Diritti

Caccia ai cinghiali in città: cosa devi sapere

L’emendamento approvato in commissione Bilancio prevede la possibilità di sparare alla fauna selvatica anche nei parchi e in città. Un’azione che sarà consentita tutto l’anno. Per il Wwf, «rischia di creare il far west»
Credit: ANSA/LUCA ZENNARO
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22 dicembre 2022 Aggiornato alle 12:00

Una manovra contro i cinghiali. Nella legge di bilancio del governo Meloni ha trovato posto anche una norma contro gli animali selvatici. Un emendamento presentato da Fratelli d’Italia, e approvato in commissione Bilancio, prevede infatti la possibilità di sparare alla fauna selvatica anche nei parchi e in città. Un’azione che sarà consentita tutto l’anno. Anche nei momenti in cui il calendario venatorio (quello che regola la caccia) impone il riposo. Con la precisazione che gli «animali abbattuti sono destinati al consumo alimentare».

Il promotore dell’emendamento è Tommaso Foti. Il senatore di FdI già da consigliere regionale in Emilia Romagna aveva dimostrato la sua passione sul tema: nel 2015 aveva accusato la regione di «dormire mentre i cinghiali crescono a dismisura» mentre nel 2017 aveva chiesto la reintroduzione delle munizioni a piombo per la caccia. Questa volta però la sua proposta, inizialmente giudicata inammissibile, potrebbe avere carattere nazionale.

Ma quello della caccia è un pallino storico dell’intero centrodestra. Ad agosto gli ambientalisti avevano criticato come irresponsabile la decisione della Calabria, governata dal forzista Roberto Occhiuto, di anticipare l’apertura della stagione della caccia. E ancora nel 2021 il senatore di Fratelli d’Italia, Patrizio La Pietra, affermava: «I cacciatori sono uno dei principali baluardi del territorio».

L’emendamento prevede anche l’adozione di un Piano straordinario quinquennale per la gestione e il contenimento della fauna selvatica attuabile «mediante abbattimento e cattura. Il «contenimento» sarebbe attuato anche nelle zone vietate alla caccia, comprese le aree protette e le aree urbane, nei giorni di silenzio venatorio e nei periodi di divieto. A coordinare le operazioni sarebbe il Comando unità per la tutela forestale, ambientale e agroalimentare dei Carabinieri, che potrà avvalersi dei cacciatori riconosciuti, delle guardie venatorie e degli agenti delle polizie locali e provinciali munite di licenza.

Una proposta che fa rabbrividire gli ambientalisti e le opposizioni. «Questo emendamento rischia di creare il far west - attacca Domenico Aiello, responsabile legale del Wwf – Se fino a oggi l’attività di contenimento (diversa dalla caccia perché di pubblica utilità e attuata dallo Stato) era regolamentata grazie all’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), con questa nuova norma alle regioni basterà “sentire” quest’ente per dare il via libera al contenimento attuato da cacciatori che finiranno col riempire le strade armati. Questo sì con potenziali danni alla “pubblica incolumità”. Il paradosso finale è che, per i cacciatori, potrebbe diventare più facile ottenere autorizzazioni per il “contenimento” che per la caccia».

Certo il problema degli animali selvatici nelle città è reale. Lo testimoniano i continui video in cui si vedono città come Roma attraversate dai cinghiali e dati come quelli dell’Ispra che denunciano come il numero di città dove sono stati avvistati cinghiali sia passato da due a 102 in dieci anni.

Ma, secondo Aiello, la soluzione di Foti rischia di essere controproducente: «Il motivo principale per cui assistiamo alla proliferazione dei cinghiali, oltre alla presenza di rifiuti nelle nostre città, è in realtà proprio la caccia stessa. Negli anni passati, su richiesta dei cacciatori, abbiamo inserito nel nostro territorio esemplari provenienti dall’estero che, non avendo predatori diretti, si sono riprodotti anche grazie alla braccata, una tecnica di caccia che uccide tutti gli animali indistintamente causando squilibri nella socialità dei cinghiali che finiscono per riprodursi maggiormente».

Come se ne esce quindi? «Bisognerebbe tornare ad ascoltare la scienza che ci dice che per contenere l’espansione dei cinghiali servono interventi mirati. Tutto il contrario della caccia scriteriata a cui assistiamo oggi. E che potrebbe aumentare perché la proposta di FdI elimina il principio di “selettività” dal “contenimento”», spiega ancora Aiello che sull’emendamento annuncia battaglia: «Non solo dal punto di vista ambientale. Ma anche legale, visto che questa proposta non ha nulla a che fare con la Legge di bilancio. Noi, da parte nostra, siamo sempre stati disponibili al confronto con le istituzioni. Ma in nome di principi scientifici. Peccato che tra scienza e ambiente ci sia di mezzo la caccia. E la politica».

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