Culture

Le parole al futuro. Declinazioni al femminile

Il libro nato dalla community DEA #donnecheammiro riflette su ciò che significa essere donne nel nostro tempo, partendo dall’importanza del linguaggio
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
12 dicembre 2022 Aggiornato alle 11:00

Che le parole siano importanti è diventato ormai quasi banale dirlo. Eppure, sembra che ci sia ancora una enorme incapacità di capire che possono creare e modellare il mondo in cui viviamo.

Per questo, il libro Le parole al futuro. Declinazioni al femminile, nato dalla rubrica #laretedelleparoledidea della community DEA #donnecheammiro è un volume ancora necessario perché, come ricorda la citazione di Raymond Carver che apre il volume «Le parole sono tutto ciò che abbiamo, perciò è meglio che siano quelle giuste».

Dalla A di amicizia alla T di talento, passando per la C di cambiamento, competenze, curiosità, la E di empatia e la P di pregiudizio è un vero e proprio mini-vocabolario dell’empowerment femminile, un riassunto in parole chiave per riflettere su «cosa significa essere donne del tempo moderno, dell’essere cittadini e cittadine di oggi».

Perché, ricorda Simonetta Pattuglia nella prefazione, «la questione femminile non è solo una questione di parole purtroppo ma di fatti e non è solo una questione per donne». Quanto siamo ancora drammaticamente lontani dalla parità di genere ce lo dicono, purtroppo, tutti gli indicatori, da quel Global Gender Gap Report che ci chiarisce che di questo passo la raggiungeremo – forse – tra 132 anni, ai dati più recenti che ci ricordano che in ogni ambito, dalla cultura alla scienza, dalla politica ai media, le donne sono sempre un passo (quando va bene) indietro.

Lo abbiamo detto anche noi: non sappiamo ancora raccontare le donne. Il sessismo pervade la comunicazione, dai casi drammatici dei femminicidi alla quotidiana e martellante insistenza, ricorda ancora Pattuglia, sulla magrezza.

E proprio il termine femminicidio – che finalmente negli ultimi anni ha dato un nome a un fenomeno che troppo a lungo è stato celato dietro altre (appunto) parole – serve a Monica Peruzzi per ricordare nell’introduzione del libro come, dalla pubblicazione di Lettera a un bambino mai nato nel 1975, a parte questa novità lessicale poco sia cambiato nel modo in cui parliamo delle donne. Un modo che già Oriana Fallaci aveva descritto con parole – di nuovo – terribilmente efficaci: «Il nostro è un mondo fabbricato dagli uomini per gli uomini, la loro dittatura è così antica che si estende perfino al linguaggio. Si dice uomo per dire uomo e donna, si dice bambino per dire bambino e bambina, si dice figlio per dire figlio e figlia, si dice omicidio per indicar l’assassinio di un uomo e di una donna».

Le parole scelte sono 32: a selezionarle è stata la community di #donnecheammiro, rispondendo attraverso a un sondaggio alla domanda: quali sono le parole chiave del tempo moderno che interpretano la voglia di affermare una lettura della realtà nuova, aperta, che tiene conto del punto di vista al femminile?

La risposta è in questi oltre trenta vocaboli, ciascuno dei quali è prima spiegato a livello storico e lessicale e poi raccontato da uno o una ambassador della community perché «non rimangano imbrigliati nella rete degli stereotipi ma piuttosto si uniscano a crearne una di nuovi significati. Perché le parole possono diventare gabbie ma è su di esse che bisogna lavorare per cambiare la narrazione e attivare i processi di cambiamento», spiega l’autrice Giuseppina Salinardi nell’introduzione.

«Le parole hanno il potere di distruggere e di creare. Quando le parole sono sincere e gentili possono cambiare il mondo», diceva Buddha: questo mini-dizionario è un piccolo, ma importante, passo verso una nuova direzione.

II libro è il secondo progetto editoriale corale della community #donnecheammiro. I proventi verranno devoluti al Centro Komen Italia per i trattamenti integrati in oncologia e contribuirà a favorire una cura più attenta alle persone affette da tumore al seno. Lunedì 12 dicembre alle 18 sarà presentato a Roma, presso il centro di Terapie Integrate Susan G. Komen Italia della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS: assieme alle curatrici Giusi Miccoli e Mariangela Cassano ci saranno la presidente di Komen Italia Daniela Terribile, la business designer Claudia Massa, la psicologa e life coach Alessandra Ciabuschi e Stefano Magno, Responsabile del Centro Komen Italia per i trattamenti integrati in oncologia della Fondazione Policlinico Gemelli di Roma. A moderare l’evento sarà la Direttrice de La Svolta, Cristina Sivieri Tagliabue.

La community DEA #donnecheammiro è nata nel maggio 2020 per valorizzare le storie di donne che ogni giorno vivono e lavorano con coraggio, vitalità, determinazione e passione. Donne che rappresentano l’universo femminile e un’idea di futuro visionario. Oggi conta più di 5000 membri, in gran maggioranza donne ma anche uomini (circa il 20%) «perché crediamo nella possibilità di collaborare e agire insieme per un futuro più giusto».

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