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Sicilia: alla scoperta delle regioni a statuto speciale

Ti sei mai chiesto come si è arrivati a questa forma di autonomia? O perché? Se sì, qui qualche risposta
Renato Guttuso, Paesaggio dell'Aspra, 1959
Renato Guttuso, Paesaggio dell'Aspra, 1959 Credit: Collezione Giusti, Firenze

Valle d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Sicilia, Sardegna: queste sono le regioni d’Italia a statuto speciale. Ma cosa significa? Proviamo a capire meglio il loro funzionamento. Per cominciare, partiamo dalla Sicilia.

3 attori, diverse richieste, un risultato

3 i nomi da ricordare: Andrea Finocchiaro Aprile, Antonio Canepa e Salvatore Giuliano, rispettivamente il portavoce del Movimento per l’Indipendenza della Sicilia (Mis), il capo dell’Esercito volontario per l’indipendenza (Evis) e un famoso bandito. Una curiosità sul Mis: è attivo anche all’estero, soprattutto negli Usa, in Uk, Spagna, Francia, Germania e Australia.

Tutti e 3 sono dietro all’emanazione con Regio Decreto del 15 maggio 1946 da parte del Re Umberto II di Savoia e, successivamente, alla ratificazione della legge costituzionale numero 2 da parte dell’assembla costituente nel 1948. Ma cosa successe esattamente?

La Sicilia, dallo sbarco americano nel 1943, si trovava devastata dalla guerra e senza una chiara autorità statale in una condizione di miseria diffusa. Le risposte sono riassumibili in 2 tendenze: l’affermazione dei movimenti indipendentisti nominati prima e un atteggiamento ostile verso il Nord Italia, reo dell’arretratezza dell’isola. Queste forze avanzavano numerose richieste, che spaziavano dalla protezione dell’identità linguistica e culturale della Sicilia all’annessione dell’isola agli Stati Uniti d’America.

La questione fu messa nelle mani della Consulta Regionale Siciliana, un’assemblea costituente non elettiva che rappresentava tutte le forze politiche, economiche e sindacali della Sicilia, guidata da Giovanni Salemi, professore ordinario di diritto amministrativo all’Università di Palermo. Lo statuto per una Sicilia autonoma fu quindi approvato dalla consulta nazionale, firmato dal re e infine introdotto nella costituzione.

L’approvazione del 1948

La regione si dota di un’Assemblea, una Giunta e un Presidente della Regione. Ci sono 90 deputati all’interno dell’assemblea che vengono eletti nella regione a suffragio universale per 4 anni e rappresentano la regione. Tra questi, si individuano il presidente, 2 vice presidenti, i segretari dell’assemblea e le commissioni permanenti.

Tra gli ordini del giorno della prima riunione, l’elezione del presidente regionale e degli assessori, assegnati dal presidente a singoli rami dell’amministrazione, per formare la giunta regionale (se necessario, il presidente designa un assessore che lo sostituisca).

I compiti sono così divisi: i progetti di legge sono elaborati dalle commissioni dell’assemblea in accordo con i rappresentanti di interessi professionali e di organi tecnici regionale; il regolamento per l’esecuzione di queste leggi è stabilito dal governo regionale. Tutte le delibere dell’Assemblea e del governo devono essere firmate dal presidente e dagli assessori competenti per materia.

L’assembla ha la legislazione esclusiva in molte materie: agricoltura, industria e commercio - salva la disciplina dei rapporti privati - urbanistica, pesca e caccia, istruzione elementare, musei, biblioteche e accademie, per citarne solo alcune. Le funzioni esecutive e amministrative legate a questi temi sono compito del presidente e degli assessori.

L’assemblea può, inoltre, “emettere voti, formulare progetti sulle materie di competenza degli organi dello Stato che possano interessare la Regione, e presentarli alle Assemblee legislative dello Stato” (art.18).

Un altro intreccio tra regione e Stato si ritrova nel ruolo del presidente, contemporaneamente rappresentante della regione e rappresentante del governo dello stato nella regione, partecipate al consiglio dei ministri con voto deliberative nelle materie che interessano la regione.

Per quel che concerne il patrimonio, questa ha competenza sulle acque pubbliche, le foreste, le miniere, le cave e torbiere, gli elementi di interesse storico, archeologico, paleontologico e artistico presenti sul suolo regionale, le sedi degli uffici pubblici della regione e i beni destinati a un pubblico servizio.

La regione può deliberare sui tributi sui redditi, riservando però allo Stato le imposte di produzione e le entrate dei monopoli e dei tabacchi del lotto; può riscuotere delle quote sul reddito di imprese industriali e commerciali con stabilimenti e impianti sul suolo regionale ma non sede centrale e ha facoltà di emettere prestiti interni.

Rimane allo Stato la gestione del regime doganale, da cui vengono esclusi i mezzi e gli arnesi agricoli e i macchinari industriali per la trasformazione dei prodotti agricolo. I lavori pubblici sono finanziati da una somma versata dallo stato annualmente e rivista ogni 5 anni.

22/3/1972 e 4/4/1989: eleggere non è facile

L’assemblea rimane in carico per un anno in più, quindi 5 anni, periodo che decorre dalla date delle elezioni. La vera differenza è burocratica, legata a come e quando devono avvenire le elezioni dell’Assemblea: da “non meno di 30 e non più di 45 giorni prima della scadenza del quinquennio e per un giorno anteriore al 60° giorno successivo alla scadenza del quinquennio stesso”, fino “a decorrere dalla quarta domenica precedente e non oltre la seconda domenica successiva al compimento del periodo di cui al precedente comma. Il decreto di indizione delle elezioni deve essere pubblicato non oltre il 45° giorno antecedente la data stabilita per la votazione.”

Un nuovo presidente & tanto altro

Ci sono molti cambiamenti nel nuovo statuto approvato nel 2001, tra cui l’incompatibilità del ruolo di deputato regionale con le cariche di membro delle Camere o del Parlamento europeo, la regolazione della conclusione anticipata della legislatura dell’assemblea e della rimozione dei presidente regionale.

A proposito del presidente, che in realtà da ora viene chiamato esclusivamente presidente della regione, si stabilisce la sua elezione diretta in concomitanza alle elezioni dei deputati. Una volta eletto, nomina gli assessori e un vice presidente che vanno a formare la giunta regionale. Il governo della regione vede a capo presidente ed è composto dalla la giunta.

Sia il governo sia l’assemblea possono proporre leggi regionali. Un progetto di legge è altrettanto valido se di origine popolare e sottoscritto da almeno 10.000 cittadini, se proveniente da almeno 40 consigli dei comuni, rappresentativi almeno del 10% della popolazione, o se proveniente da almeno 3 consigli provinciali.

Sono previsti poi diversi tipi di referendum: regionale abrogativo, propositivo e consultivo, in particolare per quel che riguarda la composizione e la durata di mandato degli organi regionali.

2013: eleggere di meno

Ultimo passo, ma non per importanza, è il taglio dei parlamentari regionali, che passano da 90 a 70.

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