Diritti

Il flop di Twitter Blue, un bene per i diabetici

Il crack in borsa di Eli Lilly dopo un tweet fake sull’insulina gratis ha riacceso i riflettori su una domanda: è possibile che un farmaco salvavita sia a pagamento?
Struttura dell'insulina
Struttura dell'insulina Credit: Mediawiki
Costanza Giannelli
Costanza Giannelli giornalista
Tempo di lettura 6 min lettura
14 novembre 2022 Aggiornato alle 14:50

Spunte blu a pagamento su Twitter: cosa può andare storto? Molto, almeno secondo quello che è successo nei primi giorni dopo l’introduzione della nuova policy per i profili verificati fortemente voluta da Elon Musk (e già sospesa) per cercare di risanare le finanze del social dell’uccellino “liberato”.

Account parodici, profili fake e scammer più o meno organizzati hanno approfittato della possibilità di acquistare il badge di verifica per soli 8$ non solo per ridicolizzare o parodizzare profili personali ma anche per attaccare gli account corporate di aziende e multinazionali. Azioni virtuali che, come dimostra il caso del colosso farmaceutico Eli Lilly, hanno conseguenze molto reali.

In seguito a un tweet in cui un falso – ma verificato – profilo dell’azienda dichiarava: “Siamo eccitati di annunciare che l’insulina è ora gratis” (che ha raccolto oltre 3000 like e 550 retweet solo nelle prime ore dopo la pubblicazione), il titolo ha avuto un crollo in borsa di oltre il 4,5%, che si è tradotto in svariati miliardi di dollari di perdite.

L’obiettivo degli scammer non era casuale: negli ultimi anni, la compagnia farmaceutica ha aumentato drasticamente il costo dell’insulina per i pazienti statunitensi, un costo che è raddoppiato nell’ultimo decennio e che, come ricorda Bernie Sanders in un post, è aumentato addirittura del 1200% in poco più di 30 anni: «Cerchiamo di essere chiari. Eli Lilly dovrebbe scusarsi per aver aumentato il prezzo dell’insulina di oltre il 1.200% dal 1996 a 275 dollari, mentre la produzione costa meno di 10 dollari. Gli inventori dell’insulina vendettero i loro brevetti nel 1923 per $1 per salvare vite umane, non per rendere oscenamente ricco il Ceo di Eli Lilly».

Secondo uno studio pubblicato su The Lancet in settembre i prezzi dell’insulina per i cittadini che non dispongono di un’assicurazione sono saliti alle stelle.

Tra il 2007 e il 2018, il costo di alcuni prodotti a base di insulina è aumentato di oltre il 200% e le persone con copertura assicurativa sanitaria minima o senza assicurazione hanno riferito di aver pagato più di 1000$ al mese nei casi in cui siano richieste dosi di insulina più elevate. Nel 2021, gli americani senza copertura sanitaria erano più di 31 milioni.

Chi non può permettersi l’insulina – il cui costo medio si aggira intorno ai 275$ a fiala, con un dosaggio medio di 2/4 fiale per paziente al mese – non è costretto solo a razionare altre priorità come il cibo, l’energia o altri beni necessari, ma il farmaco stesso. Un numero sempre più alto di diabetici, infatti, si auto-raziona il farmaco, con effetti che possono avere diversi livelli di gravità, fino a quello più estremo, come nel caso di Alec Smith Holc, morto a soli 26 anni di chetoacidosi, uno degli effetti letali del diabete.

Secondo l’Università di Harvard, circa il 16% dei pazienti che ne avrebbe bisogno – parliamo di almeno un milione di persone – ha ammesso in un sondaggio di essere costretto a mettere in pratica una qualche forma di razionamento, con tutti i rischi, a breve e lungo termine, che questo comporta per la salute, che vanno dall’acquisto ritardato (14,2%) all’assunzione di dosi inferiori a quelle raccomandate (10,6%) fino a saltare integralmente una o più iniezioni (9,6%).

Come spiega The Lancet, i limiti al prezzo dell’insulina in alcuni stati degli Stati Uniti non hanno avuto l’impatto economico che molti pensavano avrebbero dovuto perché poche persone effettivamente rientrano nei requisiti.

I beneficiari di Medicare pagano prezzi elevati a causa di una legge del 2003 che preclude la negoziazione per ridurre i prezzi dei farmaci, inclusa l’insulina. Il 7 agosto 2022, il Senato degli Stati Uniti ha approvato la legge sulla riduzione dell’inflazione, che darà a Medicare il potere di negoziare con le aziende farmaceutiche il prezzo di un piccolo numero di farmaci ad alto costo. Tra questi rientra l’insulina, i cui prezzi saranno limitati a 35$ al mese a partire dal 2023. Una buona notizia, certo, ma non per tutti: questo limite di prezzo, infatti, si applica solo alle persone idonee a Medicare: tutti gli altri dovranno continuare a pagare. O, se non possono farlo, mettere a rischio la propria salute e la propria vita.

Se non fosse drammatico, sarebbe ironico che, come ricorda Sanders nel suo tweet, nel 1923 gli inventori dell’insulina abbiano ceduto il brevetto all’Università di Toronto al costo simbolico di 1$. «L’insulina non appartiene a me, appartiene al mondo», aveva spiegato il futuro premio Nobel Frederick Banting. Oggi, invece, l’insulina e il colossale giro di affari che le gira intorno sono saldamente nelle mani di una corporate privata. Per questo, quello che è a tutti gli effetti un evidente fallimento di un’altra corporate, Twitter, ha avuto l’effetto positivo non solo di svelare i limiti della nuova policy di Musk, ma anche di riaccendere i riflettori su una questione imprescindibile, che è l’accesso ai farmaci (in particolare a quelli salvavita negli Usa).

Oggi si celebra la Giornata mondiale del diabete, che festeggia proprio la data di nascita del Prof. Bainting. Non a caso, il tema di quest’anno è l’accesso all’educazione, come focus specifico del macro focus dello scorso anno dedicato all’accesso alle cure, perché se nel nostro Paese l’insulina è disponibile gratuitamente per tutti i cittadini diabetici grazie al Ssn, “milioni di persone nel mondo ancora non riescono a ottenere le terapie disponibili. L’obiettivo è stimolare i governi a investire maggiormente nella cura e nella prevenzione e nella diagnosi precoce affinché tecnologie, farmaci e supporto siano a disposizione di tutte le persone con diabete”.

Nel mondo si stimano oltre 530 milioni di adulti con diabete, numero destinato ad aumentare a 640 milioni nel 2030. In Europa la malattia interessa circa 60 milioni di adulti, mentre secondo i dati Istat del 2020 la prevalenza del diabete in Italia è pari a circa il 6% della popolazione, che corrisponde a oltre 3 milioni e mezzo di persone.

Con una prevalenza in continua crescita, il diabete viene identificato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) come una priorità globale per tutti i sistemi sanitari.

Leggi anche
scienza
di Caterina Tarquini 2 min lettura
Povertà
di Costanza Giannelli 4 min lettura