Diritti

25 novembre: come posso fare la mia parte?

Da Nord a Sud, ecco gli appuntamenti e le iniziative organizzate in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne
Credit: Antoni Shkraba
Chiara Manetti
Chiara Manetti giornalista
Tempo di lettura 9 min lettura
24 novembre 2022 Aggiornato alle 19:00

La Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ricorre ogni anno il 25 novembre. Fu l’Assemblea generale delle Nazioni Unite, nel 1999, a scegliere questa data, accogliendo la risoluzione del 20 dicembre 1993 che riconosceva la “necessità urgente” di applicare universalmente “alle donne diritti e principi in materia di uguaglianza, sicurezza, libertà, integrità e dignità propri di tutti gli esseri umani”.

Da oltre vent’anni, in tutta Italia, sono numerose le iniziative volte a portare l’attenzione su un fenomeno in lieve calo rispetto all’anno scorso, ma pur sempre preoccupante: secondo i dati Istat relativi al primo trimestre del 2022, le richieste di soccorso sono state 7.814, con il 61,4% delle vittime che subisce violenze da anni. Per contrastare questo fenomeno e sensibilizzare l’opinione pubblica, ecco gli eventi organizzati in occasione del 25 novembre.

Nelle maggiori piazze di Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna, Umbria, Lazio, Campania, Puglia, Calabria e Sicilia, le socie di Confagricoltura Donne distribuiranno l’agrume simbolo dell’antiviolenza, le clementine, in cambio di un’offerta libera che sarà devoluta ai centri antiviolenza del territorio. Un’iniziativa promossa insieme a Soroptimist International in ricordo di Fabiana Luzzi, la giovane studentessa di Corigliano Calabro uccisa dal suo ex fidanzato in un agrumeto della Piana di Sibari.

In 170 ospedali sparsi in tutta la penisola, fino al 26 novembre e in occasione della H-Open Week, la Fondazione Onda promuove l’iniziativa Bollini Rosa, per offrire numerosi servizi gratuiti alle vittime di violenza. L’organizzazione internazionale indipendente ActionAid chiede al governo, con la campagna FreeNotFreezed, strumenti concreti per supportare le donne nel percorso di affermazione della loro libertà: perché “la vita delle donne in fuoriuscita dalla violenza domestica rimane congelata”.

L’associazione Differenza Donna - che dal 1992 a oggi ha accolto nei suoi Centri antiviolenza oltre 58.000 donne e 74.000 bambini e bambine in uscita dalla violenza - ha lanciato una campagna in collaborazione con Coop: a novembre, sugli scaffali dei supermercati di tutta Italia, ci saranno delle confezioni rosa di latte Uht con ben in evidenza il 1522, il Numero Nazionale Antiviolenza e Stalking, gratuito e attivo 24 ore su 24, gestito da Differenza Donna per conto del Dipartimento Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri. L’Associazione, per il 25 novembre, ha organizzato vari incontri nei suoi Centri antiviolenza di Roma e non solo, oltre ad attività di sensibilizzazione nelle scuole fino al 19 dicembre.

A Roma, nel pomeriggio di sabato 26 novembre, l’associazione Non una Di Meno ha organizzato un corteo nazionale contro la violenza sulle donne e di genere: dalle ore 14:00, in Piazza della Repubblica. Il 27 novembre si terrà un’assemblea nazionale nell’aula magna della facoltà di Lettere di Roma Tre. Al civico 27 di Via Morgagni, nel cortile della sede nazionale delle categorie Cgil delle costruzioni e dei trasporti - Fillea e Filt così come in svariati altri punti della città, verrà installata una panchina rossa “a simbolo di questa giornata internazionale di lotta e a testimonianza dell’impegno costante delle nostre categorie e di tutta la Cgil nel difendere la dignità e i diritti delle donne”.

A Milano, il 25 novembre, Women in Coffee e Cadmi – il progetto di responsabilità sociale di Caffè Vergnano e La Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano - scendono in campo per dare il loro contributo a favore delle donne e contro ogni tipo di violenza: il ricavato di ogni espresso servito nei bar Women in Coffee andrà a finanziare le attività di Cadmi. All’associazione verrà devoluto anche il ricavato delle vendite del dolce “25 novembre”, acquistabile fino a fine mese nelle due pasticcerie milanesi Io sono Viva della chef stellata Viviana Varese: la cifra raccolta verrà raddoppiata da Nespresso.

Nella giornata di venerdì, in 5 anagrafi milanesi, dalle 8:30 alle 15:30, saranno presenti dei Bibliopoint che proporranno una selezione di libri e audiovisivi dedicati alla sensibilizzazione del pubblico sul tema dei diritti delle donne e della violenza di genere, oltre a presidi informativi animati dalla presenza di operatrici della Rete antiviolenza comunale e interpreti LIS. Grazie a una collaborazione fra le Anagrafi, il Sistema Bibliotecario e la Rete Antiviolenza del Comune di Milano.

Sempre a Milano, la ong Acra, impegnata su vari fronti nel sociale, organizza una rassegna di eventi nei Centri Aggregazione Multifunzionali del Municipio 1, in collaborazione con il Comune di Milano. 4 giorni di incontri gratuiti e aperti al pubblico, in programma il 25 e 26 novembre e il 2 e 3 dicembre, per confrontarsi e dialogare su come nasce, si contrasta e si racconta la violenza di genere. A partire dalle esperienze sviluppate dai progetti Violenza di genere, la crisi dimenticata, Cut all Ties, Cope and Hope, LILA project, realizzati da Acra grazie al contributo dell’Unione Europea, si parlerà di violenza insieme a scuole, ospiti e associazioni: le informazioni sono disponibili sul sito di Acra.

A Torino, nella serata di venerdì 25 novembre, la Mole Antonelliana si illuminerà di arancione nell’ambito dell’iniziativa “Orange the World” promossa da Un Women, l’ente delle Nazioni Unite per l’uguaglianza di genere. L’arancione è stato scelto come simbolo di un futuro senza violenza basata sul genere.

Fino al 2 dicembre più di 100 docenti e ricercatori dell’Università di Torino dedicheranno una parte o un’intera lezione al tema della violenza di genere, analizzandola secondo la propria prospettiva disciplinare. Il calendario è in continuo aggiornamento.

Nella mattinata del 25 novembre, nell’atrio dell’ospedale ginecologico “Sant’Anna”, sarà predisposto un punto informativo dal personale qualificato della Divisione Anticrimine, in collaborazione con il Commissariato di P.S. Barriera Nizza, a cui parteciperanno anche rappresentanti dei centri maltrattanti e del Centro servizio violenze sessuali del medesimo ospedale.

Venerdì a Bologna il progetto NoiNo.org, nato per volontà della Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna per sensibilizzare ragazzi e ragazze delle scuole superiori, organizza laboratori e performance di teatro forum al Cefal, l’ente di formazione al servizio dei giovani, grazie alla collaborazione con Soroptimist International Club di Bologna. Il teatro forum, un genere teatrale in cui il pubblico può interrompere l’azione e intervenire per cambiare la storia, mostra in presa diretta le difficoltà di prendere la parola e di farsi ascoltare.

A Pescara, Lines e WeWorld, organizzazione che da 50 anni difende i diritti di donne, bambine e bambini in Italia e in 27 Paesi del mondo, inaugurano un nuovo Spazio Donna che si aggiunge agli altri 8 operativi in Italia. I centri, oltre a sostenere le donne a rischio di violenza e in situazioni di fragilità, offrono percorsi di supporto psicologico e per l’empowerment femminile. Per l’occasione, Lines e WeWorld hanno presentato il Decalogo dei campanelli d’allarme: 10 situazioni di vissuto, potenzialmente pericolose, in cui le donne possano identificarsi e che le spinga a chiedere aiuto tempestivamente. Perché in Italia, secondo un’indagine condotta da WeWorld, solo l’11% delle donne che subiscono violenza denuncia l’accaduto: di queste quasi il 40% non parla con nessuno di quello che ha subito, spesso per vergogna o addirittura perché le situazioni vissute sono ritenute la normalità.

Tra le iniziative online, segnaliamo quella dell’associazione fondata nel 2017 e primo Ente Europeo per le richieste d’aiuto via chat, Mama Chat, che ha deciso di raccogliere testimonianze anonime delle vittime di violenza: attraverso un wall digitale, le donne possono ritrovare la propria voce in uno spazio sicuro. Finora sono state raccolte 152 “storie invisibili”.

Sui social, intanto, è partita la campagna #EioTiPubblico, lanciata dall’ex presidente della Camera Laura Boldrini, che sul suo profilo Twitter spiega: “La #violenzasulledonne ha molti volti. Quella di nuova generazione ha il volto del linguaggio d’odio, del sessismo e della misoginia online”. In occasione della giornata contro la violenza sulle donne, Boldrini propone di diffondere i commenti violenti ricevuti online attraverso le proprie pagine, perché “non tutte le donne hanno voglia di denunciare, oppure la possibilità economica di affrontare un’azione penale contro gli hater. E allora propongo un’alternativa: tu, odiatore, mi offendi e mi umili sui social pensando di passare inosservato? E io accendo un faro sulle tue sconcezze”.

Un’iniziativa rilanciata dalla deputata Lia Quartapelle, che su Instagram ha pubblicato i messaggi d’odio “che ricevo costantemente in rete e sui miei social e chiamo in causa altre donne per fare altrettanto”. Perché, spiega Quartapelle, “penso che parlare della mia esperienza possa aiutare altre donne a farle sentire meno sole e a mostrare uno dei tanti volti della misoginia”.

Anche la scrittrice Michela Murgia, sulla sua pagina Instagram, ha aderito alla campagna. Anziché condividere “i commenti che ricevo”, Murgia ripubblica “una cosa che mi ha fatto altrettanto male e che per me resta uno dei momenti più bui dell’Italia del 2022”. Si tratta dei cori intonati contro la giornalista Selvaggia Lucarelli durante la manifestazione di protesta indetta dai tassisti contro l’articolo 10 del dl concorrenza. Le ragioni per cui è importate riproporlo sono 3: “per la prima volta l’odio on line contro una persona specifica diventa odio di piazza, fisico, tangibile”; l’obiettivo è “una giornalista che ha fatto un’inchiesta” e “gli uomini del video sono riconoscibili”, eppure non c’è stato alcun interventi nei loro confronti. “Ogni donna, anche la più nota, è sola davanti a questa violenza, perché intorno c’è un sistema che giustifica e copre”, scrive Murgia. E l’odio “diventa insopportabile per la vittima quando a tacere sono anche i suoi colleghi, amici, parenti e conoscenti”.

E, infine, segnaliamo anche il primo bilancio del Centro Orientamento e Monitoraggio di Milano, il CeOM, polo sperimentale per il trattamento degli uomini autori di violenza finanziato da Regione Lombardia e primo tassello del progetto sperimentale U.O.MO. realizzato da ATS Città Metropolitana di Milano insieme a sei realtà esperte nel trattamento degli uomini violenti: da luglio 2021 a oggi ci sono state 125 richieste, di cui 93 sfociate in percorsi di valutazione o trattamento. Si tratta di uomini prevalentemente italiani, di tutte le età, in maggioranza arrivati su segnalazione di legali (70) e dei servizi territoriali (24). Pochi quelli giunti tramite accessi spontanei: 13.

Secondo le stime più recenti della Relazione Commissione Senato uomini autori violenza del febbraio 2022, gli uomini che compiono violenza tendono ad atti aggressivi sempre più gravi e, in assenza di un intervento, li ripetono nell’85% dei casi. Il servizio offerto dal centro, gratis e gestito da un pool di esperti criminologi, psicoterapeuti, educatori, vuole andare a intervenire proprio lì, dove la violenza sfocia.

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