Diritti

L’alba di una nuova era

La destra è tornata a fare la destra, perché la sinistra non è sinistra
Credit: ANSA/MASSIMO PERCOSSI
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26 settembre 2022 Aggiornato alle 11:17

Non essere indifferenti significa tante cose, tra cui, coerenza con idee e valori, anche a discapito di mire personali ed espansionistiche.

Queste elezioni hanno dimostrato la non indifferenza delle nuove generazioni, ma una radicata moderazione paternalistica nella classe dirigente del centrosinistra.

Fratelli d’Italia rappresenta un partito che ha fatto della sua convinzione e della sua radicalità, i suoi capisaldi, riuscendo nell’intento di compiere un atto eroico.

Ma la campagna del centrosinistra non ha avuto niente di eroico e di ideale, sin dall’inizio.

Non ha saputo far squadra e non ha realmente introdotto due delle “categorie” che diceva di voler fortemente sostenere, giovani e donne.

Ma andiamo per gradi.

La questione del programma

La presentazione di un programma debole che non è riuscito a includere le richieste lavorative ed economiche del Paese e contemporaneamente, neanche quelle di una nuova generazione realmente progressista, ha reso realtà il posizionamento in una zona morta.

Il partito di maggioranza della coalizione di centrosinistra non è stato votato né a sinistra, né dai moderati, ormai legati al terzo polo e al centrodestra.

La questione della classe dirigente del partito stesso sembra essere stata un’ulteriore leva fondamentale che ha spinto l’elettore verso nuovi scenari.

La questione di genere

Riprendiamo l’assunto: non basta essere donne per essere femministe e per rappresentare al meglio le stesse. Mai come quest’anno mi sono resa conto di quanto sia fondamentale il peso della rappresentanza, per ogni categoria sociale.

Io, donna cis etero bianca non potrò mai rappresentare totalmente una donna cis etero nera, o una donna cis lesbica bianca e così via, come io non posso essere rappresentata da una donna cis etero bianca ricca, ultracinquantenne e democristiana.

Poco tempo fa, lessi una riflessione molto importante sulle donne presenti nel centrosinistra: singole personalità portate da qualcuno che ha scelto di investire su di loro a un determinato prezzo. Qualcuno di sesso maschile, cinquantenne, bianco, etero, cis e magari anche viscido.

Per la nostra generazione di donne che lotta aspramente contro gli abusi di potere sul posto di lavoro e per ottenere la reale libertà di poter arrivare dove si vuole senza dover necessariamente scendere a compromessi, questo scenario è desolante.

Come è desolante sapere che le donne che riescono a entrare nel cerchio magico a loro volta, non includono altre donne, ma tutt’al più cercano di non dare troppo fastidio.

Il discorso generazionale

Nasce nel momento in cui vi sono le stesse personalità ricandidate da più di un decennio e pochissimi giovani, scelti, come manovrabili vittime di correntismi, moderati.

Qualche rara eccezione, che purtroppo però, risulta svilita.

Testa bassa e annuisci che prima o poi arriverai dove devi. Questo è tutto?

E l’idea del mondo migliore che ci siamo prefissati?

È evidente quanto la generazione dei nostri genitori e dei nostri nonni, rappresentino in ampia maggioranza, un rallentamento al progredire di una società legata a nuovi valori, ma sono ancora loro che ci rappresentano. Come mai potremmo sperare in un futuro diverso?

Valori come la sostenibilità, il femminismo intersezionale, l’abbattimento di determinate figure e di stereotipi per una nuova giustizia sociale, sono appannaggio di una generazione nuova, più sensibile e portatrice di queste istanze.

Il discorso della classe

La politica è per ricchi perché è fatta da ricchi, questa è la vera falla.

Come ci aspettiamo che capiscano le esigenze delle persone meno abbienti se loro stessi non lo sono mai stati e non fanno altro che conservare o ampliare un determinato potere?

La maggior parte della classe dirigente di centrosinistra è formata da “figli di” e personalità particolarmente potenti e benestanti. Tale discorso è internamente legato con tutti gli altri punti.

La questione religiosa

L’Italia è un Paese laico, e non sono io ad affermarlo, ma la Costituzione.

Tale riferimento è però ampiamente ignorato, in quanto i riferimenti religiosi non sono presenti unicamente nei partiti di destra, ma anche in quelli di sinistra.

Post di ringraziamento al Papa, accordi continui con la Santa Sede, attenzione nel toccare determinati argomenti per non destare problematiche: anche qui, come speriamo di progredire?

Smettiamola di pensare che la sinistra può essere cattolica e clericale.

La sinistra dovrebbe rappresentare libertà di autodeterminazione, di pensiero, di scelta. E la Chiesa non è libera.

Tali questioni sono solo alcune delle tante che hanno segnato il tracollo di un centrosinistra che si rivela incapace di cambiare e incapace di stare al passo con i tempi.

L’alba di una nuova era può dunque aprire altri scenari: il trionfo della destra e il completo abbattimento di un centrosinistra vecchio che dopo essere stato distrutto, non avrà altra scelta che cambiare.

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