Diritti

I numeri dei femminicidi

Nel 2021, 45.000 donne delle 81.100 assassinate in tutto il mondo sono state vittime di mariti, partner o altri parenti, denuncia l’Onu. In Italia, invece, si è registrato un leggero calo nei primi 9 mesi del 2022
Manifestazione Non una di meno contro il femminicidio e la violenza sulle donne in piazza castello, a Torino, il 17 aprile 2021
Manifestazione Non una di meno contro il femminicidio e la violenza sulle donne in piazza castello, a Torino, il 17 aprile 2021 Credit: ANSA/ALESSANDRO DI MARCO
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 5 min lettura
25 novembre 2022 Aggiornato alle 09:00

In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, emergono dati allarmanti sui femminicidi, termine che secondo l’Istituto europeo per l’uguaglianza di genere indica l’uccisione di donne e ragazze a causa del loro genere e che può assumere forme diverse, tra cui l’omicidio a seguito di abusi e violenze all’interno di una relazione.

Come spiega il nuovo rapporto delle Nazioni Unite Gender-related killings of women and girls (femicide/feminicide), i dati sugli omicidi legati al genere commessi lo scorso anno all’interno della sfera pubblica sono scarsi, il che rende difficile creare politiche di prevenzione per questo tipo di reati. La Commissione Ue, in occasione della ricorrenza del 25 novembre, ha istituito un nuovo numero europeo armonizzato delle linee di assistenza telefonica per le vittime di violenza: il 116 016. In modo da permettere alle donne di chiamare lo stesso numero in tutta Europa per ottenere consigli e sostegno.

Il fenomeno del mondo

“Stimare il numero globale di uccisioni di donne e bambine legate al genere è difficile e le lacune nei dati persistono”, spiegano Un Women e l’Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, ma le cifre disponibili sono “allarmanti”: delle 81.100 donne assassinate lo scorso anno in tutto il mondo, il 56% è stato ucciso dal marito, dal partner o da un altro parente. Si tratta di circa 45.000 vittime: significa che ogni ora, più di 5 donne vengono uccise da un membro della famiglia. Se compariamo il dato con gli omicidi maschili, che sono la stragrande maggioranza nel mondo (81%), notiamo come solo l’11% di essi avvenga nella sfera privata.

Inoltre, degli 81.100 omicidi femminili del 2021, circa 4 su 10 non hanno informazioni sufficienti che permettano di identificarli e contarli come femminicidi. È probabile che il numero reale del fenomeno sia molto più alto, anche se nell’ultimo decennio i dati ufficiali sul femminicidio sono rimasti sostanzialmente invariati: tra il 2010 e il 2021, in Europa è stata registrata una riduzione media del numero di femminicidi (-19%), mentre le Americhe hanno registrato un aumento medio nello stesso decennio (+ 6%). La disponibilità limitata di dati rende impossibile valutare le stesse tendenze in Africa, Asia e Oceania.

Il numero più alto di femminicidi avvenuti per mano di parenti nel 2021 è stato registrato in Asia, con 17.800. Tuttavia, secondo il report, le donne e le ragazze in Africa sono più a rischio di essere uccise dai membri della famiglia, anche se i femminicidi sono a quota 17.200. Nelle Americhe le Nazioni Unite ne contano 7.500, in Europa 2.500 e in Oceania 300.

«Nessuna donna o ragazza dovrebbe temere per la propria vita a causa della sua identità - ha dichiarato Ghada Waly, direttrice esecutiva dell’Ufficio delle Nazioni Unite contro la droga e il crimine - Per fermare tutte le forme di uccisioni di donne e ragazze legate al genere, dobbiamo contare tutte le vittime, ovunque, e migliorare la comprensione dei rischi e delle cause del femminicidio, in modo da poter progettare risposte migliori e più efficaci in termini di prevenzione e giustizia penale».

Il fenomeno in Italia

Secondo i dati diffusi dalla Direzione centrale della polizia criminale nel report Il pregiudizio e la violenza sulle donne, il numero delle donne uccise in ambito famigliare e affettivo nei primi 9 mesi del 2022 è in leggero calo, ma rimane comunque allarmante: dei 221 omicidi commessi, 82 hanno registrato vittime femminili, 8 in meno rispetto allo scorso anno.

I dati del Viminale aggiornati al 21 novembre parlano di 104 donne vittime di omicidio, diminuite del 5% rispetto alle 109 dello stesso periodo dello scorso anno. Delle 104 del 2022, 88 sono state uccise in ambito familiare e affettivo (l’anno scorso erano state 94), e di queste 52 hanno trovato la morte per mano del partner o dell’ex, 10 in meno del 2021. Ma se negli ultimi 10 anni, a partire dal 2012, si è registrata una diminuzione del 44% delle vittime di omicidi, quelle di sesso femminile sono calate solo del 28%.

Il report mostra che nel periodo da gennaio a settembre 2022 sono scesi anche i reati spia, tra cui figurano lo stalking e i maltrattamenti contro familiari e conviventi, salgono invece le violenze sessuali, a quota 4.416, di cui il 92% nei confronti di donne e ragazze. I dati mostrano che, dall’entrata in vigore della legge a tutela delle donne e dei soggetti deboli che subiscono violenze, per atti persecutori e maltrattamenti, nota come Codice rosso del 9 agosto 2019, il più alto numero di violazioni riguarda i provvedimenti di allontanamento dalla casa familiare e il divieto di avvicinamento, che crescono nel 2022, mentre cala il revenge porn, ovvero la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso della persona ritratta.

«Gran parte di questi episodi avvengono in ambito familiare affettivo - ha spiegato il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi - o per mano del partner o ex partner: credo che sia la rappresentazione plastica di quanto la logica della sopraffazione, della discriminazione, del retaggio culturale negativo, li caratterizzi». Secondo Piantedosi, «la grande sfida è anche quella di proteggere le vittime che vanno aiutate nel difficile percorso della denuncia, evitando la vittimizzazione secondaria».

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