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Chi è Francesco Silvestri?

Classe ‘70 partecipa ai primi meet up grillini del 2006 e nel 2018 viene eletto alla Camera. Breve biografia del capogruppo alla Camera del Movimento 5 Stelle
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29 ottobre 2022 Aggiornato alle 20:00

Dai meet up alla Camera, con lo sguardo sempre alla Stelle. Francesco Silvestri è stato rieletto nel ruolo di capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera.

Classe 1970, romano, Silvestri ha una storia politica tutta grillina. Nel 2006 inizia la sua esperienza da attivista nel primo meetup di Roma. Sono gli anni dell’antiberlusconismo e il futuro capogruppo è tra i coordinatori della raccolta firme per il referendum sul Lodo Alfano. La legge mirava a dare l’immunità alle alte cariche dello Stato ed era accusata dall’opposizione di essere costruita su misura per evitare che i processi nei confronti di Berlusconi proseguissero.

Dopo aver curato la comunicazione dei 5 Stelle in occasione delle Regionali, nel 2014 diventa assistente parlamentare del senatore Giovanni Endrizzi (M5S). Nello stesso anno è promotore del comitato raccolta firme per il referendum No Euro insieme al senatore Vito Crimi. Un altro referendum che lo vede protagonista è quello sulla riforma costituzionale voluta dall’allora premier Matteo Renzi. Silvestri partecipa attivamente alla campagna Io dico no (il titolo parla da solo) ma la sua vita politica guarda anche alla realtà romana. Lavora con la sindaca Virginia Raggi con la quale aveva già fondato il Movimento cinque stelle Roma giovani.

Alle Politiche del 2018 arriva il riconoscimento del suo attivismo ultradecennale: è eletto alla Camera. Qui si occupa dei temi a lui più cari: la lotta al gioco d’azzardo e la regolamentazione delle lobby. Senza dimenticare di difendere la lotta contro i vitalizi («per i politici che andranno sotto i 780 euro ci sarà il reddito di cittadinanza», scherza con i cronisti) e di lottare per dare più poteri a Roma Capitale. Una lotta, quest’ultima, che gli permette di mantenere un importante ruolo di pontiere: i rapporti tra Raggi e i vertici pentastellati non sono sempre idilliaci e allora spesso tocca a Silvestri fare da messaggero tra il leader Di Maio e la sindaca capitolina.

Gli anni al governo non sono facili per il Movimento. Ma l’ex attivista difende a spada tratta l’operato della segreteria Di Maio: «contro di noi solo fake news», dice. Nel frattempo si occupa del partito regionale e invita fare presto per decidere con che modalità votare per avere le liste del partito: «Devono muoversi, ho due elezioni da organizzare, a Roma e a Marino. Su zoom, per alzata di mano, di piede, ma ho bisogno che si voti per scegliere i candidati e fare le liste», spiega.

Non sono solo le liste a creare grattacapi: nell’estate 2022 deflagra lo scontro tra Conte e Di Maio. L’ex segretario lascia il partito. Silvestri fino all’ultimo lancia appelli all’unità: «Il Movimento cinque stelle deve avere un’unica voce, non possiamo permetterci di avere canto e controcanto». Lui intanto è eletto capogruppo alla Camera dopo che Davide Crippa segue gli scissionisti dimaiani. Il ruolo gli permette di apparire più spesso in tv dove spiega la nuova linea solitaria del Movimento: «senza il Pd ci siamo depurati».

Depurati o no. Alla fine i 5 Stelle lo rieleggono alla Camera e lo rivogliono capogruppo.

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