Wiki

Tutto quello che c’è da sapere su Forza Italia


Sai come è nato e come è organizzato il partito di Berlusconi? Ecco una guida facile per scoprirlo insieme
Credit: ANSA/CESARE ABBATE

Capire quale sia l’organizzazione interna più convincente ed efficace per un partito politico non è semplice, e ancor meno deve esserlo se l’uomo su cui si focalizza l’attenzione diventa politico nel tempo, ma non lo è sempre stato. Sfortunatamente, questo non è un processo che si può vedere riflesso nelle riforme allo statuto, visto che non è stato possibile recuperare gli statuti costituenti o le prime riforme. Questi implica, inoltre, che questo pezzo sarà inevitabilmente incompleto e, quindi, parzialmente impreciso.

Un uomo e il suo partito

Silvio Berlusconi, come si sa, non nasce come politico, ma come imprenditore. Tangentopoli, gli eccidi dei giudici Falcone e Borsellino, la svalutazione della lira e tutti gli altri avvenimenti degni di nota del 1992 segnano il momento di svolta.

Però prima di arrivare al partito che conosciamo oggi, c’è almeno un passaggio da menzionare, il primo: il 29 giugno 1993 nacque a Milano Forza Italia. Associazione per il buon governo”, fondato da Berlusconi ad altri importanti personaggi, tra cui anche Antonio Tajani.

Nello stesso giorno in cui si sciolse la Democrazia Cristiana, il 18 gennaio 1994, nasce Forza Italia, che si presenta come un movimento liberale di opposizione alle sinistre, con l’obiettivo di raccogliere i voti che fino al 1992 andavano al centro e diventare il primo partito della destra moderna nazionale.

Per raggiungere quest’obiettivo Berlusconi rivoluziona il modo di far politica: il 26 gennaio tiene un discorso nei telegiornali nazionali in cui motiva la sua entrata in politica, con il famoso incipit: “L’Italia è il Paese che amo. Qui ho le mie radici, le mie speranze, i miei orizzonti.”

Nessun altro l’aveva ancora fatto.

Inoltre, essendo in programma a marzo del 1994 delle elezioni, si allea con la Lega Nord per presentare dei candidati nel Nord Italia, e con l’Movimento Sociale Italiano- Alleanza Nazionale per partecipare al Sud. Questo lavoro fu molto sottovalutato poiché, era data per scontata la sconfitta di Forza Italia.

I voti, però, diedero torto a tutti coloro che la pensavano così: il partito ottenne 113 deputati e 36 senatori e Silvio Berlusconi fu incaricato di formare il nuovo governo dal Presidente Oscar Luigi Scalfaro. Il suo mandato fu però molto breve, in quanto negli ultimi mesi del 1994 Berlusconi venne sia convocato dalla Procura di Milano a comparire davanti ai giudici per delle indagini sul suo gruppo aziendale, sia fu soggetto della mozione di sfiducia mossa dagli alleati dell Lega Nord. Il patto tra i due partiti si sciolse il 22 dicembre.

Per Berlusconi questo è solo l’inizio di una carriera politica molto lunga, che lo rivede premier dal 2001 al 2006 e poi dal 2008 al 2011. Il governo Berlusconi II (10 giugno 2001 al 23 aprile 2005) detiene il record di governo più lungo nella storia della repubblica, 1412 giorni.

Nel 2005 ci fu un rimpasto e si venne a formare un nuovo governo, Berlusconi III, che rimase in carica fino alla fine della legislatura. Alle elezioni politiche del 2018, alle quali si è presentato nella coalizione di centrodestra, ha preso intorno al 14% dei voti, e alle europee del 2019 l’8,8%.

In questa oscillazione tra successi e scandali, il partito Forza Italia il 27 marzo 2009, unendosi alla ormai sciolta Alleanza Nazionale, si trasforma in Popolo delle Libertà (PDL). Ma si tratta di una fase breve della storia del partito, che riprende il suo nome originale del 2013.

Cos’era il Pdl

Come già anticipato, c’è un buco notevole in quest’analisi dovuto alla mancanza di documenti. Lo statuto più vecchio a cui si arriva è il primo statuto del Popolo della libertà del 2009. Per diventare aderenti del partito, quindi poter partecipare liberamente alle attività politiche ed esercitare il diritto di elettorato attivo, bisogna avere minimo 16 anni. Diverso è se si vuole avere il diritto di elettorato passivo e/o poter essere eleggibili per le cariche interne al partito, in tal caso bisogna essere associati.

Potrebbe essere il primo partito all’epoca ad avere un intero articolo dedicato alla vita online del partito: “Il Popolo della Libertà è anche un partito in rete. Su www.ilpopolodellaliberta.it sono pubblicate le deliberazioni e tutte le notizie sulle attività del Movimento; è consentita la registrazione degli aderenti e degli associati; sono inoltre previste consultazioni e iniziative di democrazia diretta, con il coinvolgimento anche periodico di cittadini, aderenti e associati su temi di rilievo per lattività del Popolo della Libertà; è inoltre favorita e promossa la partecipazione degli aderenti e degli associati ai social network e alle altre forme di aggregazione in rete” (art.10).

Il congresso nazionale è l’organo di indirizzo di linea politica del partito, ne fanno parte con diritto di voto i membri del consiglio nazionale e gli associati che siano delegati eletti nei congressi provinciali e di Grande Città, per tre quarti sulla base dei voti ottenuti dal partito alle ultime elezioni e per l’ultimo quarto sulla base del numero degli associati.

Il congresso elegge il presidente nazionale, che rappresenta politicamente il partito, dirige il suo funzionamento e convoca l’ufficio di presidenza, la direzione nazionale e il consiglio nazionale. Le delibere del congresso e del consiglio sono messe in pratica dall’ufficio di presidenza, organo in cui si incontrano il presidente nazionale, i capigruppo e i vicecapigruppo vicari alla Camera e al Senato, un rappresentante del Popolo della Libertà nell’unione Europea e altri 30 membri eletti dal congresso su proposta del presidente.

Si capisce che il comitato di coordinamento è formato da tre persone, ma secondo l’articolo 16 questi sarebbero selezionati dal presidente tra i 30 membri eletti all’ufficio di presidenza dal congresso, invece secondo l’articolo 17 sono scelti tra i componenti della Direzione nazionale. Comunque sia, questi hanno un ruolo di controllo dell’organizzazione nazionale e periferica del partito e decide l’attuazione delle delibere del presidente e della direzione nazionale. Quest’ultima è composta da 120 membri eletti dal congresso ed è preseduta dal presidente, che rientrano nel lavoro di definizione delle linee politiche e programmatiche del partito, sulla base di ciò che viene stabilito nel congresso.

L’ultimo organo preceduto dal presidente è il consiglio nazionale, dove si trovano i parlamentari nazionali gli associati che abbiano una carica politica a tutti i livelli, dall’europarlamentare ai sindaci o capigruppo e vicecapigruppo dei consigli provinciali e comunali delle grandi città e capoluogo di regione.

In un certo senso, l’assemblea dei parlamentari, è una versione ristretta del consiglio nazionale, in quanto almeno due volte all’anno si riuniscono i parlamentare nazionali ed europei per esprimere parere un single questioni riguardanti la situazione politica e le azioni di governo.

Il segretario amministrativo nazionale e i suoi vice hanno la rappresentanza legale del partito, quello che fanno viene però dettato dal comitato di coordinamento. Il comitato si occupa infine di costituire 14 consulte tematiche, che rispecchiano le aree tematiche delle 14 commissioni permanenti delle camera dei deputati, perché approfondiscano il tema specifico, diano la loro opinione ed esamino e formulino proposte. Le tematiche della terza età sono oggetto di discussione di una quindicesima consulta.

A livello regionale la struttura prevede un coordinatore regionale, un vice vicario e un coordinamento regionale, che può avere dai 10 ai 50 membri a seconda delle esigenze e delle dimensioni territoriali.

A livello provinciale c’è una particolarità di cui bisogna perdere nota: “A ogni Provincia corrisponde un Coordinamento Provinciale. Nelle sole Province di Roma, Milano, Napoli, Torino, Genova, Firenze, Palermo, Bari, Venezia, Verona, Padova, Bologna, Reggio Calabria, Cagliari, Catania, Messina, Pescara, Ancona (i cui Capoluoghi sono considerati Grandi Città ai fini del presente Statuto), i coordinamenti saranno sdoppiati in Coordinamento della Grande Città (che ricomprende la sola area del Comune capoluogo) e Coordinamento provinciale (che ricomprende il residuo territorio), ciascuno con competenza sulla propria area. Per la sola Provincia de LAquila, sono costituiti due Coordinamenti provinciali con ambiti territoriali definiti dal Comitato di coordinamento” (art. 28). Detto questo, gli organo sono equivalenti.

L’entrata in scena del segretario politico nazionale

Nello statuto del 2011 viene aggiunto l’articolo 16 bis, che introduce la figura del segretario politico nazionale, un membro dell’ufficio di presidenza che viene eletto dallo stesso su proposta del presidente. Rimane in carica per tre anni ma è rieleggibile. In questo periodo svolge la funzione di organo esecutivo, a cui il presidente può delegare degli obblighi, e ciò comprende anche l’utilizzare il simbolo e il presentare e depositare le liste e candidature. Subentra poi al posto del comitato di coordinamento nello stabilire per il segretario amministrativo la gestione dei fondi destinati alle compagne elettorali e per la raccolta fondi.

Il ritorno in scena di Forza Italia

Arrivati al 2015, il partito riprende il nome di Forza Italia. La soglia d’età per essere soci si abbassa a quattordici anni, ciò non di meno, il diritto di elettorato attivo e passivo sono garantiti a chi ha compiuto diciotto anni.

La questione della parità di genere viene risolta prevedendo che nelle lista di candidati e negli organismi collegiali nessuno dei sue sessi sia rappresentato in musica inferiore a un terzo, e questa è l‘unica ragione per la quale possa venire modificato il numero dei membri che si ha di norma nei vari organi del partito.

Da una parte vi sono gli organi nazionali, dall’altra i responsabili nazionali dei settori, che coordinano e attuano le delibere dei primi nel loro ambito di competenza. Di norma si hanno organizzazione, enti locali, dipartimenti, comunicazione e immagine e formazione, ma il presidente, dopo aver consultato il comitato di presidenza, può istituirne degli altri.

Sono parte del congresso nazionale i soci che ricoprano una carica a qualsiasi livello e i delegati eletti nei congressi provinciali e di grande città e massimo cento rappresentanti dei soci residenti allestero.

Quest’organo guadagna solennità nella sua definizione: “la più alta assise del Movimento” (art. 15), la possibilità di modificare lo statuto e il compito di eleggere 50 membri del consiglio nazionale e sei membri del comitato di presidenza. Altri sei membri del comitato di presidenza sono eletti dal presidente, e vanno aggiunti i capigruppo di Senato, Camera e Parlamento europeo, e i presidenti o vicepresidenti delle stesse istituzioni che siano soci, l’amministratore nazionale, i responsabili nazionali dei settori e il segretario della conferenza dei coordinatori regionali. Specificatamente, si occupa di approvare il bilancio del partito, nominare i revisori dei conti per verifiche e emanare le norme per l’attuazione dello statuto.

Le nuove figure che emergono sono l’amministratore nazionale, che rappresenta legalmente Forza Italia e viene eletto dal consiglio e il segretario della conferenza dei coordinatori regionali, di cui si può solamente dedurre, visto che non viene chiarito esplicitamente, che sia legato alla conferenza dei coordinatori nazionale. Questa conferenza coordina l’attività politica e organizzativa del partito a livello regionale, provinciale e locale, attraverso la collaborazione al suo interno di coordinatori regionali, dell’amministrazione nazionale e dei responsabili della struttura nazionale.

Il presidente può essere assistito per ricevere indicazioni e approfondimenti da una consulta “costituita da esponenti, anche esterni al Movimento, di alto prestigio e rilevanza politica, culturale, professionale e sociale” (art.20).

Si amplia il consiglio nazionale per dare un’idea l’elenco raggiunge la lettera s, senza contare i partecipanti senza diritto di voto. Al momento del voto, se si ha una parità, si da più valore agli anni di iscrizione al partito e secondariamente all’età anagrafica. Altri due metodi validi di voto sono il “Metodo DHondt”, un compresso modo di distribuire i voti ottenuti da delle liste, e l’alzata di mano o acclamazione.

A livello comunale si distingue la situazione delle “grandi città”- Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Roma, Napoli, Bari, Palermo, Catania e Messina- nella quali si crea un coordinamento cittadino che sia competente per il territorio comunale al posto del coordinamento provinciale. Inoltre, si forma un coordinamento circoscrizionale “in ogni zona di decentramento amministrativo nell’ambito del cui territorio siano residenti almeno dieci aderenti a «Forza Italia»” (art. 30).

Nei comuni in cui si registrino un numero minimo, stabilito annualmente da comitato di presidenza, di residenti aderenti si costituisce il coordinamento comunale. In tutti gli altri casi il comitato provinciale può fare riferimento su un delegato comunale.

Ci sono poi dei regolamenti particolari riguardanti la Valle d’Aosta: la città di Aosta è ugualmente considerata una grande città mentre il resto del territorio regionale è considerato come provincia.

Club “Forza Italia”

Una caratteristica di questo partito è la sua relazione con il club “Forza Italia”. Dal medesimo statuto di prima si evince che le associazioni che “per essere affiliati al movimento politico «Forza Italia», i club devono avere la forma di associazioni non riconosciute senza scopo di lucro, con statuto conforme al modello approvato dal Comitato di presidenza e comprendenti non meno di venticinque soci” (art.61). Viene concesso un periodo di tre mesi per raggiungere questa cifra, in caso di insuccesso non si otterrà l’affiliazione, riconoscimento che significa per il club l’accettare la linea politica del movimento e il coordinamento delle proprie iniziative politiche.

Ci sono poi dei principi indispensabili da seguire: l’obiettivo di queste libere associazioni di cittadini è la diffusione dell’ideale liberal-democratico, gli organi al loro interno devono essere liberamente e democraticamente eletti, si devono basare sulla libertà di dibattito politico e di iscrizione. Libertà che diventa obbligo per chi aderisce al partito polito Forza Italia, a cui si richiede di essere socio di un club per poter svolgere attività politica.

N.B: ci si ferma al 2015 in quanto non differisce dallo statuto a cui si accede dal sito di Forza Italia, datato 18 gennaio 2017.

Leggi anche
Elezioni
di Redazione 3 min lettura
Elezioni
di Redazione 3 min lettura