Ambiente

Rossella Muroni: «Necessario accelerare sulle rinnovabili»

Abbiamo chiesto ai diversi schieramenti politici le iniziative in tema ambientale su cui intendono investire nei prossimi 5 anni. Vediamo le idee della candidata del centrosinistra
Credit: mattia fibbia
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21 settembre 2022 Aggiornato alle 13:00

Quali azioni per rendere il Paese energeticamente più indipendente?

La via maestra è puntare sull’aumento della potenza rinnovabile, abbinata a sistemi di accumulo e a strumenti partecipativi come le comunità energetiche, insieme all’incremento di efficienza e risparmio energetico. È quello che indica anche l’Europa con RePowerEu ed è quanto serve non solo per renderci più indipendenti, ma anche per ridurre i costi e le emissioni inquinanti. Un modo molto concreto per aiutare la transizione energetica, le tasche dei cittadini, il clima e creare nuova occupazione di qualità.

Su questo fronte è fondamentale dare seguito alla proposta di Elettricità Futura per arrivare a installare 85 GW (gigawatt) di rinnovabili in più entro il 2030. Un progetto che aiuta la nostra indipendenza dal gas estero e che porterebbe anche a 470.000 nuovi posti di lavoro lungo la filiera.

Parallelamente va pianificata una road-map per definire in concreto di quanto gas abbiamo ancora bisogno e per quanto tempo. Questo mettendo anche a punto le tappe che ci porteranno a renderci liberi dai combustibili fossili. Poi bisogna finalmente aggiornare il nostro Piano energia e clima.

Quali azioni intendete proporre per accelerare la riqualificazione energetica spinta del patrimonio edilizio anche per le fasce povere della popolazione; quali misure per ridurre la dipendenza dal metano e passare alle pompe di calore?

Una riforma del superbonus che preveda alcuni miglioramenti significativi: il 110% va legato in modo più stringente alla riqualificazione dell’edilizia residenziale pubblica, alle case popolari, e al miglioramento dell’efficienza ottenuto dagli interventi realizzati. Inoltre le quote di incentivo vanno differenziate per fasce di reddito e le caldaie a gas escluse. Con il superbonus andrebbero stabilizzati, all’interno del nuovo meccanismo, anche sisma bonus, ecobonus, bonus ristrutturazioni, bonus facciate e bonus verde.

Siete d’accordo con il target del 72% di rinnovabili elettriche al 2030 proposto dal Governo Draghi? Quali iniziative sul fronte autorizzativo per sbloccare la corsa delle rinnovabili elettriche ferme al 38% dei consumi dal 2014?

Sono convinta sia necessaria un’accelerazione sulle rinnovabili e ritengo serio e credibile il programma proposto da Elettricità Futura per arrivare al 2030 con 85 GW di nuova potenza elettrica rinnovabile. Tanto più che il crollo dei prezzi del fotovoltaico e dell’eolico rende plausibili scenari ambiziosissimi. Ma certo la politica deve fare la sua parte.

Semplificando gli iter autorizzativi e portandoli dagli attuali 5-6 anni in media a pochi mesi, superando la cultura diffusa di ostilità che porta le sovrintendenze a bloccare quasi tutti i nuovi progetti e utilizzando il dibattito pubblico per coinvolgere enti locali, territori e cittadini.

Ci sono state molte mancanze da parte di questo governo, come anche da parte di quelli precedenti.

Insomma, non è un caso se dallo spalma incentivi in poi l’installazione di nuova potenza rinnovabile si è fermata a meno di un gigawatt l’anno. Magari se venisse finalmente aggiornato il Piano energia e clima e se venisse varato il Piano delle aree idonee per le rinnovabili potremmo avere qualche risultato interessante.

Pensate sia utile tornare a investire sul nucleare e con quali obiettivi temporali?

L’energia nucleare per l’Italia la considero un capitolo chiuso. Oltre ai due referendum che hanno sancito questo risultato, ricordo che questa tecnologia non ha ancora risolto i problemi legati alla sicurezza durante il funzionamento e allo smaltimento delle scorie dopo. Si aggiunga che, come dimostrano i casi delle centrali in costruzione in Europa tra Francia e Finlandia, i costi per costruire una centrale sono esorbitanti, parliamo di miliardi, e che i tempi di realizzazione sono dell’ordine di vent’anni, se va bene. Quindi costi e tempi sono incompatibili con la transizione ecologica. Detto in altri termini, il nucleare non può aiutarci a raggiungere l’obiettivo delle emissioni nette zero al 2050. E il costo stesso dell’energia nucleare la mette fuori mercato.

I soli investimenti che si devono continuare a fare in questo ambito sono quelli per la ricerca e per la realizzazione del deposito nazionale di rifiuti radioattivi in cui andranno conservati in sicurezza l’eredità della passata stagione nucleare e rifiuti radioattivi derivanti da attività medica o di ricerca.

Siete favorevoli all’obiettivo Ue di vietare la vendita di nuove auto a benzina e diesel dal 2035? Quali iniziative per favorire la nostra industria della componentistica auto per convertirsi verso i nuovi scenari elettrici? Cosa farete per accelerare la diffusione della mobilità elettrica, infrastrutture di ricarica, incentivi? Quali obiettivi di potenziamento delle piste ciclabili?

Sono favorevole, tanto più che è quella la direzione del futuro. Prima lo capiremo come Paese e prima smetteremo di puntare su eccezioni e deroghe, concentrandoci su investimenti e innovazioni che possano rendere la nostra industria automobilistica competitiva anche nello scenario elettrico.

Ovviamente tutta la filiera dell’auto va accompagnata in questa trasformazione, per esempio legando gli incentivi di industria 4.0 alle prestazioni ambientali, con un credito di imposta sugli investimenti in ricerca, con accordi europei come quello sulle batterie che porterà una delle grandi aziende proprio in Italia.

Per aiutare la diffusione dei mezzi elettrici va adeguatamente diffusa la rete di ricarica e bisogna sostenere anche il lato della domanda.

Per una mobilità davvero sostenibile mi piacerebbe che tutte le nostre città avessero una rete di ciclabili tali da rendere sicuri gli spostamenti quotidiani dei cittadini. Milano e Bologna su questo fronte sono più avanti, a Roma invece abbiamo molto da recuperare ma stiamo cominciando, a partire dalla realizzazione finalmente del Grab. Il grande raccordo anulare delle bici che unisce centro e periferie in un anello di 40 chilometri tra monumenti, parchi e progetti di rigenerazione urbana.

Quali politiche per consentire un rilancio della manifattura nel settore del solare, dell’eolico, delle batterie, di auto e bus elettrici, di elettrolizzatori per la produzione di idrogeno?

Serve un Piano industriale green, con progettazione, investimenti, incentivi e agevolazioni fortemente vincolati al green e che rilanci la collaborazione anche con i politecnici e la ricerca universitari. Le risorse si possono trovare dal taglio degli oltre 20 miliardi di sussidi ambientalmente dannosi.

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