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Chi è Gennaro Sangiuliano?

Classe ‘62, napoletano e direttore del Tg2. Piccola biografia del neoministro della Cultura, avverso al “politically correct”
Credit: ANSA/GIUSEPPE LAMI
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26 ottobre 2022 Aggiornato alle 18:00

Le sue idee politiche non sono una notizia. La sua “discesa in campo” sì.

Gennaro Sangiuliano è il nuovo ministro della Cultura. Giornalista, da sempre vicino alla destra, Sangiuliano nasce nel 1962 a Napoli.

Da giovane milita nel Fronte della gioventù, l’organizzazione giovanile del partito postfascista Msi tra le cui file è stato anche consigliere circoscrizionale nel quartiere Soccavo di Napoli.

Laureato in Giurisprudenza, inizia quindi la carriere giornalistica.

Prima nelle testate locali. Poi all’Indipendente e quindi a Libero, di cui diventa vicedirettore sotto la direzione di Vittorio Feltri. Senza mai dimenticare i rapporti con i suoi ex compagni di partito.

Nel 2002 è lui a scrivere la mozione di Destra protagonista, la corrente di Gasparri e La Russa, al congresso di An, il partito erede dell’Msi.

Nel 2003 entra in Rai. Qui lavora come caposervizio e inviato in Bosnia, Kosovo e Afghanistan. Nel 2009 arriva il primo salto di qualità. La Rai berlusconiana lo vuole vicedirettore del Tg1.

Per lo scatto successivo bisogna aspettare il 2018. Al governo ci sono Lega e Movimento cinque stelle. Sangiuliano è considerato ormai un salviniano e il leader leghista lo vuole alla direzione del Tg2.

Sotto la sua direzione il telegiornale è spesso accusato di essere troppo a favore della destra, lui risponde in un’intervista al Foglio: «La tradizione del giornalismo italiano è politica. Ed è certamente più onesta una faziosità limpida ed esibita di una subdola terzietà».

Rivendica però l’equilibrio politico sempre mantenuto dal suo tg: «Basta vedere i dati dell’Osservatorio di Pavia. E questo perché sto attento al minutaggio, sono maniacalmente attento che ci siano tutte le voci».

La spiegazione non convince il Pd che ribattezza il suo telegiornale “TeleSalvini”.

Anche Forza Italia si “offende” per il poco spazio concesso, suo dire, all’anniversario dei 25 anni della discesa in campo di Berlusconi.

Sangiuliano tira dritto e incassa i complimenti dell’allora senatore pentastellato (oggi leader di Italexit) Gianluigi Paragone che definisce il Tg2 “frizzante”.

Nel frattempo l’astro Salvini inizia a cadere e Sangiuliano si avvicina sempre di più a Giorgia Meloni. Nell’aprile 2022 partecipa con un intervento sul conservatorismo alla conferenza programmatica di Fratelli d’Italia a Milano.

Ancora una volta da sinistra piovono critiche. Ma lui non lascia, raddoppia.

Il suo nome inizia a circolare insieme a quelli dello storico Giordano Bruno Guerra e dell’ex membro del cda Rai Giampaolo Rossi per la poltrona di ministro della Cultura. Al fotofinish vince Sangiuliano.

Appena insediato dichiara guerra al “politically correct”. La battaglia è appena iniziata.

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