Futuro

Maria Iole: «sembra che sia l’unica Wazer in Italia, mi piacerebbe non essere sola»

Waze, la piattaforma creata dagli automobilisti per gli automobilisti nata nel 2007 oggi conta più di 150 milioni di utenti al mondo in oltre 185 Paesi. Parla a La Svolta miole67, la prima donna map editor al mondo
Credit: DS stories/pexels
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
30 novembre 2022 Aggiornato alle 12:13

In origine era “Outsmarting traffic together”, ovvero “Superare il traffico insieme”. Poi il motto è diventato “Ending traffic together”, cioè chiuderlo insieme. E ora, a quasi vent’anni dalla nascita di Waze, l’obiettivo dell’app di navigazione che conta più di 150 milioni di utenti al mondo, è ancora quello di collaborare, insieme, ma stavolta per “Rendere ogni guida più sicura e intelligente”.

La piattaforma nata per assistere gli automobilisti di tutto il mondo, da quelli che rimangono bloccati dietro una fila di macchine a causa di un incidente, a chi sceglie il percorso peggiore per tornare a casa, andare al lavoro, o accompagnare i figli a scuola, viene creata nel 2009 e quattro anni dopo Google la acquista. L’idea di fondo, che rende questa piattaforma unica e difficilmente riproducibile, è di consentire agli utenti di contribuire alla condivisione di dati stradali e all’editing delle mappe, basate sulla cartografia di Google Maps, che vanno a creare il mondo di Waze.

«Tutti ci invidiano la capacità di aver creato una comunità ingaggiante, unendo la tecnologia alla comunità», spiega Dario Mancini, Regional Manager Italy & Emea Emerging Markets di Waze. L’app è presente in 185 Paesi, è disponibile in più di 50 lingue, e sono proprio gli utenti, i cosiddetti “Wazer” ad averla costruita, passo dopo passo, in tutti questi anni. Nel 2021 hanno effettuato in media 1,6 milioni di segnalazioni giornaliere, circa 10,7 milioni settimanali e 47,4 milioni mensili: si tratta di avvisi generati in tempo reale per fornire agli altri automobilisti informazioni su eventuali problemi lungo il loro percorso.

La community è composta anche da loro, i Map Editor: sono volontari e volontarie che aggiornano le mappe quotidianamente, svolgendo un ruolo fondamentale di controllo che rende accurati e precisi i dati relativi alle reti stradali. In Italia, che è il terzo mercato in Europa per l’uso dell’app, sono 300: ognuno si occupa del suo quartiere, della sua provincia o di intere regioni.

Tra loro c’è Maria Iole (nickname ’‘miole67’’), la prima Wazer donna al mondo e l’unica in Italia. Dal 2011 contribuisce allo sviluppo dell’app, e grazie alla sua attività quotidiana sulla piattaforma è 87° nella classifica globale generale e 7° in quella italiana. «Essere parte di Waze per me significa contribuire alla possibilità di viaggiare meglio e in modo più sereno, senza stress, con la libertà di scegliere cosa fare e cosa non fare», spiega alla Svolta.

Con oltre 4.500.000 punti, più di 1.200.000 modifiche alle mappe, e 40.800 richieste di correzione alla mappa risolte, miole67 è la referente per i partner di Waze con sede a Roma: «Non so quantificare le ore che trascorro sull’app: possono essere dalle 2 alle 4, o magari un’ora. Io sono comunque sempre collegata e con le antenne dritte, così se c’è un’emergenza o mi contattano per qualcosa io sono in grado di intervenire dappertutto usando il mio cellulare, il pc o il tablet. E spesso vado a controllare, perché sono molto precisa e voglio che anche il mio intervento lo sia. Ma se non riesco ad agire in prima persona, chiedo a qualcuno di farlo al posto mio, e c’è sempre un utente disposto a farlo», racconta dalla capitale.

L’avventura di miole67 in Waze nasce da uno sbaglio: «Ricordo che volevo solo segnalare la chiusura di una strada per una frana, in una zona che frequentavo, ma senza rendermene conto ho creato una mega rotonda che prendeva quasi mezzo quartiere. Poi ho cliccato “Torna indietro”: credevo che l’app non avesse davvero preso le mie modifiche. E invece, dopo un paio di giorni, sono stata contattata da un editor che, nel frattempo, aveva sistemato tutto». Quell’utente è diventato il mentor di miole67, le ha insegnato il mestiere del map editor, «E ora mi ritrovo dall’altra parte. L’ho anche superato in classifica!», spiega alla Svolta.

Nel mondo di Waze, composto da una grande platea di automobilisti uomini, miole67 è una promotrice della community delle donne sulla piattaforma: «Sono molte le utenti attive nell’uso dell’app, mentre nell’editing ce n’erano molte in passato, anche prima di me. Di recente ho fatto un sondaggio nella nostra Community chiedendo se qualcuno avesse individuato delle donne, anche se per privacy si può scegliere di non rivelare il sesso, ma mi hanno detto di no», spiega. «Attualmente sembra che io sia l’unica donna editor in Italia, attiva anche a un certo livello. Chiaramente mi piacerebbe non essere sola, ma avvicinarsi all’editing significa entrare in un mondo molto maschile e doversi destreggiare tra Waze, lavoro, famiglia e figli».

Quando le arriva la segnalazione di quella che pare un’automobilista, però, «io mi presento, dico che sono una donna, e questo cambia subito il rapporto: cominciano a darmi molte informazioni, le sento partecipi, e devo dire che si tratta sempre di segnalazioni precise, cosa fondamentale». Miole67 spiega che, circa un mese e mezzo fa, «ho ricevuto una segnalazione su alcuni lavori vicino all’aeroporto di Fiumicino. L’utente mi ha chiesto di mandarmi della documentazione via mail e lì ho scoperto il suo nome: Cecilia. Siamo rimaste d’accordo che da qui alla fine dei lavori mi aggiornerà su come procedono: perché le donne, se vogliono, possono fare anche meglio degli uomini».

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