo tra dirigenti e dipendenti risiede nel fatto che, secondo un’intervista condotta ai lettori di Moral Money, i dirigenti che vengono retribuiti in maniera così smisurata tendono a perdere il contatto con la realtà e la capacità di entrare in empatia con dipendenti e consumatori.

Un rimedio al problema? Secondo Lynn Paine, economista alla Harvard Business School, un Ceo dovrebbe essere retribuito secondo obiettivi prestazionali centrati prevalentemente su criteri ambientali, sociali e di governance. In questo modo gli stipendi, a ogni livello, sarebbero rapportati in modo efficace agli obiettivi aziendale e le persone, dirigenti compresi, sarebbero motivate a perseguire fini imposti dalle policy aziendali, come a esempio l’equità salariale.

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