Diritti

Come sarebbe il mondo senza fascismo?

Di sicuro sarebbe diverso da quello che conosciamo: ma quasi sicuramente migliore
Credit: Sean Deponti/ Unsplash
Tempo di lettura 6 min lettura
2 novembre 2022 Aggiornato alle 06:30

Se c’è una cosa che la vita in rete ci ha insegnato è a non dare spazio e importanza alla gente che dice cose illogiche, stupide o prive di senso. Però ogni tanto anche questa gente illogica, stupida e priva di senso dice cose che nella loro illogicità ci forniscono lo spunto per fare un ragionamento sul mondo e sulla storia.

Questa volta tocca a un esponente di spicco di una nota associazione fascista, che non vale la pena di nominare perché la sua persona non merita grande attenzione, ma il thread che ha lanciato qualche giorno fa è a suo modo stimolante.

Su Twitter, il non giovane fascista, disgustato dall’antifascismo dilagante nell’opinione pubblica (poco antifascismo è sempre troppo antifascismo per i fascisti, così come poco insetticida è sempre troppo insetticida per le zanzare) un po’ postula e un po’ augura la scomparsa di tutti gli edifici, gli scritti, l’arte e gli artisti che lui riconduce direttamente al fascismo.

Spariscano tutti, pure Stazione Centrale a Milano, pure Ungaretti, D’Annunzio, Marinetti, via tutto, così impariamo a fare i cattivi. Non ci meritiamo tutti questi intellettuali fascisti. È uno scandalo.

È un concetto interessante, questo, del fascismo come movimento di architetti, intellettuali e scrittori, piuttosto che come regime sanguinario che ha contribuito a causare milioni di morti e ha trascinato l’Italia in una guerra che ha poi perso, un regime guidato da un uomo capacissimo di mandare al fronte un’intera generazione di giovani uomini, ma che quando venne la sua ora cercò di scappare. No, il fascismo a quanto pare non fu nulla di tutto questo, per carità. Solo belle arti, per vent’anni e oltre.

La violenza e la rabbia sociale sono correnti perpetue: non c’è mai stato un momento della storia umana in cui le persone non fossero arrabbiate per qualcosa, a torto o a ragione. La differenza la fa la disponibilità e capacità di leader, attivisti e politici di incanalare e utilizzare quella rabbia per ottenere consenso, potere o cambiamento.

La rabbia che Mussolini e i suoi ideologi riuscirono a concentrare e sfruttare per prendere il potere sarebbe esistita comunque: la differenza la fecero le persone, il governo, il re, e lo stesso Mussolini, che invece di restarsene a fare il maestro elementare in Romagna, o al limite il segretario del sindacato muratori o manovali o una qualsiasi delle sue attività precedenti l’attività politica, decise di mettersi alla testa di un partito che usò la violenza per reprimere il dissenso.

Insomma, senza il fascismo prima di tutto non avremmo avuto il fascismo. Forse avremmo avuto altro, ma è difficile pensare che senza quella violenza molta gente non sarebbe stata meglio.

Sospesa dall’università in seguito alle leggi razziali, Rita Levi-Montalcini proseguì gli studi senza borsa di studio e per pura forza di volontà: se non fosse stato per quella (secondo la logica del non giovane fascista di cui sopra) gli studi sulle cellule nervose che le valsero il Nobel per la medicina non li avremmo mai avuti.

Giorgio Bassani, ebreo dissidente, non avrebbe forse scritto Il giardino dei Finzi-Contini, ma avrebbe comunque pubblicato Gli occhiali d’oro e contribuito, con il suo lavoro editoriale, a valorizzare il patrimonio letterario del Paese senza timore di finire in carcere o in un campo di concentramento.

L’Eur forse non sarebbe stato costruito, ma a parte il fatto che non mi risulta che l’Eur sia un polo turistico di grande attrazione, la Capitale si sarebbe espansa comunque: e forse al posto degli ingombranti palazzoni razionalisti e degli obelischi rubati ci sarebbero state altre opere, altri quartieri, un altro genere di architettura.

Lo stesso vale per il postulato secondo cui Il Frecciarossa a Milano sarebbe arrivato in “un capannone industriale”, perché Stazione Centrale l’avrebbe semplicemente costruita qualcun altro. Magari qualcuno che ci mettesse delle sale d’attesa vicine ai binari e la rendesse un po’ più accogliente, chissà. Un’architetta, laureata pagando le stesse tasse d’iscrizione di un compagno, visto che Mussolini le raddoppiò per spingere le donne ad abbandonare gli studi e dedicarsi alla famiglia, loro unica destinazione in quanto “poco intelligenti”. O un architetto ebreo, non rastrellato al Ghetto o a Monti, o non costretto a scappare all’estero.

Non ci sarebbe l’Eur come lo conosciamo, ma nemmeno la Risiera di San Sabba, o forse sarebbe stata destinata ad altro che allo sterminio dei perseguitati della Shoah. A volerla fare abbastanza larga, senza Mussolini forse nemmeno Adolf Hitler avrebbe trovato una struttura politica per il suo odio. Niente nazismo, niente monumento dell’Olocausto a Berlino, niente Auschwitz, Dachau, Theresienstadt, Bergen Belsen.

Anne Frank avrebbe fatto la romanziera e forse sarebbe morta anzianissima nel suo letto. La Germania sarebbe rimasta unita, niente muro, nessuna divisione.

E che dire delle stragi degli anni ’70? Nessuna bomba sull’Italicus, a piazza Fontana, a piazza della Loggia, alla stazione di Bologna. Vite risparmiate, come forse pure quella di Willy Monteiro Duarte, ammazzato a mani nude da due bruti che non facevano mistero delle loro simpatie fasciste.

Chissà cosa sarebbe diventato, Willy, se avesse continuato a vivere e se i fratelli Bianchi invece che picchiatori fossero stati due simpatici fricchettoni di provincia, di quelli che quando trovano in casa un ragno lo raccolgono e lo mettono fuori dalla porta.

Potrei continuare all’infinito, il punto mi pare chiaro: sì, la storia avrebbe preso un’altra piega e molto di quello che fa parte delle nostre vite non esisterebbe, ma ci sarebbe altro.

Forse il frutto dell’ingegno di chi fu ucciso, morì al fronte o bloccato nelle colonie marine pensate per indottrinare i bambini al culto della personalità del Duce, fu catturato e torturato dai nazisti oppure cadde in un agguato.

Le donne che combatterono nella Resistenza avrebbero magari potuto lavorare, rendersi autonome, piuttosto che subire il taglio degli stipendi e l’esclusione dall’impiego decretata dalle politiche del regime, che le vedeva solo come fattrici di figli per la Patria. E forse non staremmo ancora a correre in salita, forse quegli anni li avremmo guadagnati. E di Presidenti del Consiglio con l’articolo femminile davanti al sostantivo ne avremmo già avuta più di una.

La vita delle persone vale più di un edificio. Vale più di una raccolta di poesie o di un romanzo molto amato. Vale più della carriera di qualsiasi scrittore o architetto o intellettuale.

Senza il fascismo avremmo avuto un mondo e una storia del pensiero molto diverse, ma soprattutto non avremmo avuto i fascisti, né quelli nelle istituzioni né quelli che sparano scemenze sui social. Pensate che benessere.

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