Wiki

Tutto quello che c’è da sapere su Europa Verde


Sai come è nato e come è organizzato il partito di Angelo Bonelli? Ecco una guida facile facile per scoprirlo
Credit: EPA/MASSIMO PERCOSSI
Tempo di lettura 11 min lettura
23 settembre 2022 Aggiornato alle 17:00

Seguendo una tendenza europea nata negli anni settanta, nel 1986 viene fondata la Federazione delle liste verdi che raggruppò in un unico elemento le liste verdi formatesi nel territorio nazionale negli anni precedenti. Su decisione dellassemblea nazionale tenutasi nel novembre del 1986, la federazione si caratterizzò come unorganizzazione a metà strada tra movimento e partito.

Il referendum dell8 novembre 1987 che sentenziò labbandono del nucleare fu una grande conquista dei verdi, che erano saliti al governo con le elezioni di giugno ottenendo tredici deputati e due senatori.

Altri referendum importanti sono stati quello sul divieto di caccia, sul diritto dei cacciatori di accedere ai fondi altrui anche senza il consenso del proprietario e sull’uso dei pesticidi nellagricoltura. Furono importanti in quanto la maggioranza dei votanti si schierò con i verdi, ma nessuno dei tre raggiunse il quorum.

Alla fine dellanno avvenne la fusione con verdi arcobaleno, un attore politico sulle stesse linee di pensiero ambientaliste, e si formò la Federazione dei verdi.

Si può attribuire a contrasti interni, allinfluenza di esponenti radicali, alla percezione di un programma monotematico e al difficile rapporto con lassociazionismo ambientalista il fallimento del tentativo di rappresentare il cambiamento dopo Tangentopoli e la fine della Prima repubblica.

Questo risultò in un declino dei Verdi, che, per l’appunto, alle elezioni europee del 1999 raggiunsero solo il 1,8% e elessero due eurodeputati. Un altro elemento da tenere in considerazione è che i Verdi hanno sofferto della nascita di nuovi attori che hanno presentato programmi ambientalisti alle elezioni, come, per dare un esempio recente, il Movimento 5 stelle.

Il federalismo del 1986

Anche solo leggendo il primo articolo dello statuto qualcosa di notevole balza all’occhio. Il tema “verde”, inteso nella maniera più ampia possibile, non si può esaurire o risolvere nella politica, per quanto essa sia indubbiante importante. Con questa idea le liste Verdi si fanno accompagnare nella loro lotta da una convenzione verde, uno scambio di opinioni con tutte le forme di iniziative civile che si sentano legate al tema.

Per le associazioni ambientaliste e pacifiste nazionali, in particolare, si prevede una consulta verde, permanente, che “promuoverà e coordinerà tutte le attività ritenute necessarie dai suoi componenti nell’ambito dei loro interessi” (art.1). Gli obiettivi sono, oltre alla tutela dell’ambiente, “la difesa della pace, la salvaguardia dei diritti dei ogni essere vivente, una società senza carcere e senza coazione e il favorire la coscienza di un nuovo modello di sviluppo ecologico e non violento” (art.”).

L’organizzazione del partito passa per quattro organi principali. Il primo è l’organo deliberativo, l’assembla federale, che indirizza l’azione politica della Federazione, ma lasciando spazio all’autonomia delle liste federate. Questo rispetto dell’autonomia si ritrova anche in come si gestiscono queste assemblee: vengono organizzate di volta in volta dalla lista ospitante, due delegati della liste organizzatrice e tre esponenti del gruppo di coordinamento fungono da presidenza. In questi momenti si incontrano tre delegati per ogni liste regionale, uno per ogni lista provinciale, uno per ogni lista comunale di comuni fino a 100.00 abitanti, due per ogni liste comunale di comuni fino a 300.000 abitanti e tre per le liste dei comuni al di sopra di questa cifra.

Il secondo organismo è composto dai forum tematici, enti riconosciuti ma aperti all’esterno per attivare un dibattito e la consultazione tra gli eletti e la comunità, in assistenza dei quali si scelgono due coordinatori.

Il terzo è il gruppo di coordinamento, organo organizzativo e di rappresentanza legale, chiamato a subentrare nel momento in cui bisogna prendere decisioni urgenti e necessarie, anche se queste devono essere approvate dall’assemblea federale per entrare in vigore. L’assemblea è anche il luogo in cui vengono eletti gli undici membri di quest gruppo. Le candidature per essere valide devono venire sottoscritte da sette delegati, e ogni delegato non può presentare più di tre candidature. Un altro criterio è quello regionale: non possono essere eletti più di due membri di liste della stessa regione.

Tra gli altri, un compito del gruppo di coordinamento è quello di assistere al coordinamento degli eletti, il ritrovo degli eletti verdi nei vari enti e ai diversi livelli che si confrontano e coordinano le loro attività.

Il quarto è il legale rappresentante, colui che è responsabile dell’utilizzo del simbolo.

Vi è, infine, il comitato di garanzia, un organismo di dieci persone, tre delle quali vengo sorteggiate di volta in volta per ogni singolo caso. A questo punto, si occupa di stabilire il processo di accettazione di nuove liste e proporre la fine dell’affiliazione con liste non più efficienti, tenere il registro delle unanimità, delle ampie convergenze, dei temi di contrasto.

1989, un anno di proposte

Da un comunicato del consigliere provinciale di Torino si ha traccia della bozza di un nuovo statuto. Pur essendoci altre proposte, questa risulta essere la più precisa e la più rilevante nelle riforme a venire.

Come riassunto dal consigliere stesso nella lettera introduttiva al documento i cambiamenti più salienti sono la proposta di usare il nome più corto e diffuso di “i Verdi”; l’introduzione di un sistema di tesseramento; l’accettazione, anche in posizione di delegati, di iscritti ad altri partiti, se in quei partiti non ricoprono incarichi di responsabilità; la stesura di diritti e doveri dei verdi federati; laumento del numero dei membri del gruppo di coordinamento nazionale; la presenza di un portavoce e legale rappresentante e di un tesoriere per distinguere le funzioni e responsabilità e nuovi rapporti all’interno dell’assemblea.

Nel dettaglio, si ottiene la tessera nominativa del partito uno volta che almeno altri due verdi i gruppi federati presentano la richiesta di associazione e questa viene accettata. Il possedere la tessera permette la partecipazione ale assemblee nazionali e circoscrizionali, però non è legato al voto in assemblea che rimane un diritto dei delegati. Per quel che riguarda i diritti dei singoli soci si decide di stampare mensilmente un periodico per consentire a tutti di esser aggiornati e di seguire il flusso di informazioni. I doveri comprendono il rispetto delle differenze e il ricerca di compromessi nell’interesse collettivo evitando di formare gruppi di interesse con l’intento di acquisire potere; l’impedire la presentazione alle elezioni di candidati in più liste di diverse circoscrizioni o livelli puntando invece sulla meritocrazia, anche visto il divieto di ritenere più cariche elettive ai diversi livelli istituzionali; il sottostare al principio di rotazione delle cariche.

Il gruppo di coordinamento federale si compone di quindici membri e per garantire la rappresentanza di almeno un delegato a regione e mantenere a livello regionale il potere decisionale. Un nuovo compito per loro è quello di eleggere il portavoce e legale rappresentante, “al quale solamente compete esprimere ufficialmente la posizione della Federazione nei confronti di terzi” (art.9), e anche il tesoriere, incaricato di diverse mansioni legate alla fiscalità del partito.

Per concludere, all’interno dell’assemblea si prendono decisioni vincolanti a condizione che queste non si riferiscano alla sfera etica e religiosa.

1992 : Cosa approvare e cosa no?

Non si dà più per prettamente necessaria l’istituzione di un comitato di garanzia. Si pensa o di far ricadere le responsabilità su tre membri del consiglio federale selezionati per ogni caso, o di ridurre i membri del comitato a sette, prevedendo che siano eletti con una maggioranza dei due terzi dei votanti su lista chiusa e che si consultino con i singoli e le associazioni locali.

Le opzioni di modifica della durata del gruppo di coordinamento sono un periodo di due anni con un limite di die mandati consecutivi o di un anno con il limite di tre mandati consecutivi. In aggiunta, ne sono membri otto coordinatori e tre portavoce. I portavoce sono eletti direttamente dall’assemblea federale, i coordinatori “su lista unica di candidati con possibilità di esprimere tre preferenze” oppure “su liste diverse di candidati esprimendo non più di tre preferenze” (art.15). Si richiede poi che partecipino alla riunione dei gruppo di coordinamento, senza diritto di voto, altre figure in carica a livello nazionale e europeo.

Le sette firme di delegati necessarie per candidarsi aumentano ad almeno quindici per i candidati a coordinatore e almeno trenta per o candidati a portavoce. Un delegato può sottoscrivere al massimo tre candidature a coordinatore e una a portavoce.

Viene rifiutata l’idea di permettere agli aderenti ad altri partiti “direttamente concorrenti sul piano elettorale” (art. 18) di candidarsi.

Sulla base di questi suggerimento andrebbero poi modificati di conseguenza tutti gli articoli collegati.

Il federalismo del 2014

L’organizzazione territoriale in breve: ci sono federazioni regionali, provinciali e in qualche caso di comune metropolitano che vengono riconosciuti dalla federazione nazionale; le prime a loro volta riconoscono associazioni comunali, intercomunali e circoli locali (territoriali o tematici), conformemente in entrambe le situazioni ai criteri fissati dal consiglio.

Un’analisi più attenta: tutti i verdi con dimora stabile in una regione, provincia o comune ne costituiscono la rispettiva federazione, che prende scelte politiche al proprio livello. Tutte le federazioni si compongono di un’assemblea, due portavoce di genere diverso, un tesoriere e l’esecutivo. Un consiglio federale è obbligatorio per le regioni, facoltativo per le province.

Gli iscritti, a suffragio universale, eleggono i membri del organi qui sopra menzionati, a meno che la federazione regionale non superi i 500 iscritti. In tal caso, l’elezioni può essere condotta tramite delegati.

Gli stessi enti si costituiscono a livello della federazione nazionale con una durata di quattro anni.

L’assemblea nazionale elegge i due portavoce di genere diverso, l’esecutivo e la metà dei consiglieri federali nazionali. È convocata almeno ogni due anni per delegati, con un massimo di mille delegati eletti dalle assemble provinciali. Qualora il numero di iscritti sia inferiore a mille, l’assemblea è convocata per iscritti.

Entrambi i portavoce rappresentano le decisioni politiche del partito, ma dei due solo il più anziano ha la rappresentanza legale. La candidatura deve essere proposta da un minimo di un terzo del numero totale degli iscritti o da venti consiglieri federali nazionali e ogni iscritto può firmare una sola coppia di candidature di genere diverso. Non si può venire candidati per un terzo mandato.

Da loro viene eletto il tesoriere tra i componenti dell’esecutivo, che deve assicurare la corretta gestione amministrativa delle attività finanziarie, patrimoniali, immobiliari e amministrative del partito.

I due portavoce e sette eletti dall’assemblea nazionale costituiscono l’esecutivo, organo responsabile dell’organizzazione politica e amministrativa, della gestione economico-finanziaria e titolare del simbolo. Non hanno diritto di voto ma partecipano i presidenti dei gruppi versi al parlamento italiano, un rappresentante al parlamento europeo e uno dei verdi al governo.

L’altra metà dei consiglieri federali nazionali- in totale sono massimo cento- è eletta su base regionale in proporzione agli iscritti e ai voti ottenuti. Questi consiglieri definiscono la linea politica, le regole di base, propone modifiche allo statuto, approva il bilancio, fissa la quota annuale di iscritti e la quota di risorse da attribuire alle istituzioni territoriali.

Tutti gli eletti all’interno del partito e tutti gli iscritti con una carica a livello locale e nazionale “fanno parte senza diritto di voto degli organismi di partito di livello territoriale corrispondente di più ampia composizione” (art. 16, comma 2).

Ci sono dei regolamenti che concernono le elezioni. Prima di tutto, una lista che sia composta per più dei cinquanta per cento dei candidati dello stesso genere non può essere presentata, e nel caso si possa esprimere più di una preferenza nell’eleggere un organo rappresentativo, il voto è espresso in modo paritario per genere. In secondo luogo, le proposte di candidatura a cariche istituzionali a tutti i livelli devono essere approvate dagli organismi di partito diglielo territoriale corrispondente.

Tre cambiamenti quattro anni dopo

Si mette mano a tre articoli: il dodici, il tredici e il sedici. In base la primo, il portavoce più anziano viene liberato dalla rappresentanza legale- che diventa responsabilità del tesoriere- e assume al posto il dovere di “ai fini elettorali, le autorizzazioni necessarie alla nomina dei presentatori del contrassegno, ovvero alla nomina diretta del presentatore secondo la normativa vigente”.

In secondo luogo, viene aumentato il numero di componenti dell’esecutivo eletti dall’assemblea da sette a dodici.

Infine, il terzo vede una variazione nella durate dele cariche: se prima era fissata a quattro anni, la novità è che per tutti gli organi nazionali si applica la regola di un mandato di tre anni, le federazioni regionali, provinciali e comunali possono stabilire i loro limiti specifici, senza superare però i tre anni.

Visto che né lo statuto pubblicato nel 2019 dalla commissione di garanzia per gli statuti e per la trasparenze e il controllo del rendiconti dei partiti politici né quello che si può trovare sul sito online dei verdi si discostano da quanto detto prima, questa mini-serie sui partiti si conclude qua. Buon voto!

Leggi anche
Elezioni
di Redazione 3 min lettura
Elezioni
di Redazione 3 min lettura