Ambiente

L’azoto soffoca le scuole di Milano

L’associazione “Cittadini per l’aria” ha realizzato una mappa della città per misurare l’inquinamento. In alcuni quartieri, le concentrazioni superano di 5 volte i livelli massimi indicati dall’Oms e dall’Ue
Credit: EPA/MATTEO CORNER
Caterina Tarquini
Caterina Tarquini giornalista
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18 ottobre 2022 Aggiornato alle 07:00

Sono 110.000 i bambini che respirano aria inquinata a Milano. Aria fuorilegge, che supera anche di 5 volte i limiti raccomandi dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms).

A rivelarlo l’associazione “Cittadini per l’aria”, che ha elaborato una mappa del capoluogo lombardo che misura il biossido di azoto. Le statistiche, riportate dal Corriere della Sera, includono zone con un’alta densità di scuole. Sono oltre 1000 gli istituti scolastici della città, pubblici e privati, dagli asili nido ai licei.

La mappa, consultabile sul sito dell’associazione, è stata elaborata grazie a un modello di intelligenza artificiale, che ha raccolto una serie di dati, inclusi quelli condivisi da centinaia di milanesi che hanno aderito ai progetti di scienza partecipata proposti da Cittadini per l’aria.

In zona Loreto, uno dei quartieri più trafficati, il livello il livello di biossido di azoto è di 55 microgrammi per metro cubo come media annuale, e supera il limite di 40 imposto dalla normativa comunitaria.

Il dato che allarma più di tutti però è un altro: il 45% delle scuole si trova in zone che non rispettano la soglia europea.

La cartina realizzata dai ricercatori del Comitato scientifico dell’associazione mette in rapporto i dati attuali con quelli del 2020 e stima la concentrazione in ogni punto di Milano. Per ciascun punto vengono segnalati gli effetti sulla salute umana in base alle statistiche epidemiologiche.

L’esposizione cronica a alte concentrazioni di biossido di azoto aumenta il rischio di mortalità e di infarto e in particolare nei bambini può causare l’emersione di infezioni respiratorie e asma.

Anche Legambiente recentemente ha ribadito la situazione critica del bacino padano rispetto all’emergenza smog, proponendo l’elaborazione di un piano di riduzione delle emissioni agricole – proprio il settore agricolo è il primo responsabile dell’inquinamento da polveri, secondo l’ultimo report delle agenzie Arpa - il disincentivo all’uso del mezzo privato, il miglioramento del trasporto pubblico locale, la riduzione dei limiti di velocità in autostrada e la riconversione degli impianti di riscaldamento.

Ad incombere sull’Italia ben 3 procedure d’infrazione sulla qualità dell’aria avviate dall’Unione europea: la prima messa in atto nel 2020 con la sentenza di condanna da parte della Corte europea di giustizia; la seconda, relativa ai superamenti proprio da NO2 ha spinto la Commissione a fare ricorso alla Corte europea di giustizia che, nel maggio 2022, ha accolto la domanda, condannandoci anche per questa seconda procedura, mentre il procedimento per la terza, relativa ai superamenti per il PM2,5, è ancora agli inizi.

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